LETTERA APERTA

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO
AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI FROSINONE
AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Oggetto: Risanamento della Valle del Sacco
Legambiente, WWF, CODICI, VAS, RETUVASA, Italia Nostra, Fare Verde, Coordinamento Acqua Pubblica Frosinone, Unione Giovani Indipendenti – Colleferro, Amici della Montagna – Roccasecca, Forum Ambientalista Valle del Sacco – Colleferro, Frosinone Bella e Brutta, Pier Paolo Pasolini – Cervaro, Centro dei Diritti e della Solidarietà – Cassino, Le Contrade – Cassino
e i Comitati
LETTERA APERTA

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO
AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI FROSINONE
AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Oggetto: Risanamento della Valle del Sacco
Legambiente, WWF, CODICI, VAS, RETUVASA, Italia Nostra, Fare Verde, Coordinamento Acqua Pubblica Frosinone, Unione Giovani Indipendenti – Colleferro, Amici della Montagna – Roccasecca, Forum Ambientalista Valle del Sacco – Colleferro, Frosinone Bella e Brutta, Pier Paolo Pasolini – Cervaro, Centro dei Diritti e della Solidarietà – Cassino, Le Contrade – Cassino
e i Comitati
Cittadini No aeroporto Ferentino-Frosinone, Cittadini Residenti Colleferro, Cittadini di San Cataldo – San Giovanni Incarico, Contrasto – Roccasecca, Salvaguardia delle gole del Melfa “Tracciolino Urla nel Silenzio” – Roccasecca, Osteria della Fontana – Anagni, Villa No Amianto – Villa Santa Lucia, Anti-Tarsu – Cassino
fanno presente quanto segue.
Sono trascorsi oltre cinque anni e mezzo dal riconoscimento della Valle del Sacco come Sito di bonifica di Interesse Nazionale, in seguito al riscontro della contaminazione da beta-HCH partita da Colleferro.
La questione della salvaguardia ambientale e della tutela della salute della popolazione non è stata ancora impostata correttamente.
Nonostante l’opportuna estensione, in data 29.10.10, della perimetrazione del SIN sino al Comune di Falvaterra, si è gravemente, e a nostro avviso deliberatamente, preferito ignorare che la contaminazione da inquinanti smaltiti illegalmente nella Valle del Sacco, prevalentemente di origine industriale, è diffusa in più siti puntuali, come rivela ad esempio il caso della ex Oliveri di Ceprano, e coinvolge sostanze ancor più pericolose di quelle per cui è in atto la bonifica. Ciò impone una decisa e lungimirante azione volta alla mappatura e successiva bonifica di tutti i siti inquinati, comportante peraltro notevoli e positive ricadute in termini economici e occupazionali.
Forse superfluo sottolineare che una delle principali vittime di questa situazione è l’agro-zootecnia tradizionale, di qualità, ma messa in difficoltà dalle omissioni e dagli errori delle amministrazioni ad ogni livello, che conoscono rare e singolari eccezioni.
Non riusciamo a riscontrare nelle istituzioni la reale intenzione e la forte volontà di progettare in maniera organica e critica una diversa qualità della vita, o se si preferisce un idoneo modello di sviluppo, per la popolazione della Valle del Sacco, in grado di coniugare efficacemente la ricchezza e le potenzialità offerte dal turismo e dalla valorizzazione delle aree verdi (unica nota in positivo, l’istituzione del Monumento Naturale de La Selva – Mola Piscoli di Paliano), dall’agro-zootecnia, dal settore alimentare ed eno-gastronomico, dal terziario, da una rinata industria capace di puntare sull’innovazione legata al risanamento ambientale e sulla green economy, dalla promozione oculata e intelligente delle fonti energetiche rinnovabili.
Viceversa, sembra si continui a procedere sotto l’impulso di un crogiolo di spinte provenienti da un variegato arco di lobby politico-economiche, che determinano provvedimenti acefali, se non schizofrenici.
Stigmatizziamo in particolare la pervicace riproposizione di un progetto irrealizzabile e ad alto impatto ambientale come l’aeroporto di Frosinone, ripetutamente bocciato dall’Enac e dall’Enav per motivazioni inerenti la sicurezza, le rotte di volo e, ovviamente, l’impatto ambientale. Nel migliore dei casi, tale progetto si tradurrebbe nel mutamento di destinazione d’uso di una rilevante fetta di territorio, consegnato agli appetiti speculativi. Nel contempo, esso mina ogni realistico progetto di risanamento ambientale della Valle del Sacco.
Si continua inoltre a concepire il risanamento agro-ambientale quasi esclusivamente nei termini di filiere agro-energetiche di colture no food, in chiaro conflitto con il recupero dell’agrozootecnia, per le quali non esistono stime circa il possibile impatto sugli agro-ecosistemi legati alle emissioni inquinanti. Si sottovalutano invece i pochi aspetti sensati e positivi del Piano di Distretto rurale ed agro-energetico, come l’istituzione di una rete di piccoli impianti di digestione anaerobica (biogas dal letame).
Chiediamo dunque alle tre Presidenze destinatarie della presente il necessario coraggio nel perseguire un disegno coerente ed efficace per il risanamento della Valle del Sacco. L’odg n.15 del 2 febbraio 2011 approvato dal Consiglio regionale del Lazio apre importanti prospettive in direzione di una qualità della vita e di uno sviluppo segnati dal risanamento ambientale, purché la Giunta abbia la capacità di proseguire l’iter di riconoscimento della Valle del Sacco come area di elevata criticità ambientale ai sensi dell’art. 74 del D. Lgs. 112/98, e di tradurla nei conseguenti benefici ambientali ed economici.
La presente è sottoscritta dalle associazioni ambientaliste della Valle del Sacco, cui si uniscono le consorelle della Valle Latina-Piana del Cassinate, che condividono una situazione per molti aspetti analoga e sono solidali nel richiedere una profonda revisione del Piano Rifiuti regionale in termini autenticamente incentrati su riduzione, riciclo e riuso.
Le associazioni firmatarie sono pronte a giocare un ruolo attivo nell’iter dei processi decisionali e nelle seguenti fasi di informazione ai cittadini, mettendo a disposizione delle istituzioni un patrimonio di conoscenze e competenze che, lungi dall’essere appannaggio delle lobby economiche, è presente anche al loro interno senza la distrazione dell’interesse privato.
Valle del Sacco, 16.02.11
Coordinatore del testo: prof. Francesco Bearzi – Rete per la Tutela della Valle del Sacco