Rassegna stampa 19.01.12

Piano rifiuti regionale, la situazione della Ciociaria
Il Messaggero FR 19.01.12 p. 35

Piano rifiuti regionale, la situazione della Ciociaria
Il Messaggero FR 19.01.12 p. 35
Passa il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti. Il via libera è arrivato ieri dal Consiglio della Pisana con 40 voti favorevoli e 23 contrari. Il Lazio è stato ripartito in cinque ambiti territoriali ottimali (Ato), «che corrispondono, con alcune piccole distinzioni, ai territori delle cinque province», si legge in una nota dell’ufficio di presidenza. Ed è proprio questo un terreno di scontro politico. Come sottolineato dal consigliere Pd Francesco Scalia, che si è mostrato critico verso il Piano, «Paliano e Anagni sono stati inseriti nell’Ato della provincia di Roma». E fa discutere anche l’ipotesi di un’eventuale attivazione di un impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) dei rifiuti a confine tra i due comuni ciociari: lo stesso Scalia ha presentato un ordine del giorno, mentre i sindaci di Anagni e Serrone hanno espresso la loro contrarietà. Ma c’è un altro aspetto al centro del dibattito: nell’Ato che comprende la Ciociaria figurerebbe anche qualche comune pontino, Gaeta e Minturno. Il tutto sarebbe contenuto in un bozza collegata al Piano, ma non definitiva. La Provincia di Frosinone, intanto, ha già presentato delle osservazioni, chiedendo di ridiscutere questo punto. «Oggi incontrerò i tecnici per esaminare il piano regionale dei rifiuti e affrontare le varie questioni, tra cui quella relativa ai confini degli Ato», ha affermato l’assessore provinciale all’Ambiente Massimo Ruspandini. All’interno degli Ato, come spiegato dalla Regione, bisognerà «organizzare i servizi di raccolta e smaltimento» nonché «garantire l’autosufficienza degli impianti di Tmb dei rifiuti urbani indifferenziati e di quelli di smaltimento (discariche)». In caso di carenza di impianti, varrà il cosiddetto «principio di prossimità»: un Ato, infatti, potrà utilizzare in via provvisoria strutture presenti in altri Ambiti.
La presidente della Regione, Renata Polverini, ha affermato che si tratta di «un piano che entra nel merito delle questioni, parte dalla raccolta differenziata ed arriva alla chiusura integrata del ciclo dei rifiuti, e ci porterà in Europa con uno strumento che consente di evitare la procedura d’infrazione». Il Piano, però, non indica direttamente le aree idonee e quelle non idonee ad ospitare gli impianti, ma fissa i criteri per la localizzazione da parte delle Province nei loro strumenti di pianificazione territoriale. E se termovalorizzatori e gassificatori dovranno essere autosufficienti su base regionale, i tempi per la realizzazione degli impianti necessari a completare la dotazione complessiva laziale «sono stati stimati in 3 anni per quelli di Tmb, 5 per quelli di trattamento termico e 3 per quelli di compostaggio».
Dalla Pisana sottolineano che tra gli obiettivi del Piano, fino al 2017, ci sono la riduzione alla fonte della produzione di rifiuti e la realizzazione di un sistema integrato di impianti di recupero e smaltimento. Non solo. Un altro obiettivo è incrementare la raccolta differenziata: la soglia minima è stata fissata al 65% dal 2012. E se in Ciociaria ancora stenta a decollare verso alte percentuali, (a Campoli ad aprile scorso era stata raggiunta la soglia del 70% di raccolta Porta a Porta), il piano contempla la possibilità per i comuni di derogare agli obiettivi di raccolta differenziata, con un accordo di programma tra ministero dell’Ambiente, Regione ed enti locali.

Mario Felli: non abbassare la guardia
Ecco la notizia quotidiana 19.01.12

Anche il Comune di Serrone contro TMB Castellaccio
Il Messaggero FR 19.01.12 p. 35

«La Ciociaria non sarà la pattumiera di Roma». Nonostante il Piano regionale dei rifiuti, approvato ieri dalla Pisana, non faccia menzione di un impianto di Trattamento Meccanico Biologico da realizzarsi a Castellaccio, nel territorio del comune di Paliano al confine con Anagni, la proposta avanzata al Commissario Straordinario per i rifiuti Giuseppe Pecoraro dalle aziende romane continua a scatenare polemiche. Sul vento della protesta soffia la voce del sindaco di Serrone che chiama a raccolta i sindaci contro una tale ipotesi. «Siamo stanchi – dichiara Maurizio Proietto – di essere considerati solo quando c’è da accollarsi qualche problematica. L’ipotesi di utilizzare il sito in località Castellaccio per accogliere i rifiuti dei romani sarebbe una follia che noi sindaci della Provincia di Frosinone non possiamo consentire». L’invito di Proietto è rivolto al Presidente della Provincia di Frosinone affinché faccia «sentire la propria voce per difendere i comuni e stroncare sul nascere ogni malsana idea. Un appello – dice Proietto – lo rivolgo anche al consigliere regionale Franco Fiorito e al Presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese. Mi sia consentito ricordare ad entrambi – sottolinea – che in queste zone hanno raccolto voti che gli consentono di ricoprire cariche così importanti, che, mai come adesso, devono utilizzare per scongiurare un’eventualità di questo genere». Intanto, dopo la diffida a non autorizzare la costruzione dell’impianto inviata dal consiglio comunale di Anagni alla Regione, il consigliere regionale Francesco Scalia ha presentato un ordine del giorno per impegnare il Consiglio regionale «a chiedere alla Giunta di contrastare ogni iniziativa tesa alla realizzazione di nuovi impianti di TMB negli ambiti della Provincia di Roma e della Provincia di Frosinone». Su Facebook, però, dove si è creato il gruppo «Tutti uniti contro l’impianto di TMB a Castellaccio», prevale lo scetticismo. E’ il Comitato Ponte a non credere nella autosufficienza dei quattro impianti esistenti, «perché se così fosse – sostengono – non ci sarebbe motivo per cui Anagni e Paliano debbano stare in un ambito territoriale che non corrisponde alla Provincia».

SIF: l'aeroporto sia funzionale all'interporto
Il Messaggero FR 19.01.12 p. 31 (prima) – di Denise Compagnone
Se Interporto ed Aeroporto andassero ad integrarsi forse le grandi due infrastrutture previste per questa provincia, pensate da anni ma non ancora realizzate, diventerebbero più fattibili. I soci della Sif (Società Interporto Frosinone) vogliono provarci o almeno questa è la linea passata ieri mattina durante un’assemblea dei soci convocata in prima battuta per rinnovare le cariche. Ecco che allora il polo intermodale, per certi versi superato a distanza di vent’anni dalla progettazione iniziale, potrebbe essere inserito nel sistema logistico commerciale in modo da servire anche lo scalo aereo-cargo che si è deciso di realizzare nell’ambito del progetto dell’aeroporto di Frosinone. Ieri mattina i soci, Provincia, Comune di Ferentino, Camera di Commercio, Cna, Banca del Cassinate (assente il comune di Frosinone), hanno confermato Giuseppe Galloni alla presidenza della società così come Giovanni Sorge nell’esecutivo, salutando invece l’ingresso nel Collegio dei Revisori dei Conti di Maurizio Mosetti. Poi, sul futuro del polo, è passata la linea della Provincia. «E’ evidente – ha detto Eligio Ruggeri, consigliere delegato dal presidente Iannarilli – come il progetto originario non possa più rispondere alle esigenze attuali. L’Interporto però, sarà rimodulato, diverrà funzionale al nuovo indirizzo che abbiamo dato anche all’Aeroporto».
«Non a caso – precisa Giuseppe Galloni – a chi gestirà l’Interporto chiederemo appunto di accogliere queste nostre indicazioni che esprimono, in ultima analisi, una evidente volontà di fare sistema».
Ovvero la scelta di voler puntare come priorità, per quanto riguarda il progetto dello scalo aeroportuale, sulla realizzazione immediata dell’eliporto con funzioni di Protezione civile ma anche sulla costruzione di uno scalo per cargo: così può cambiare la destinazione dell’interporto che diventerebbe tra l’altro l’unico scalo aereo per merci esistente tra Caserta e Roma. Dunque un interporto rimodulato che è, tra l’altro, tassello importante del Piano strategico che la Provincia sta mettendo in piedi per individuare gli indirizzi per rilanciare l’economia. Ma ancora una volta all’appello manca la Regione Lazio. Così come per l’aeroporto, sul quale la Regione ha dichiarato interesse esprimendo la volontà di entrare nel capitale sociale di AdF senza però ancora concretizzare questa volontà, anche per l’interporto serve un segnale. «Sono dell’opinione – ha detto Ruggeri – che la Regione debba fare qualcosa di più per il nostro Interporto che la semplice partecipazione al capitale sociale».