Sabato 11 dicembre 2010
Rassegna stampa Retuvasa 11.12.10
Sabato 11 dicembre 2010
Rassegna stampa Retuvasa 11.12.10
L’avvio dell’iter amministrativo, ormai apparentemente inarrestabile, per l’istituzione del Monumento naturale de La Selva di Paliano e Mola Piscoli su tutti i 470 ettari de La Selva, e la delibera di Giunta regionale n.354 con cui il Lazio si impegna ad acquistare l’area, utilizzando i fondi già stanziati in bilancio, a partecipare alle aste giudiziarie per La Selva, nonché a mantenere l’integrità della stessa, segnano un evento di straordinaria importanza per la Valle del Sacco.
“L’istituzione del Monumento naturale de La Selva di Paliano era uno dei punti salienti della nostra Piattaforma programmatica 2010, considerato il valore naturalistico del sito e la sua posizione di cerniera tra la ancora incontaminata macroarea che si estende da Olevano romano a Paliano, e la macroarea più esposta storicamente all’inquinamento, che si snoda lungo il corso del Sacco da Colleferro in poi. Questo traguardo è ormai a un passo, grazie alla sinergia maturata nel tempo tra istanze avanzate dall’associazionismo (in primo luogo va ricordato Il Grillo Parlante onlus) e alcune amministrazioni a tali istanze più sensibili” – così Francesco Bearzi, Coordinatore Retuvasa Provincia di Frosinone.
“Doveroso ricordare – prosegue Bearzi – che l’iter per la costituzione del Monumento naturale fu avviato dall’Assessorato all’Ambiente nella scorsa legislatura regionale. Fu uno dei pochi provvedimenti importanti di una gestione complessivamente assai deludente dell’emergenza della Valle del Sacco. Ma è ora senza dubbio merito dell’Amministrazione Sturvi, e tra gli altri del responsabile del Progetto Selva Vincenzo Romagnoli, l’aver trovato determinazione, lucidità e motivazione necessarie a spingere verso la conclusione l’iter per salvare e rivalutare La Selva. Va riconosciuto inoltre all’attuale Giunta regionale di aver pienamente corrisposto le attese di un’Amministrazione che oggi a Paliano si impone come uno dei punti di riferimento della Valle del Sacco per progettualità orientata verso la salvaguardia ambientale e la promozione del turismo”.
“Ora è auspicabile – afferma Alberto Valleriani, Presidente Retuvasa – che il Master Plan elaborato da BIC Lazio e ARP venga implementato con il coinvolgimento delle associazioni che per conoscenza storica del sito e specifiche competenze sono in grado di valutare la correttezza dei progetti sinora concepiti, nonché di avanzare nuove proposte. Per ciò garantiamo la nostra piena disponibilità. In prima istanza, possiamo dirci perfettamente d’accordo su una valorizzazione turistica – che l’Amministrazione di Paliano sta promuovendo anche con altre iniziative – compatibile con il valore naturalistico de La Selva. Consigliamo invece molta cautela per quanto riguarda i progetti di impianti a biomassa, anche di limitata potenza, in quanto potrebbero innescare dinamiche difficilmente controllabili nel medio-lungo periodo. Tra l’altro, pare auspicabile anche coordinare tale Master Plan con quello presentato da Andreas Kipar per l’intera Valle del Sacco, nel quadro dell’azione promossa dall’assessore all’Ambiente della Provincia di Frosinone Fabio De Angelis”.
“Ma soprattutto, alla luce di questa vittoria ambientale di sapore epocale, bisogna riconsiderare tutti gli iter amministrativi che investono il limitrofo Comune di Colleferro, che in materia ambientale potrebbe cercare di prendere esempio da Paliano. E’ evidente che non ha senso concepire accanto a un Monumento naturale l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico previsto dal Piano rifiuti Marrazzo e confermato da quello Polverini, che riceverebbe 125.000 tonnellate annue di materiali, selezionandoli in contrasto con la gerarchia dei rifiuti stabilita dalle direttive europee, e risultando sostanzialmente funzionale al ciclo dell’incenerimento con la preselezione di CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti). Ancor meno senso avrebbe prolungare la vita della discarica di Colle Fagiolara, situata di fronte a La Selva, per cui l’8.5.09 (prot. n. 85440) la Giunta Marrazzo ha deliberato un ampliamento sino a 1.500.000 di metri cubi.
Diciamo ancora grazie a chi ha contribuito a raggiungere questo splendido risultato, ma per certi versi il lavoro comincia adesso. Come al solito – conclude Valleriani – siamo pronti a intessere sinergie positive tra tutte le forze ‘verdi’, a correggere criticamente o a coadiuvare propositivamente l’operato delle Amministrazioni”.
Ufficio stampa Retuvasa
11.12.10
COLLEFERRO: NUOVA ALLERTA PER LE EMISSIONI INDUSTRIALI
Polveri nere allo Scalo Scattano i controlli
Cinque giorni, 11.12.2010, p. 17
Tempo fa era di colore giallo. Ora i residenti del quartiere Scalo e piazza Mazzini, nelle adiacenze del centro industriale colleferrino, parlano però di polvere nera. Il caso fa riferimento al 18 novembre scorso, giorno della prima misteriosa comparsa.
Un dato che ha fatto scattare subito le analisi di laboratorio dalle quali sarebbe emerso la presenza di metalli altamente nocivi per la salute umana. Immediata la reazione da più parti. Il sindaco ieri mattina ha convocato immediatamente i rappresentanti della Asl, Arpa, Italcementi e EP Sistemi e Mobilservice, gestori dei termovalorizzatori. Presenti anche il consigliere d'opposizione Corrado Mattoccia e il rappresentante dell'Ugi Pierluigi Sanna. Le aziende hanno dichiarato di essere in regola e di non avere mai superato i livelli imposti dalla normativa vigente. Tuttavia il sindaco Cacciotti non si è accontentato delle rassicurazioni offerte e ha chiesto formalmente alle aziende presenti di fargli recapitare subito tutta la documentazione relativa alle emissioni degli ultimi tre mesi, al fine di effettuare una ricognizione aggiornata del periodo intorno al quale si riferisce l’episodio.
Report richiesti anche alla Secosvim, per verificare le emissioni prodotte dalla centrale attualmente in funzione allo Scalo.
Contestualmente il sindaco Cacciotti ha scritto all’Arpa Lazio e al Noe dei carabinieri per chiedere, secondo le rispettive competenze, di effettuare immediatamente, già dalla prossima settimana, una verifica diretta alle industrie in questione, per controllare le emissioni e le immissioni. «Ma non mi fermo alla richiesta di una verifica straordinaria – dice il sindaco in proposito – chiederò anche di tenere sotto controllo queste aziende nel corso del tempo, per monitorare la situazione nei prossimi mesi».
Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Genazzano, Fabio Ascenzi che ha chiesto l’apertura di un tavolo istituzionale per affrontare il nodo della questione. «E’ ora che tutto il territorio venga informato e coinvolto su cosa è successo negli anni e su cosa sta ancora accadendo – ha detto il sindaco – Chiederò alle istituzioni competenti la convocazione di un tavolo con la presenza di tutti i sindaci del territorio, perché è nostro diritto essere informati di fatti così gravi che possono avere ricadute negative anche sulle nostre comunità. Sarà compito di chi di dovere ricercare le responsabilità, il nostro – aggiunge – è quello di fare fronte comune in difesa della salute dei nostri cittadini. «Voglio la verità – ha detto Pierluigi Sanna all'uscita dalla riunione – Chi apre di notte i filtri e avvelena la città? Chi dovrebbe controllare e invece dorme? Sono anni che esprimo assieme a tanti i miei dubbi sugli inceneritori e sulle altre fonti inquinanti. Ora occorre trovare i colpevoli, gli "assassini" come qualcuno li ha chiamati, troppe volte abbiamo dichiarato colma la misura, ora siamo pronti a tutto, anche ad azioni forti e fortissime. Questa è si una città industriale – continua – ma questo non significa che si può attentare continuamente alla vita. Il sindaco smentisca se non è vero. Faccio appello alle associazioni, alle parrocchie, ai partiti onesti di tenere alta la guardia in difesa della vita della città e di chi la abita». Sulla questione il rappresentante del Liberal Pd Paolo Renzi ha chiesto l'intervento della magistratura. «E' sconcertante e vergognoso il comportamento negligente delle Amministrazioni che, nonostante il recente passato che ha visto la nostra città sulle cronache nazionali per disastro ambientale, invece di attivarsi nel dotare le zone a rischio di centraline di controllo e di monitorare lo stato di salute dei residenti, non hanno vigilato, non hanno monitorato, non hanno risanato, ma hanno lasciato che la situazione degenerasse a vantaggio di chissà chi». Un caso che non sarebbe isolato. Da un'altra associazione ambientalista, Il Grillo Parlante, arriva la notizia che in data 27 agosto 2008 la proprietaria della Società Martini Motors Srl in via Casilina km 51,00 aveva scritto all'Arpa per segnalare uno strato di cemento sulle autovetture in sosta all'esterno dell'autosalone. In quell'occasione erano stati avvertiti i carabinieri di Colleferro e la Asl che ha rimandato all'Arpa. Ma da quello che è emerso non si è andati oltre.
Il Refuso 11.12.10
La prima fase è quella della raccolta dati: interviste alle aziende che operano sul territorio e indagine sui sistemi di raccolta dei rifiuti, esame quindi della domanda e dell’offerta. Una domanda ed un’offerta che si incontrerà online grazie alla creazione di una Borsa telematica dei rifiuti arriva sin dal primo trimentre del 2011. Funzionerà così, per le 100 aziende (50 a distretto) individuate per il progetto pilota ma anche per tutte le altre che vorranno aggiungersi: le aziende potranno vendere i loro scarti invece di pagare per il loro smaltimento, e li venderanno ad altre aziende del territorio che se ne servono come materia prima secondaria.
Alla piattaforma online di contrattazione, attiva sul sito di More&More, progetto coordinato dalla Regione Lazio e co-finanziato dalla Commissione europea, si affiancherà una mappa dinamica che monitorerà domanda e offerta di varie tipologie di rifiuti. Le aziende potranno vendere i propri scarti al miglior offerente, guadagnando dalla commercializzazione e anche risparmiando sui costi di smaltimento. Un’operazione che rende, insomma, non solo all’ambiente ma anche alle case dell’imprenditoria locale. Chi acquista materie prime secondarie le avrà a prezzi vantaggiosi. In pratica, si potranno aumentare i profitti aziendali ad impatto ambientale ridotto. Ai Castelli e nel Reatino, aree interessate sia ad incrementare il proprio potere economico che a preservare le bellezze naturali, la protezione dell’ambiente diventerebbe così un volano dell’economia locale. Finanziato con un milione e mezzo di euro da Unione Europea e Regione Lazio, con la partecipazione della Provincia di Rieti e di SDIe, Nova Consulting, Dipartimento di Meccanica e Aeronautica dell’Università La Sapienza, il progetto parte con 50 imprese per eco-distretto, ma è aperto a tutte quelle che vorranno aderire, inserendosi a vari livelli nella filiera del recupero. Per saperne di più: www.life-moreandmore.eu [in verità la pagina citata è under construction, ndr]

Questo sito è lo strumento di comunicazione ufficiale dell’Associazione Rete per la Tutela della Valle del Sacco (retuvasa).
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