Terra news, 09.08.11
Assestamento bilancio, i soldi al clan di Renata
Un vero pozzo senza fondo il collegato all’assestamento di bilancio. Un unico articolo, con 172 commi, dove la maggioranza di centrodestra della Regione Lazio ha infilato tutti i desiderata dei grandi elettori. Non solo Fondi: si va dagli asili nido privati, alla modifica del piano Casa approvato due giorni prima: «Un vero e proprio elenco di commi ad personam – commenta il Presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio – che ci pone di fronte ad una emergenza democratica, con una procedura che ha calpestato ogni confronto».
Terra news, 09.08.11
Assestamento bilancio, i soldi al clan di Renata
Un vero pozzo senza fondo il collegato all’assestamento di bilancio. Un unico articolo, con 172 commi, dove la maggioranza di centrodestra della Regione Lazio ha infilato tutti i desiderata dei grandi elettori. Non solo Fondi: si va dagli asili nido privati, alla modifica del piano Casa approvato due giorni prima: «Un vero e proprio elenco di commi ad personam – commenta il Presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio – che ci pone di fronte ad una emergenza democratica, con una procedura che ha calpestato ogni confronto».
Il pallino per il cemento il governatore Polverini sembra averlo innato: «Grazie ad un emendamento – ha spiegato il Presidente nazionale dei Verdi e Capogruppo in Regione, Angelo Bonelli – si realizzeranno ben sei milioni di metri cubi di cemento ad Acilia, area ex Italcable, negli ex uffici Alitalia a Tor Vergata e alla Bufalotta». Ma oltre al mattone, la legge approvata sabato scorso, in piena seduta notturna, non ha risparmiato altri settori delicati, come gli asili nido. Secondo Nando Bonessio «per regalare 15 milioni di sovvenzioni ai privati in materia di asili nido il centrodestra non si è fatto scrupoli ad abbassare i requisiti essenziali, cosa che trasformerà gli asili, pubblici e privati, in dei veri e propri pollai-parcheggi».
Scorrere il lungo elenco dei commi approvati riserva sorprese inaspettate. Al regista Franco Zeffirelli la regione Lazio regala una fondazione, mentre per le centinaia di fattorie della valle del Sacco, sull’orlo del fallimento dopo la contaminazione dal Lindano, il governo Polverini stanzia appena centomila euro. C’è poi il premio “Euro d’oro”, la fondazione delle ville Tuscolane, l’istituzione del Museo delle vittime del terrorismo e il fondo per «la valorizzazione dell’identità territoriale», che può contare su un tesoretto di una decina di milioni di euro per il triennio 2011-2013. Al comma 127 si parla anche di rifiuti, citando apertamente l’esistenza dell’emergenza: in questo caso la Regione stanzia due milioni di euro, senza però specificare le modalità di utilizzo.
La cifra totale inserita nella manovra raggiunge i duecento milioni di euro, una fetta consistente del budget regionale. Una torta gestita saltando tutti i meccanismi minimi del confronto democratico, senza far conoscere prima il testo, chiedendo, in sostanza, un voto in bianco. L’opposizione, subito dopo il voto, ha chiesto l’intervento di Giorgio Napolitano, per valutare l’eventuale violazione delle norme fondamentali sul bilancio.
Salvatore Cappello ala guida di AMA
Terra news 10.08.11
LAZIO. Salvatore Cappello lascia l’Amsa di Milano, per prendere in mano le sorti della romana Ama. Sul tavolo trova il pasticcio Malagrotta.
Per Salvatore Cappello, manager storico della municipalizzata milanese dei rifiuti Amsa, prendere in mano le sorti di Ama è una sfida niente male. Per lui che viene dal mondo milanese legato a Comunione e liberazione entrare nelle alte sfere del regno nero di Alemanno significa giocarsi tutto, nome e carriera. La situazione nel Lazio è caotica, con la bomba politica ed economica della scelta del nuovo sito per la discarica romana pronta ad esplodergli tra le mani. Sul tavolo del nuovo amministratore delegato Cappello c’è poi il rapporto con il vero convitato di pietra del sistema romano dei servizi pubblici, la figura dell’avvocato della monnezza, Manlio Cerroni. Cappello era entrato in Amsa subito dopo gli studi all’Università cattolica del Sacro Cuore, nel febbraio del 1990. Si è sempre occupato della parte amministrativa, fino a diventare, nel 2008, direttore generale.
Ha attraversato il periodo peggiore per la gestione dei rifiuti a Milano, gli anni dell’emergenza, superata poi senza grandi problemi. Nessuna inchiesta lo ha mai colpito, fatto notevole per chi ha in mano la gestione di uno dei settori più delicati per qualsiasi amministrazione comunale. A Milano la differenziata non è certo ai vertici delle classifiche dei comuni virtuosi, ma senza dubbio è ben al di sopra delle misere cifre della capitale. Dunque, Cappello si presenta nella capitale con credenziali credibili. La scelta del nuovo amministratore delegato di Ama va però analizzata nel contesto complesso della gestione dei rifiuti nel Lazio, regione a forte rischio emergenza, dove il ciclo di basa quasi esclusivamente sulle discariche, con fortissimi interessi nell’avvio di nuovi impianti di incenerimento.
Il nodo cruciale da risolvere riguarda il futuro delle migliaia di tonnellate – circa 4000 – che ogni giorno Roma produce e che hanno composto quello che tutti chiamano l’ottavo colle, la gigantesca discarica di Malagrotta. Renata Polverini, pochi mesi dopo la sua elezione, in commissione rifiuti aveva già dato per persa la sfida sulla differenziata, spiegando senza mezzi termini che l’obiettivo del 60%, previsto per legge per il 2011, non sarebbe stato mai raggiunto. Una vera pacchia per l’avvocato Cerroni, che sulle discariche ha costruito il suo regno, divenuto da tempo multinazionale. Lo scorso luglio è iniziato il gioco tattico sul nuovo sito per la monnezza romana. Alemanno – che non ha mai mostrato simpatia per il gruppo Cerroni – aveva provato a sponsorizzare i terreni del demanio militare di Allumiere, vicino Fiumicino. Nulla è accaduto.
Nel frattempo, però, il previdente avvocato ha iniziato a preparare alcuni invasi nelle sue proprietà nella zona di Testa di cane, proprio di fianco all’attuale discarica di Malagrotta. Come hanno denunciato i comitati locali, da almeno un paio di mesi le ruspe stanno spianando la zona, mentre gli operai stendono i teli per isolare il terreno. Dalle foto scattate nei giorni scorsi quegli invasi hanno tutta l’aria di una nuova gigantesca discarica. La scelta del sito – in ogni caso – non sarà indolore, anche perché è evidente la linea della Regione Lazio nel voler in ogni caso mantenere in piedi il sistema basato sulle discariche. Per evitare ricadute politiche, il governo Berlusconi ha accolto l’idea di commissariare il passaggio da Malagrotta al nuovo invaso, affidando al prefetto di Roma la firma di quell’atto pesante.
Qualunque cosa accado dopo, Alemanno e Polverini potranno sempre tirarsi indietro, scaricando le responsabilità sul rappresentante del governo. L’arrivo del ciellino Cappello si lega direttamente all’altra grande partita in corso nella regione Lazio sui rifiuti e riguarda il pagamento del servizio di discarica. Manlio Cerroni in commissione rifiuti ha chiaramente puntato il dito su questo punto: «Io so solo che se la regione Lazio va in sofferenza è per problemi finanziari, perché qui non paga nessuno. Questo è il problema». Nell’elenco dei debitori il comune di Roma è oggi al primo posto, con cifre milionarie. Cerroni ha più volte minacciato di lasciare fuori dalle discariche i camion con i rifiuti provenienti dai comuni morosi, facendo immaginare come la questione finanziaria alla fine abbia un peso notevole nella scelta del nuovo sito. Il dossier romano di Salvatore Cappello è sicuramente complesso.
Il suo background politico di riferimento – arriva dalla città di Saronno, collegio elettorale di Maurizio Lupi, esponente di punta del mondo di CL – è sicuramente in ascesa. Resta da capire perché Gianni Alemanno abbia fatto ricorso a patti non detti con questa parte del Pdl e, soprattutto, quale piano industriale porterà in Ama l’ex capo dell’Amsa milanese. Va infine considerato che la stessa Amsa ha una quota non secondaria in A2A, la società che gestisce l’inceneritore di Brescia e, soprattutto, quello di Acerra. Renata Polverini nel frattempo sta preparando l’ingresso ufficiale della Regione nel grande market della monnezza, costituendo la Lazio Ambiente, neo società per ora completamente pubblica che è intenzionata ad ereditare il patrimonio del gruppo Gaia di Colleferro. Nella lista di nozze ci sono una delle poche discariche non ancora in esaurimento e due inceneritori, oltre ad un immenso bacino di consenso elettorale garantito da un migliaio di dipendenti. Da settembre la partita inizierà ad entrare nel vivo.
