Osservazioni alla Proposta di Piano Regionale Rifiuti del Lazio (DGR N. 523 del 19.11.2010)
Il Consiglio Comunale di Olevano Romano, venuto a conoscenza della Deliberazione della Giunta Regionale del Lazio N. 523 del 19.11.2010, dall’oggetto “Adozione dello schema di Piano regionale di gestione dei rifiuti del Lazio”, in particolare l’Allegato “Sezione I: Rifiuti Urbani”, dove al paragrafo 10.2, capo SubATO Roma si legge
“Ulteriori capacità di compostaggio dovrebbero essere attivate nel corso dei prossimi anni a seguito del termine delle procedure autorizzatorie in corso ad Anguillara Sabazia, Olevano Romano e Fiumicino.”;
Osservazioni alla Proposta di Piano Regionale Rifiuti del Lazio (DGR N. 523 del 19.11.2010)
Il Consiglio Comunale di Olevano Romano, venuto a conoscenza della Deliberazione della Giunta Regionale del Lazio N. 523 del 19.11.2010, dall’oggetto “Adozione dello schema di Piano regionale di gestione dei rifiuti del Lazio”, in particolare l’Allegato “Sezione I: Rifiuti Urbani”, dove al paragrafo 10.2, capo SubATO Roma si legge
“Ulteriori capacità di compostaggio dovrebbero essere attivate nel corso dei prossimi anni a seguito del termine delle procedure autorizzatorie in corso ad Anguillara Sabazia, Olevano Romano e Fiumicino.”;
rilevato che nello stesso allegato del piano è riportata la previsione della realizzazione di un impianto di compostaggio in Olevano Romano, per complessive 60.000 tonn/annue, con entrata in funzione prevista 2014;
e considerate le forti preoccupazioni sorte nella Comunità di Olevano Romano relativamente alla DGR stessa,
intende manifestare ed articolare a questa Amministrazione regionale la propria estraneità all’iter autorizzatorio indicato nella Deliberazione di Giunta Regionale citata e la conseguente indisponibilità del territorio e della Comunità alla realizzazione delle specifiche previsioni del Piano Regionale stesso, sia per motivi di carattere generale che per la comune volontà della Comunità espressa nell’annullamento di procedimenti amministrativi preesistenti tramite la Deliberazione del Consiglio Comunale n°15 del 12/02/2010, come meglio argomentato nelle ragioni che seguono e meglio illustrate nelle pagine seguenti
1. Contrario alle direttive europee e convenzioni internazionali
2. Contrario alle direttive nazionali e regionali
3. Contrario alle direttive e alle deliberazioni Comunali
4. Contrario all’opinione prevalente della Comunità locale di Olevano Romano
5. Inadeguatezza delle infrastrutture di trasporto
6. Inadeguatezza delle Stime Tecniche
7. Effetti negativi sulle risorse ambientali ed antropiche
8. Effetti negativi sul Paesaggio e sui Beni Culturali
9. Effetti negativi sull’economia locale, turismo ed enogastronomia
10. Effetti negativi su area vasta
11. Effetti Cumulativi
Fanno parte integrante delle presenti osservazioni gli Allegati riportati nel seguente elenco:
1. Mappa corsi d’acqua e vincolo paesaggistico
2. Mappa agropedologica
3. Mappa degli insediamenti diffusi
4. Certificato indice densità residenziale in area extraurbana
5. Lettera per conoscenza ai comuni limitrofi in area vasta
1. Contrario alle direttive europee e convenzioni internazionali
Il Comune di Olevano Romano è situato in un’area prevalentemente collinare, al confine sud-est della provincia di Roma con la provincia di Frosinone, conseguentemente ben distante dalle produzioni principali di rifiuti del SubATO della Provincia di Roma, ovvero del Comune di Roma stesso.
La scelta della localizzazione in questo territorio di un impianto di compostaggio di grandi dimensioni risulterebbe quindi contraria al Principio di Prossimità ed al Principio di Autosufficenza espressi nella Direttiva europea 2006/12/CE., richiedenti rispettivamente che i centri di trattamento dei rifiuti debbano essere localizzati in vicinanza delle fonti primarie di produzione, minimizzando i costi di trasporto stradale e favorendo la chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno del territorio stesso che li ha prodotti.
Più in generale, tale localizzazione si troverebbe ad essere contraria al Principio di Precauzione in ambito di cautela da adottarsi all’interno di decisioni scientificamente rilevanti, espresso dalla Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (Earth Summit) di Rio de Janeiro del 1992, ribadito dall'Unione Europea, ratificando la Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro (626/93/CE), poi ripreso dalla Costituzione Europea art. III-233.
2. Contrario alle direttive nazionali e regionali
Il Piano Regionale Smaltimento Rifiuti illustra la procedura di localizzazione degli impianti di smaltimento, distinguendo tre fasi:
Fase 1: Definizione dei fattori escludenti. Si tratta normalmente di vincoli posti da normativa comunitaria, nazionale e regionale. Vanno considerati, inoltre, gli obiettivi di tutela fissati da strumenti pianificatori locali.
Fase 2: Definizione dei fattori di attenzione progettuale. Vengono elencate quelle criticità cui porre attenzione in sede di progettazione al fine di individuare opportune misure di mitigazione o di orientare alternative tecnologiche.
Fase 3: Definizione dei fattori preferenziali. Sono listate quelle caratteristiche territoriali che rendono idonee alcune aree o, perlomeno, più accettabili di altre.
Per quanto di nostro interesse vengono illustrati, in maniera esemplificativa e non esaustiva, i seguenti fattori escludenti, di attenzione progettuale e preferenziali che rendono il territorio del Comune di Olevano Romano non idoneo ad ospitare impianti di trattamento di rifiuti.
FATTORI ESCLUDENTI DI CARATTERE AMBIENTALE
NORMATIVA
– Distanza di 150 mt da corsi d’acqua (anche a carattere torrentizio)
L. 431/85, D.lvo 42/04 art.142, L.R.24/98, P.T.P.art.35
– Parchi/Riserve/Aree protette
(IDEM)
– Zone gravate da usi civici
(IDEM)
– Immobili o cose di interesse paleontologico
Dlvo 490/99, L.R.24/98, P.T.P
– Beni immobili e mobili di interesse naturale, estetico, etc
(IDEM)
– Aree percorse da fuoco
L.353/2000
– Prossimità aree protette (influenzate dalla diffusione degli impatti e/o negate alla fruizione)
PTP, PTPR, PRG, Dlvo 42/04
– Prossimità aree con beni immobili e mobili di valore naturale, estetico, etc
(IDEM), Dlvo 490/99, L.R. 24/98
– Vincolo di rimboschimento
Dlvo 42/04, L.R. 24 /98, L.R. 39/02, PTPR
– Siti interesse comunitario (SIC)
Direttiva 92/43, Direttiva 79/409, DPR 357/97 aggiornato con DPR 120/2003
– Zone protezione speciale (ZPS)
(IDEM)
FATTORI ESCLUDENTI PER ASPETTI IDROGEOLOGICI
NORMATIVA
– Aree destinate al contenimento delle piene individuate dai Piani di Bacino (L.183/89)
Dlvo 152/06, NTAPAI artt.23/26
– Fasce rispetto punti approvvigionamento idrico ad uso potabile
DPR 236/88, Dlvo 152/99
– Aree a rischio idrogeologico
L. 267/98, NTAPAI artt.16/18
FATTORI ESCLUDENTI PER ASPETTI TERRITORIALI
NORMATIVA
– Edifici sensibili, turistici, sportivi. Espansione residenziale
PRG
– Aree montane sup.1200 mt
Dlvo 42/04
– Aree con interferenze visuali rispetto a percorsi di importanza storica e naturalistica
FATTORI ESCLUDENTI A MENO DI SPECIFICO NULLA-OSTA
NORMATIVA
– Beni storici, artistici, archeologici ex L.1089/39
Dlvo 490/99
– Vincoli paesistici e paesaggistici ex L.1497/39
Dlvo 490/99, L.431/85
FATTORI DI ATTENZIONE PROGETTUALE
NORMATIVA
– Aree sismiche
L.64/74
– Interferenza con qualità risorse idriche superficiali e sotterranee
Dlvo 152/06
– Vincolo idrogeologico
R.D.3267/23
– Aree esondabili
L.267/98, NTAPAI artt.23/26
– Aree in frana o erosione
L.267/98, NTAPAI artt.16/18
– Area con distanza inf.500 mt da case sparse e 1000 mt da edificato urbano
– Fasce rispetto infrastrutture (anche strade locali),servizi a rete
– Microclima sfavorevole per diffusione inquinanti
– Aree agricole di particolare pregio (vigneto DOC, oliveto, colture biologiche)
DMAF 23/10/92, Regolamento CEE 2081/92, Regolamento CEE 2092/91,
Dlvo 228/2001
3. Contrario alle direttive e alle deliberazioni Comunali
L’Amministrazione Comunale di Olevano Romano, con il consenso unanime del Consiglio Comunale, ha considerato negli anni recenti la possibilità di realizzare sul territorio comunale un impianto di compostaggio, finalizzato a trattare l’umido domestico proveniente dalla raccolta domiciliare dei rifiuti urbani per trasformarli in compost di qualità da utilizzare per la concimazione non chimica dei terreni agricoli. In tale ottica la deliberazione consiliare n. 54 del 27.10.2008 ha approvato il progetto preliminare di un ecocentro che avrebbe ospitato l’isola ecologica, la struttura di supporto per il gestore della raccolta domiciliare dei rifiuti ed un impianto di compostaggio, quest’ultimo promosso dalla Comunità Montana dell’Aniene a servizio dei Comuni della stessa.
Con successiva deliberazione consiliare n. 80 del 13.11.2009 è stato approvato lo studio di fattibilità dell’impianto di compostaggio, redatto dall’Ufficio Tecnico comunale, per una potenzialità di 45.000 tonn/anno di rifiuti.
Successivamente, anche su sollecitazione del costituito “Comitato di salvaguardia ambientale? la realizzazione di un impianto di Compostaggio Sostenibile” e di numerosi cittadini, i quali argomentavano l’insostenibilità di un impianto di tali dimensioni illustrandone l’elevato impatto ambientale per il territorio di Olevano Romano, il Consiglio Comunale, nella sua interezza, recependo e facendo proprie queste ragioni, le concretizzava nella approvazione della deliberazione n. 15 del 12.02.2010 che stabiliva il blocco della procedura ed il ritiro della deliberazione consiliare n. 80/2009.
Con Delibera Consiliare n 98 del 29.12.2010 si èaltresì istituita una Commissione
Consiliare speciale denominata “Commissione Impianto di Compostaggio” presieduta dal Sindaco, composta da due Consiglieri di maggioranza, due Consiglieri di minoranza e quattro componenti esterni nominati da maggioranza e minoranza, per lo studio e la preparazione della documentazione necessaria per le osservazioni avverse alle indicazioni circa la localizzazione di un impianto di compostaggio ad Olevano Romano da 60.000 tonn/anno, come riportato nello schema del Piano regionale rifiuti proposto.
4. Contrario all’opinione prevalente della Comunità locale di Olevano Romano
Nel corso dell’anno 2010 si è costituito un comitato di cittadini prevalentemente residenti in Olevano Romano e denominato “Comitato di salvaguardia ambientale e la realizzazione di un impianto di Compostaggio Sostenibile”. Tale comitato, che ha raccolto circa 800 aderenti in poche settimane, ha promosso cinque iniziative di pubblico dibattito partecipate da cittadini e consiglieri comunali, nelle quali si è evidenziata una sostanziale e ragionevole avversità della Comunità nei confronti della realizzazione di un impianto di compostaggio.
Tra le iniziative intraprese dal detto Comitato, cofirmatario il CODACONS nazionale, sono stati richiesti gli atti relativi all’iter dell’impianto di compostaggio alle amministrazioni locali, compresa quella regionale del Lazio.
Non avendo avuto alcuna risposta in tale senso, il Comitato ed il CODACONS nazionale, hanno ritenuto necessario il ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Nell’udienza unica del 7.12.2010 l’avvocato della Regione Lazio ha dichiarato la non esistenza allo stato di iter autorizzativi relativi ad un impianto di Compostaggio sul territorio di Olevano Romano.
Verifiche successive presso gli uffici competenti della Provincia di Roma giungevano a conclusioni analoghe.
Nessuna iniziativa di senso strettamente favorevole alla realizzazione di un impianto di compostaggio delle dimensioni citate nella DGR in oggetto si è registrata tra la cittadinanza.
5. Inadeguatezza delle infrastrutture di trasporto
Non vi è disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati, cosicché le indispensabili vie d’accesso risultano essere inadeguate allo scopo.
Il conferimento inoltre apporterebbe un significativo aggravio sulla già precaria viabilità rurale con conseguenze disastrose sul traffico locale.
La più vicina infrastruttura viaria verso il Comune di Roma e la provincia di Frosinone è l’Autostrada A1 alla quale si accede tramite i caselli autostradali di Valmontone o Colleferro, per una distanza complessiva dalla capitale di circa 60 km. Entrambi questi caselli distano da Olevano Romano più di 20km e si giunge ad essi attraverso strade di non elevata classificazione, con larghezze medie ridotte, pendenze e tortuosità rilevanti e che presentano notevoli difficoltà di percorribilità durante l’intero periodo invernale per la presenza di ghiaccio e in caso di neve.
Nel caso di accesso dal casello di Valmontone, sarebbe necessario l’attraversamento del tratto cittadino della via Casilina e del tratto urbano del Comune di Genazzano.
L’accesso attraverso il casello di Colleferro prevederebbe il percorso di un tratto di circa 3 Km di strada provinciale dissestata, che presenta un ponte di ridotta portata e dimensioni, nonché una pendenza, per un tratto di circa 500m, di circa il 15%. La larghezza media di questa strada è minore di 5m.
C’è da osservare che la presenza tra Valmontone, Colleferro, Anagni e Artena di una vasta zona commerciale (outlet e Parco giochi), di numerosi impianti industriali e di trattamento rifiuti, grava già notevolmente sui i caselli autostradali e sulla già insufficiente viabilità ordinaria locale.
L’accesso dal Comune di Roma tramite strade statali, dovrebbe svolgersi attraverso la via Prenestina o Casilina e la SS155. Ciascuna di queste soluzioni risulterebbe improponibile per l’eccessivo traffico sia interno alla Capitale che lungo i numerosi centri abitati (San Cesareo, Zagarolo, Palestrina, Cave, Genazzano, Gallicano), attraversati dalle stesse per raggiungere Olevano
Questa viabilità presenta inoltre larghezze medie spesso inferiori ai 5,5 m.
L’accesso tramite l’autostrada A24 e i circa 30 km di strade ordinarie attraverso la SS411 nella Valle dell’Aniene e del Sublacense, risulterebbe ugualmente difficoltosa per la presenza di dislivelli notevoli (circa 300m in 3 Km) e per la bassa classificazione delle strade presenti, come la Affile – Bellegra – Olevano.
Infine, la viabilità rurale interna al Comune di Olevano Romano, necessaria per il raggiungimento dell’effettiva localizzazione di un eventuale impianto, presenta larghezze medie di circa 4m e una mediocre classificazione.
In definitiva, c’è da osservare che sarebbe necessario prevedere un adeguamento viario estremamente oneroso, sia per l’accesso autostradale e stradale, che per la stessa viabilità interna al Comune di Olevano Romano.
Considerando la potenzialità prevista di almeno 60.000 tonn/anno e un carico medio per veicolo di circa 20 tonn, si avrebbero almeno 4.500 movimentazioni per anno, senza considerare veicoli di servizio e mantenimento dell’impianto.
Tutto ciò è da confrontare, al momento attuale, con la sostanziale assenza del traffico pesante sulle strade locali interessate.
6. Inadeguatezza delle Stime Tecniche
La precisa localizzazione dell’impianto in oggetto, seppur non indicata dalla DGR in discussione, risulterebbe improponibile a causa della forte urbanizzazione delle zone agricole olevanesi, trovandosi quindi in contrasto con quanto riportato dai fattori escludenti delle direttive nazionali e regionali ricordate nel punto 2.
Allo stesso modo, la mancanza di riferimenti specifici alle aree individuate dal P.R.G.C. rendono impossibile qualsiasi valutazione del rischio specifica e delle relative misure di mitigazione.
Inoltre, per quanto meglio specificato nei punti a seguire del presente documento, e con riferimento alla “Tabella 23. Relazioni causa/effetto sull’ambiente per tipologia impiantistica” ed alla “Tabella 24. Matrice di valutazione della significatività degli effetti ambientali” dell’allegato “Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Sintesi non tecnica” della DGR in discussione, risultano essere molteplici i punti di tipo ambientale e di economia locale in contrasto con le caratteristiche di localizzazione ed esercizio dell’impianto proposto.
A titolo di esempio, basti ricordare la forte frammentazione dei fondi agricoli, le dimensioni dell’impianto proposto, la ricca presenza di corsi d’acqua, le misure di limitazione degli odori.
Più in generale, le stime tecniche rendono impossibile la valutazione precisa dell’impatto negativo sull’economia locale.
7. Effetti negativi sulle risorse ambientali ed antropiche
Il Comune di Olevano Romano si trova nel settore sud-orientale della Provincia di Roma, estendendosi su 26,12 km2, con 6.882 abitanti e una elevata densità abitativa di 263,48 ab/km². Morfologicamente quasi totalmente collinare, circa l'80%, con numerose quote comprese tra 245 e 700 m s.l.m, con escursioni altimetriche frequenti, segnate da numerosi corsi di acqua, classificati come di seguito riportato:
Fiume Sacco, Fosso di Morano, Fosso della Brecciaia, tutti classificati e protetti dal D.L. n.42/2004; Inoltre 60 corsi d’acqua protetti dal piano regolatore comunale vigente.
Il territorio è compreso tra il versante meridionale della valle dell'Aniene e l’alta valle del fiume Sacco, le sorgenti del quale si trovano localizzate tra i comuni di Olevano, Bellegra, San Vito Romano e Genazzano.
Occorre sottolineare che il territorio di Olevano, situato sulla riva sinistra del Sacco e legato al bacino idrografico dei monti Prenestini e alle pendici meridionali dei Simbruini, è da distinguersi da quello della bassa valle del fiume Sacco, che presenta sulla riva destra la cittadina di Colleferro e risulta legato al bacino dei monti Lepini.
Differenze maggiori sono marcate dall’uso prevalente del territorio per le attività agricole: mentre Olevano mantiene la tradizionale coltura intensiva prevalente della vite, dell’olivo ed orticola, la bassa valle del fiume Sacco presenta tra Anagni e Colleferro estensive colture cerearicole ed allevamento.
Ancora maggiore risulta essere la differenza nell’uso del territorio per le attività produttive, tali da dire che il territorio interessato non è assimilabile ad un territorio industriale e tantomeno di tipo industriale dismesso: nel caso olevanese è stato solo recentemente (circa negli ultimi dieci anni) realizzata una zona di attività produttive, prevalentemente di piccolo artigianato; al contrario nel territorio di Colleferro ed Anagni sono ben noti gli insediamenti storici di attività industriali pesanti (meccanica, cementificio, chimico-farmaceutico) e quelli più recenti dell’elettronica e del ciclo dei rifiuti (termovalorizzatori, discarica di Colle Fagiolara).
La diversa tipologia di utilizzo dei suoli ha fatto sì che il corso del fiume Sacco, nei comuni dell'Alta valle da Olevano a prima di Colleferro, presenta un livello di inquinamento quasi nullo, a differenza di ciò che accade a valle del comune di Colleferro, dove le acquepresentano un elevato grado di inquinamento chimico. Infatti il suddetto fiume dal territorio di Olevano prosegue il suo percorso verso le aree di Mola Piscoli e La Selva di Paliano per la quale la Regione Lazio il 02/12/2010 ha avviato il procedimento amministrativo per l’istituzione del Monumento Naturale denominato “Selva di Paliano e Mola de’ Piscoli” area naturale protetta.
Negli ultimi venti anni sul territorio di Olevano si è assistito ad una crescita costante della popolazione, grazie soprattutto al trasferimento di nuovi cittadini dalla capitale ed alla presenza di cittadini immigrati. Nelle zone rurali attualmente si conta una presenza di circa mille abitanti, con conseguente trasformazione del territorio prevalentemente da agricolo in agricolo-residenziale.
Il processo è stato favorito altresì dall’elevato grado di frammentazione agraria, tale da far risultare quasi irrilevante la percentuale di fondi di superficie maggiore ai 2 ha, determinando una densità abitativa in zona rurale pressoché costante, con abitazioni distanti appena una o due centinaia di metri in media. Questo ha di riflesso reso necessario l’uso della falda acquifera per uso civile.
A titolo di esempio, questo fenomeno ha favorito la creazione di un’area commerciale distante dal centro cittadino e permesso il raggiungimento dei parametri di legge per l’istituzione nella stessa area di una farmacia comunale.
8. Effetti negativi sul Paesaggio e sui Beni Culturali
La specifica peculiarità di Olevano dal punto di vista dei beni culturali, è costituita da valorivulnerabili che hanno bisogno di essere nutriti e possono venire compromessi in modo irreversibile da errate politiche del territorio.
Molte aree di Olevano Romano, sia nel centro cittadino che nelle zone rurali, sono riconosciute di interesse paesaggistico ed artistico attraverso Decreto Ministeriale dal 1956 e per questo soggette a vincoli artistici ed ambientali.
Più recentemente simili tutele sono state ribadite con art. 46 L.R 29/77, DGR 11746/93 e DGR 1100/2002.
In particolare, nella zona pianeggiante del territorio, è stato riconosciuto un parco archeologico attraverso art. 31 ter LR 29/98 (nei luoghi di rinvenimento di ville di epoca romana) ed un parco naturalistico lungo le rive del fiume Sacco.
La costruzione di qualsiasi impianto di dimensioni notevoli avrebbe un effetto negativo in termini di uso del suolo, di fruizione delle aree di pregio agricolo-ambientale e di impatto visuale sul paesaggio.
Olevano è conosciuto da una grande cerchia di viaggiatori europei a partire dalla fine del ‘700, quando divenne luogo d’incontro per gli artisti, prevalentemente pittori del paesaggio.
Centinaia di pittori giunsero in questi luoghi nel corso dell’800 da Germania, Austria, Danimarca, Inghilterra, Francia, Spagna, Finlandia, Svezia, Norvegia, Ungheria, Belgio, Russia, da altri paesi dell'est Europa, delle Americhe e dall’Australia. Nel Viaggio in Italia di questi artisti, arrivati a Roma, era naturale addentrarsi nella campagna romana e lungo la valle dell’Aniene fino ad Olevano alla scoperta del Paesaggio Eroico.
Questo movimento è continuato attraverso il ‘900 fino ai giorni nostri: la Repubblica federale tedesca possiede Casa Baldi dagli anni ‘30, luogo ben noto del passato, come locanda, fra gli artisti europei, oggi amato dalle decine di borsisti dell’Accademia tedesca di Villa Massimo. Stesso destino per un luogo maggiormente simbolico: la Villa e il bosco di querce della Serpentara, oggi proprietà dall'Accademia delle Arti di Berlino dal 1873.
Un secondo gruppo molto rappresentativo è quello degli artisti danesi, che continuano adarrivare e lavorare qui liberamente, come altri artisti e gruppi europei.
Tra i più importanti pittori tedeschi, danesi e anglosassoni che hanno lavorato nella campagna olevanese possiamo ricordare Joseph Anton Koch, Ludwig Richter, Anton Hallmann, Friedrich Salathé, Karl Lindemann-Frommel, Franz Gustav Arndt, Walter Strich-Chapell, Franz Helmut Becker, Heinz Hindorf, Friedrich von Olivier, Franz Theobald Horny, Ernst Meyer, Wilhelm Marstrand, P.C. Skovgaard, Edward Lear e Perry Williams.
Per i francesi un solo nome, Jean-Baptiste Camille Corot.
Rimangono oggi,testimoni dell’opera di questi pittori,alcune migliaia di opere sparse nelle collezioni d’arte del mondo, in Europa come in America e Nuova Zelanda.
Per le stesse ragioni estetiche ed ambientali, Olevano è stato portato nell’opera letteraria e cinematografica da D’Annunzio, Gadda e Pasolini.
Sul ruolo storico della pittura europea ad Olevano si è studiato fin dal 1930 e ancor più intensamente nel corso degli ultimi 20 anni. Per la salvaguardia di un così importante patrimonio si è costituito il Museo – Centro Studi sulla Pittura di Paesaggio del Lazio (http://www.amolevano.it/).
Principale patrimonio immateriale di questo Museo e della Comunità olevanese è il Paesaggio, valore vulnerabile di questo che fu un piccolo paese agricolo laziale.
9. Effetti negativi sull’economia locale, turismo ed enogastronomia
Per il detto valore ambientale e paesaggistico, molti visitatori e nuovi residenti mostrano un interesse crescente, auspicabile per ogni cittadina delle dimensioni olevanesi, contribuendo all’economia locale in modi diversi (dal commercio alla ristorazione, dai servizi alla piccola edilizia) e, non ultimo, alla vita culturale.
L’economia di ospitalità olevanese vive delle seguenti categorie:
– Cittadini italiani e stranieri che possiedono o affittano seconde case per lunghi periodi, per un totale di circa 40 appartamenti. Tra questi diversi artisti, in particolare stranieri, in aumento costante.
– Ospitalità presso famiglie, piccoli alberghi o B & B. Soggiorni per una o due settimaneche spesso riportano ad una nuova visita. Tra questi si trovano spesso artisti, che poi diventano gli ambasciatori di questi luoghi.
– Turismo per convegni culturali in concomitanza di inaugurazioni di mostre d'arte, promosse dal Museo o da altre istituzioni, anche universitarie estere.
– Visite di uno o due giorni, soprattutto legate all’enogastronomia locale ed alla visita delle cantine di produzione del DOC Cesanese.
C’è da osservare che grazie alle richieste del mercato esterno ed interno, in particolare per la ristorazione di qualità, iniziano a svilupparsi sul territorio varie aziende di colture biologiche.
Tutta questa economia verrebbe indubbiamente compromessa dalla realizzazione di un impianto come proposto dalla DGR in discussione. Si veda a tal proposito l’allegata “Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Sintesi non tecnica”, a pagina 62, “Tabella 24. Matrice di valutazione della significatività degli effetti ambientali”, dove tra i criteri relativi agli impianti di compostaggio, si legge, a titolo di esempio, il molto probabile impatto ambientale sulle acque superficiali e sotterranee, sul suolo, sul paesaggio e i Beni Culturali, Ambientali, sulla Popolazione e l’economia.
Il paese è anche famoso per la produzione del Vino DOC “Cesanese di Olevano Romano” prodotto principalmente da uva “Cesanese" (riconoscimento con decreto del 29.05.1973) unico vitigno rosso autoctono del Lazio. Tale vitigno trova la giusta dimora in questa area dell’Alta Valle del Sacco, una delle zone della Regione Lazio ad alta vocazione vinicola, riconosciuta sia in Italia che all’estero, che vede un estensione di vigneti per 3600 ettari circa, che vanno da Olevano Romano (Rm) al Piglio (Fr) con significative realtà presenti nei comuni del Serrone (Fr), Affile (Rm), San Vito Romano (Rm) e Genazzano (Rm).
Negli ultimi dieci anni a seguito delle ricerche, degli investimenti e delle campagne promozionali, incentrate sulla caratterizzazione del prodotto come unicum con il suo territorio di origine, effettuati dalle aziende e dalle istituzioni, questo vitigno e il suo territorio si sono affermati nei mercati nazionali ed internazionali. Innumerevoli i premi e riconoscimenti prestigiosi che i produttori di questa area hanno ricevuto e che fanno oggi di questo vino una delle eccellenze enologiche della Regione Lazio, la quale ha riconosciuto ai sensi dell’art. 5 della Legge Regionale n° 21 del 3 agosto 2001 la “Strada del vino Terra del Cesanese di Olevano Romano” con Delibera di Giunta n° 733 del 28 settembre 2007.
10. Effetti negativi su area vasta
Il territorio del comune di Olevano Romano è contiguo ai territori dei comuni di Bellegra, Roiate, Rocca S. Stefano, San Vito Romano, Genazzano, Serrone, Paliano, Piglio ed Affile su una superficie complessiva di circa 180 km2, con i quali condivide la specificità geografica e ambientale relativa all’origine del bacino idrografico del fiume Sacco, il valore ambientale della pregevolezza paesaggistica e la comune radice storico-artistica.
Dal punto di vista socio-economico, questo territorio è accomunato dall’inadeguatezza delle infrastrutture di trasporto, l’uso prevalentemente artigianale ed agricolo del suolo con le conseguenti produzioni vinicole di qualità (Cesanese Doc e Docg), l’impostazione artigianale e turistica ed enogastronomica della economia locale.
La realizzazione di impianto di compostaggio di 60.000 tonn/annue sul territorio di Olevano Romano, secondo per dimensioni della Regione Lazio, risulterebbe un onere ecologico sproporzionato per queste piccole comunità, che condividerebbero per il detto Principio di prossimità, gli aspetti negativi già citati nella analisi del territorio olevanese.
11. Effetti Cumulativi
Come già documentato dalla proposta di piano regionale della giunta Marrazzo e ribadito dalla proposta della giunta Polverini, la bassa valle del Sacco e la vicina provincia di Frosinone, presentano già oggi numerosi impianti di trattamento rifiuti. Una lista non esaustiva comprende:
– Colfelice:Impianto di selezione dei rifiuti urbani- linea di compostaggio),
– Colleferro:Impianto di preselezione e riduzione volumetrica di RSU. Impianto di produzione di CDR (da autorizzare). Impianto produzione FOS. Due impianti di termovalorizzazione di CDR. (inceneritori). Discarica di Colle Fagiolara.
– Paliano:Impianto di recupero rifiuti provenienti dall'impianto di Colfelice per la produzione Combustibile da rifiuto nel proprio impianto ed annessa area di stoccaggio (Decreto n. 66 del 30/07/2003)
– San Vittore:Termovalorizzatore Impianto di termovalorizzazione di CDR. (Inceneritore)
In questa ottica, sul piano della programmazione generale della politica dello smaltimento rifiuti, è chiaro che la localizzazione di tali impianti nelle zone della Provincia di Roma ed in quella vicina di Frosinone, lontane dal comune di Roma, è in atto da molto tempo.
E’ noto come il complesso di questa impiantistica, assieme al forte insediamento industriale, è da ritenersi responsabile della situazione di criticità ambientale della Valle del Sacco, a partire da Colleferro.
Meno noto è che gli studi epidemiologici incrociati con varie indagini sulla direzione prevalente dei venti ed altri parametri orogeografici, hanno portato ad individuare nell’area a nord-est della stessa concentrazione industriale, contro le pendici meridionali dei monti Simbruini e Prenestrini, nel quale il territorio di Olevano si trova inserito, le maggiori concentrazioni di fallout di polveri ed altri inquinanti.