
Il Messaggero Fr 11.07.11, pp.31 (prima) e 32 – di Vittorio Buongiorno
[In allegato articolo Ciociaria oggi 11.07.11 p.5 – Contraerea ambientalista]
Aeroporto, chi accelera e chi frena. Questa mattina l’assemblea dei soci di Adf spa varerà l’aumento di capitale che consentirà l’ingresso della Regione nella spa. Mentre domani pomeriggio a Ferentino il Comitato no aeroporto ha organizzato una assemblea pubblica alle 18. Passano gli anni, dunque, e le posizioni restano le stesse. Ma intanto la nuova variante al Piano territoriale regionale per l’attuazione dell’Area aeroportuale intermodale di Frosinone pubblicata proprio in questi giorni dall’Asi, una volta ottenuto l’ok della Regione, consentirà nel giro di pochi mesi l’avvio degli espropri delle aree necessarie all’opera infrastrutturale, malgrado ad oggi non sia chiaro se questo aeroporto verrà mai realizzato e malgrado una consistente fetta di popolazione sia decisamente contraria.
Continua a pag. 32
Adf vara l’aumento di capitale per far entrare la Regione nella spa, il Comitato per il no torna all’attacco
Leggendo la relazione tecnica sul progetto di variante si scopre che «dallo stato di fatto del Ptr vigente si rileva che al 31 dicembre 2002 nell’Agglomerato industriale di Frosinone, esteso complessivamente per 2.193,38 ettari, su 1.360,15 ettari di Zona a destinazione produttiva previsti dal Ptr risultano ancora liberi da assegnazione 552 ettari pari al 40% delle aree programmate, senza contare che oltre il 35% delle aree assegnate restano nella realtà non utilizzate. Questo consente di stimare di scarsa incidenza sull’offerta attuale complessiva di Zona produttiva dell’Agglomerato il cambio di destinazione in Zona aeroportuale e l’eliminazione del piccolo ambito produttivo adiacente, previsti dalla Variante per complessivi 64,24 ettari».
(segue – leggi tutto)

Il Messaggero Fr 11.07.11, pp.31 (prima) e 32 – di Vittorio Buongiorno
[In allegato articolo Ciociaria oggi 11.07.11 p.5 – Contraerea ambientalista]
Aeroporto, chi accelera e chi frena. Questa mattina l’assemblea dei soci di Adf spa varerà l’aumento di capitale che consentirà l’ingresso della Regione nella spa. Mentre domani pomeriggio a Ferentino il Comitato no aeroporto ha organizzato una assemblea pubblica alle 18. Passano gli anni, dunque, e le posizioni restano le stesse. Ma intanto la nuova variante al Piano territoriale regionale per l’attuazione dell’Area aeroportuale intermodale di Frosinone pubblicata proprio in questi giorni dall’Asi, una volta ottenuto l’ok della Regione, consentirà nel giro di pochi mesi l’avvio degli espropri delle aree necessarie all’opera infrastrutturale, malgrado ad oggi non sia chiaro se questo aeroporto verrà mai realizzato e malgrado una consistente fetta di popolazione sia decisamente contraria.
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Adf vara l’aumento di capitale per far entrare la Regione nella spa, il Comitato per il no torna all’attacco
Leggendo la relazione tecnica sul progetto di variante si scopre che «dallo stato di fatto del Ptr vigente si rileva che al 31 dicembre 2002 nell’Agglomerato industriale di Frosinone, esteso complessivamente per 2.193,38 ettari, su 1.360,15 ettari di Zona a destinazione produttiva previsti dal Ptr risultano ancora liberi da assegnazione 552 ettari pari al 40% delle aree programmate, senza contare che oltre il 35% delle aree assegnate restano nella realtà non utilizzate. Questo consente di stimare di scarsa incidenza sull’offerta attuale complessiva di Zona produttiva dell’Agglomerato il cambio di destinazione in Zona aeroportuale e l’eliminazione del piccolo ambito produttivo adiacente, previsti dalla Variante per complessivi 64,24 ettari».
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Una ammissione esplicita del fallimento della mission industriale dell’area del Consorzio Asi visto che il 50% delle aree non sono assegnate e di quelle assegnate il 35% non sono utilizzate. La nuova mission dovrebbe dunque essere quella dell’aeroporto. «Malgrado il progetto aeroportuale in pista oggi è sostanzialmente lo stesso del 2009, sonoramente criticato da Enac e da altri enti tecnici nel corso della conferenza dei servizi regionale del 4 novembre 2009 – commenta Francesco Bearzi, coordinatore provinciale Retuvasa – Il territorio interessato resta il medesimo (circa 300 ettari); la sostenibilità economica invece scende insieme al numero di passeggeri/anno previsti. Qual è il senso di questa operazione?».
«Nella relazione tecnica alla Variante ASI il Consorzio si preoccupa di giustificare l’abbandono di 60 ettari di area produttiva – insiste Bearzi – a fronte di un aumento complessivo di 289 ettari di area ASI, osservando in buona sostanza che il 61% delle aree sono non assegnate o inutilizzate. Perché allora ha continuato ad allargarle per decenni? L’appeal turistico e il risanamento ambientale sono punti programmatici importanti della maggioranza provinciale, in parte mantenuti. Perché allora si è lasciata cadere una prospettiva sistematica di sviluppo sostenibile come quella profilata dal master plan della Fondazione Kambo?».
Già, il master plan realizzato dall’architetto Andreas Kipar che punta (o dovremmo dire puntava?) ad uno sviluppo sostenibile per la Valle del Sacco. Proprio Kipar era stato sferzante sull’aeroporto: «Inutile, come il Ponte sullo stretto di Messina», aveva detto lo scorso anno dalle colonne del Messaggero. «Questa polarizzazione sul sì o no accade solo perché c’è grande insicurezza e non c’è voglia di affrontare i veri problemi, è una fuga in avanti per aspettare ancora una volta un miracolo – aveva detto l’architetto – L’aeroporto non serve a niente, è come il ponte sullo stretto di Messina, non ha senso. Qui l’accessibilità veloce già c’è. E’ la vecchia logica di attirare grandi capitali, che invece non ci sono più. Il mondo sta cambiando, le vecchie ricette non funzionano più, la Valle del Sacco deve diventare laboratorio del futuro». Sono passati altri otto mesi, il mondo è cambiato un altro po’, ma siamo sempre lì ad aspettare l’aeroporto.
Aerostazione e servizi, un milione di metri cubi
La zona aeroportuale compresa nella variante è estesa per 300 ettari, ed è «ottenuta in ampliamento in area agricola per circa 240 ettari e per cambiamento di destinazione di una limitata parte produttiva contigua per circa 50 ettari». Mentre altri 3 ettari di zona produttiva saranno mangiati da viabilità aeroportuale (3 ettari), e 41 ettari di zone verdi di rispetto diventeranno zone di sicurezza della pista di volo (41 ettari). Poi 6 ettari serviranno per l’eliporto civile e 74 per l’Interporto.
Scorrendo i numeri contenuti nella relazione tecnica allegata al progetto di variante dell’Asi si scopre che il dimensionamento dei parcheggi viene calcolato su un flusso a massimo regime pari a 5 milioni di passeggeri, quando pareva ormai assodato che il numero massimo consentito da uno scalo regionale quale viene considerato potenzialmente Frosinone è pari esattamente alla metà: 2,5 milioni di passeggeri annui.
Anche gli indici di edificabilità per la zona aeroportuale vengono calcolati per un traffico a metà strada tra lo scalo nazionale e quello regionale: 3,5 milioni di passeggeri. E quindi si presume la necessità di realizzare 15 mila metri quadrati di superficie coperta per una altezza di 20 metri per un totale di circa 400 mila metri cubi (con un indice di edificabilità che è quindi pari a 0,35 mc/mq). A questi volumi vanno aggiunti quelli per gli hangar, ovvero altri 600 mila metri cubi coperti.
Sono invece molto più alti gli indici di edificabilità previsti per l’area a servizi commerciali e ricettivi: 2,4 metri cubi per metro quadro. Un indice che va applicato – spiega il progettista – nel 40% dei 9 ettari con questa destinazione, per un volume complessivo pari a 220 mila metri cubi. In tutto, tra zona aeroportuale si prevede quindi la realizzazione di oltre un milione di metri cubi.
