Comunicato stampa No Aeroporto Frosinone-Ferentino 13.11.07
Il Messaggero Fr 13.11.07, pp.31 (prima, notizia di apertura) e 32 di Emiliano Papillo
Aeroporto Frosinone, successo per l'assemblea di Ferentino. Comitato, Legambiente e Retuvasa all'attacco. Parlati: "pronti a ricorrere al TAR"
Il Messaggero Fr 13.11.07, pp.31 (prima, notizia di apertura) e 32 di Emiliano Papillo
Comunicato stampa No Aeroporto Frosinone-Ferentino 13.11.07
Il Messaggero Fr 13.11.07, pp.31 (prima, notizia di apertura) e 32 di Emiliano Papillo
«Da oggi inizia un nuovo percorso che ci porterà in tutti i quartieri di Ferentino e Frosinone per dire a gran voce che il progetto di uno scalo Aeroportuale a confine tra le due città è irrealizzabile. Faremo due grandi manifestazioni nelle città interessate e stiamo valutando la possibilità di ricorre al Tar del Lazio contro la variante urbanistica da poco pubblicata dall’Asi. Ma serve il sostegno di tutti». I No aeroporto, Legambiente, Retuvasa hanno deciso di fare fronte comune per dire no al progetto per lo scalo aeroportuale di Frosinone: troppo inquinamento, totale assenza al momento di autorizzazioni, timori di speculazioni e anche la paura che un simile investimento da centinaia di milioni di euro possa contribuire ad attirate in Ciociaria nuovi appetiti criminali. Tra l’altro Lorenzo Parlati (Legambiente) ha annunciato un esposto alla Corte dei Conti: «Così stanno sperperando soldi pubblici».
Tanti i cittadini che hanno partecipato all’incontro che si è tenuto in località Ponte Grande a Ferentino. Tra i relatori Fabio Magliocchetti di Legambiente Ferentino, Marco Maddalena del Comitato No Aeroporto, Lorenzo Parlati di Legambiente Lazio, Francesco Raffa, assessore all’ambiente del Comune di Frosinone, Francesco Bearzi di Retuvasa. Le associazioni hanno annunciato che metteranno a disposizione un pool di avvocati per curare le osservazioni alla variante per i cittadini interessati.
«La pubblicazione dell’avviso della Variante Urbanistica, corredata da Valutazione Ambientale Strategica, del progetto dell’Aeroporto di Frosinone è una forzatura inaccettabile da parte del Consorzio Asi e della Società Aeroporti di Frosinone. Ad oggi il progetto aeroportuale non ha nessuna autorizzazione da parte degli enti preposti (ENAC, ENAV, Ministero dei Trasporti e Ministero della Difesa). Ha collezionato sonore bocciature tutte documentate da atti ufficiali, in quanto non esistono i presupposti tecnici, economici e ambientali: l’incompatibilità con la scuola elicotteristica, l’assenza di un bacino consistente di passeggeri , l’impatto sull’emergenza della Valle del Sacco. Tutto ciò non sembra bastare anzi la Regione Lazio, si sostituisce agli enti preposti, entrando nella Società Aeroporto di Frosinone, sborsando nuovo denaro pubblico», hanno spiegato Francesco Bearzi e Marco Maddalena. «Dagli elaborati della Variante Urbanistica e dalla Valutazione Ambientale Strategica emergono ulteriori dubbi, in un’area industriale come quella del frusinate sotto utilizzata con diversi siti dimessi. La Variante Ambientale strategica, sottovaluta le forti ricadute ambientali e trascura i vincoli, in particolare sull’aspetto che riguarda la già compromessa qualità dell’aria, dovuta alle Pm10. Tra l’altro sia Frosinone che Ferentino hanno valori alti a tal proposito», hanno aggiunto invece Lorenzo Parlati e Francesco Raffa. Proprio Raffa è tra i più accaniti sostenitori di un ricorso al Tar.
«Si è data esecuzione ad una variante urbanistica di ben 3 milioni di metri quadri senza autorizzazioni [la frase precedente riporta tra virgolato in maniera inesatta un'affermazione, ndr Retuvasa], non capiamo il motivo – ha detto Bearzi – Vorremmo sapere cosa nasconde veramente l’affare aeroporto e chi sono gli investitori. Non sono stati coinvolti i cittadini fin dalla fase preliminare di scoping, come prescrive la Direttiva Comunitaria relativamente al processo di Valutazione Ambientale. Questo è uno dei motivi del probabile ricorso al Tar». Inferociti i residenti che vedranno espropriarsi case (ve ne sono a decine) per circa mille euro a metro quadrato.
[Ndr Retuvasa: presenti moltissime associazioni, tra cui WWF (Riccardo Copiz ha relazionato sulla VAS), CODICI, Italia Nostra, Coordinamento associazioni di volontariato Frosinone, Diritto Alla Salute Anagni, Anagni Viva, Oltre l'Occidente Frosinone; il presidente regionale dei Verdi Nando Bonessio, delegazioni di IdV, SEL e PRC]
Luca Sergio FROSINONE L'Acea è pronta a lasciare la gestione del servizio idrico in Ciociaria. Per comprendere al meglio la delicata situazione abbiamo fatto il punto con il presidente di Acea Ranieri Mamalchi. Presidente, allora decisione definitiva: lasciate la provincia? «Purtroppo, rebus sic stantibus, temo che la prospettiva della risoluzione della convenzione rappresenti un atto dovuto e forse l'unico possibile». Non ci sono più margini per evitare il contenzioso? «Credo, in coscienza, di poter dire che l'Azienda le abbia davvero provate tutte. Tavoli di conciliazione, mediazioni, proposte di arbitrato; purtroppo è stato tutto inutile. O almeno così è stato finora. Certo, sarebbe bello e auspicabile che il contesto cambiasse lasciando spazio ad atteggiamenti costruttivi nell'interesse della gente e del territorio. Ma nulla è impossibile. Vanno però ricercate soluzioni che garantiscano l'adeguato equilibro economico-finanziario della gestione del servizio pubblico svolto dall'Azienda». Potreste ripensarci se, come assicura il presidente dell'Ato 5, sarà definita la tariffa entro i 120 giorni stabiliti dal Tar? «Certamente la determinazione da parte dell'Autorità d'Ambito di tariffe che assicurino l'equilibrio economico-finanzario della gestione e consentano all'Azienda di svolgere al meglio il proprio lavoro è la "conditio sine qua non" per la prosecuzione della gestione. Sono convinto tuttavia che un servizio pubblico tanto delicato e complesso qual è quello idrico non possa essere svolto in assenza di un clima di collaborazione e reciproco rispetto dei ruoli». Il presidente dell'Ato 5 sostiene che avevate un anno (passato) per contestare i dati rivelatisi non veritieri dei Comuni… «L'Azienda ritiene di avere correttamente e tempestivamente segnalato le lacune del Piano d'Ambito, che i costi effettivi erano superiori a quelli stimati e che, dunque, la tariffa inizialmente prevista non consentiva il recupero dei costi operativi. Del resto la Conferenza dei Sindaci aveva riconosciuto la fondatezza della pretesa dell'Azienda con una transazione che, giova ricordare, è stata oggetto di procedimento penale conclusosi con pieno proscioglimento». Iannarilli vi rinfaccia che dal 2003 ad oggi avreste dovuto fare investimenti per quasi 100 milioni di euro… «Non è mia intenzione alimentare polemiche che servono solo a sviare l'attenzione dal vero tema in questione: l'Ente d'Ambito è stato riconosciuto responsabile per non avere puntualmente ottemperato alle proprie funzioni; in merito alla questione posta mi limito a dire che l'Azienda ritiene di avere effettuato gli investimenti dovuti e che, al contrario, le tariffe determinate dall'Aato non hanno consentito il recupero dei relativi oneri di ammortamento». Quale dovrebbe essere la tariffa congrua a metro cubo? «Premesso che non compete al Gestore del servizio bensì all'Autorità d'Ambito determinare la tariffa, ricordo che la stessa deve essere determinata – in base ai criteri di legge e in modo coerente con il Piano d'Ambito e i relativi investimenti – in funzione dei costi di gestione realmente sostenuti dal Gestore e dal livello degli investimenti che l'Ente d'Ambito intende realizzare sul territorio».
Aeroporto Frosinone, successo per l'assemblea di Ferentino. Comitato, Legambiente e Retuvasa all'attacco. Parlati: "pronti a ricorrere al TAR"
Il Messaggero Fr 13.11.07, pp.31 (prima, notizia di apertura) e 32 di Emiliano Papillo
«Da oggi inizia un nuovo percorso che ci porterà in tutti i quartieri di Ferentino e Frosinone per dire a gran voce che il progetto di uno scalo Aeroportuale a confine tra le due città è irrealizzabile. Faremo due grandi manifestazioni nelle città interessate e stiamo valutando la possibilità di ricorre al Tar del Lazio contro la variante urbanistica da poco pubblicata dall’Asi. Ma serve il sostegno di tutti». I No aeroporto, Legambiente, Retuvasa hanno deciso di fare fronte comune per dire no al progetto per lo scalo aeroportuale di Frosinone: troppo inquinamento, totale assenza al momento di autorizzazioni, timori di speculazioni e anche la paura che un simile investimento da centinaia di milioni di euro possa contribuire ad attirate in Ciociaria nuovi appetiti criminali. Tra l’altro Lorenzo Parlati (Legambiente) ha annunciato un esposto alla Corte dei Conti: «Così stanno sperperando soldi pubblici».
Tanti i cittadini che hanno partecipato all’incontro che si è tenuto in località Ponte Grande a Ferentino. Tra i relatori Fabio Magliocchetti di Legambiente Ferentino, Marco Maddalena del Comitato No Aeroporto, Lorenzo Parlati di Legambiente Lazio, Francesco Raffa, assessore all’ambiente del Comune di Frosinone, Francesco Bearzi di Retuvasa. Le associazioni hanno annunciato che metteranno a disposizione un pool di avvocati per curare le osservazioni alla variante per i cittadini interessati.
«La pubblicazione dell’avviso della Variante Urbanistica, corredata da Valutazione Ambientale Strategica, del progetto dell’Aeroporto di Frosinone è una forzatura inaccettabile da parte del Consorzio Asi e della Società Aeroporti di Frosinone. Ad oggi il progetto aeroportuale non ha nessuna autorizzazione da parte degli enti preposti (ENAC, ENAV, Ministero dei Trasporti e Ministero della Difesa). Ha collezionato sonore bocciature tutte documentate da atti ufficiali, in quanto non esistono i presupposti tecnici, economici e ambientali: l’incompatibilità con la scuola elicotteristica, l’assenza di un bacino consistente di passeggeri , l’impatto sull’emergenza della Valle del Sacco. Tutto ciò non sembra bastare anzi la Regione Lazio, si sostituisce agli enti preposti, entrando nella Società Aeroporto di Frosinone, sborsando nuovo denaro pubblico», hanno spiegato Francesco Bearzi e Marco Maddalena. «Dagli elaborati della Variante Urbanistica e dalla Valutazione Ambientale Strategica emergono ulteriori dubbi, in un’area industriale come quella del frusinate sotto utilizzata con diversi siti dimessi. La Variante Ambientale strategica, sottovaluta le forti ricadute ambientali e trascura i vincoli, in particolare sull’aspetto che riguarda la già compromessa qualità dell’aria, dovuta alle Pm10. Tra l’altro sia Frosinone che Ferentino hanno valori alti a tal proposito», hanno aggiunto invece Lorenzo Parlati e Francesco Raffa. Proprio Raffa è tra i più accaniti sostenitori di un ricorso al Tar.
«Si è data esecuzione ad una variante urbanistica di ben 3 milioni di metri quadri senza autorizzazioni [la frase precedente riporta tra virgolato in maniera inesatta un'affermazione, ndr Retuvasa], non capiamo il motivo – ha detto Bearzi – Vorremmo sapere cosa nasconde veramente l’affare aeroporto e chi sono gli investitori. Non sono stati coinvolti i cittadini fin dalla fase preliminare di scoping, come prescrive la Direttiva Comunitaria relativamente al processo di Valutazione Ambientale. Questo è uno dei motivi del probabile ricorso al Tar». Inferociti i residenti che vedranno espropriarsi case (ve ne sono a decine) per circa mille euro a metro quadrato.
[Ndr Retuvasa: presenti moltissime associazioni, tra cui WWF (Riccardo Copiz ha relazionato sulla VAS), CODICI, Italia Nostra, Coordinamento associazioni di volontariato Frosinone, Diritto Alla Salute Anagni, Anagni Viva, Oltre l'Occidente Frosinone; il presidente regionale dei Verdi Nando Bonessio, delegazioni di IdV, SEL e PRC]
L'Acea Ato 5 non cambia posizione: "ce ne andiamo"
Il Tempo FR 13.11.07 – Luca Sergio
Luca Sergio FROSINONE L'Acea è pronta a lasciare la gestione del servizio idrico in Ciociaria. Per comprendere al meglio la delicata situazione abbiamo fatto il punto con il presidente di Acea Ranieri Mamalchi. Presidente, allora decisione definitiva: lasciate la provincia? «Purtroppo, rebus sic stantibus, temo che la prospettiva della risoluzione della convenzione rappresenti un atto dovuto e forse l'unico possibile». Non ci sono più margini per evitare il contenzioso? «Credo, in coscienza, di poter dire che l'Azienda le abbia davvero provate tutte. Tavoli di conciliazione, mediazioni, proposte di arbitrato; purtroppo è stato tutto inutile. O almeno così è stato finora. Certo, sarebbe bello e auspicabile che il contesto cambiasse lasciando spazio ad atteggiamenti costruttivi nell'interesse della gente e del territorio. Ma nulla è impossibile. Vanno però ricercate soluzioni che garantiscano l'adeguato equilibro economico-finanziario della gestione del servizio pubblico svolto dall'Azienda». Potreste ripensarci se, come assicura il presidente dell'Ato 5, sarà definita la tariffa entro i 120 giorni stabiliti dal Tar? «Certamente la determinazione da parte dell'Autorità d'Ambito di tariffe che assicurino l'equilibrio economico-finanzario della gestione e consentano all'Azienda di svolgere al meglio il proprio lavoro è la "conditio sine qua non" per la prosecuzione della gestione. Sono convinto tuttavia che un servizio pubblico tanto delicato e complesso qual è quello idrico non possa essere svolto in assenza di un clima di collaborazione e reciproco rispetto dei ruoli». Il presidente dell'Ato 5 sostiene che avevate un anno (passato) per contestare i dati rivelatisi non veritieri dei Comuni… «L'Azienda ritiene di avere correttamente e tempestivamente segnalato le lacune del Piano d'Ambito, che i costi effettivi erano superiori a quelli stimati e che, dunque, la tariffa inizialmente prevista non consentiva il recupero dei costi operativi. Del resto la Conferenza dei Sindaci aveva riconosciuto la fondatezza della pretesa dell'Azienda con una transazione che, giova ricordare, è stata oggetto di procedimento penale conclusosi con pieno proscioglimento». Iannarilli vi rinfaccia che dal 2003 ad oggi avreste dovuto fare investimenti per quasi 100 milioni di euro… «Non è mia intenzione alimentare polemiche che servono solo a sviare l'attenzione dal vero tema in questione: l'Ente d'Ambito è stato riconosciuto responsabile per non avere puntualmente ottemperato alle proprie funzioni; in merito alla questione posta mi limito a dire che l'Azienda ritiene di avere effettuato gli investimenti dovuti e che, al contrario, le tariffe determinate dall'Aato non hanno consentito il recupero dei relativi oneri di ammortamento». Quale dovrebbe essere la tariffa congrua a metro cubo? «Premesso che non compete al Gestore del servizio bensì all'Autorità d'Ambito determinare la tariffa, ricordo che la stessa deve essere determinata – in base ai criteri di legge e in modo coerente con il Piano d'Ambito e i relativi investimenti – in funzione dei costi di gestione realmente sostenuti dal Gestore e dal livello degli investimenti che l'Ente d'Ambito intende realizzare sul territorio».