IV CHILOMETRO Anche Labico si esprime contro il progetto. E Artena prepara una nuova controffensiva
TURBOGAS, LA BATTAGLIA CONTINUA
Al vaglio l’ipotesi di un’azione legale contro l’autorizzazione dell’impianto. Oggi incontro tra Carella e l’assessore Civita. «Mi sorprende l’immobilismo del comitato cittadino», ha detto il deputato del Pd
Cinque giorni 20.01.11, p.16
IV CHILOMETRO Anche Labico si esprime contro il progetto. E Artena prepara una nuova controffensiva
TURBOGAS, LA BATTAGLIA CONTINUA
Al vaglio l’ipotesi di un’azione legale contro l’autorizzazione dell’impianto. Oggi incontro tra Carella e l’assessore Civita. «Mi sorprende l’immobilismo del comitato cittadino», ha detto il deputato del Pd
Cinque giorni 20.01.11, p.16
Se Colleferro latita, i Comuni intorno non hanno smesso di abbassare la guardia sul progetto della nuova centrale Turbogas al IV Chilometro. Ora alla lista del comitato intercomunale di opposizione, composto da Artena e Valmontone, si è da poco unito anche Labico che attraverso i suoi esponenti dell’area di minoranza in Consiglio comunale ha espresso il proprio no al progetto sostenendo tutte le iniziative per combattere la realizzazione della nuova centrale cogenerativa. «Fermare questo progetto sarà difficile – commentano i consiglieri Berlenghi e Spezzano – anche perché, al contrario di quanto avvenuto a Labico con l’Asi le procedure sono già avviate. In ogni caso noi, anche se non direttamente coinvolti nella vicenda Turbogas, non faremo mancare il nostro sostegno a questa importante battaglia, non solo firmando la petizione per il no alla centrale, ma anche realizzando iniziative per informare sui pericoli che un’infrastruttura del genere può causare alla salubrità dell’ambiente e alla salute delle generazioni future». Sul fronte legale, il comitato intecittadino riparte dal no del Consiglio di Artena al passaggio dell’elettrodotto nel territorio comunale. Una resistenza che complica se non altro i progetti della Termica Colleferro, società costruttrice, che sarà costretta, secondo gli esponenti del comitato, a trovare un’alternativa. Una tregua per riorganizzare le idee, che servirà anche al comitato degli oppositori per presentare una controffensiva. Oggi è atteso l’incontro tra l’assessore provinciale all’Ambiente Michele Civita e il deputato del Pd Renzo Carella, deciso più che mai a proseguire sulla strada della lotta. «Mi sorprende l’improvviso immobilismo del comitato cittadino del IV Chilometro – spiega Carella. A lorovoglio dire di avere fiducia e continuare a credere in questa battaglia. Dobbiamo fermare l’inganno di chi vuole fare affari con la vendita di energia». Martedì prossimo la parola passerà
nuovamente alla giunta di Artena riunita in assise per valutare l’ipotesi di un’azione legale contro l’autorizzazione dell’impianto. «Ho promesso ai miei cittadini di tutelare la loro salute. E lo farò fino in fondo» – ha detto ieri il sindaco Mario Petrichella.
RIFIUTI, IL WWF LAZIO LANCIA UN GRIDO D'ALLARME
Ontuscia 19.01.11
REGIONE – (19 gennaio) – (m) Ultimatum della Comunità Europea in tema di rifiuti, i processi di Malagrotta e di Colleferro, il tentativo di aprire nuove discariche, la raccolta differenziata che segna il passo e sembra non essere una priorità per gli amministratori.
Allo stesso tempo la Regione Lazio elabora e approva in Giunta un piano dei rifiuti ancora privo del parere di valutazione ambientale strategica e assolutamente incurante degli effetti legati all’eventuale approvazione della legge regionale Piano Casa.
“Ormai le parti politiche e le amministrazioni sembrano aver completamento rimosso i concetti di pianificazione e programmazione, – dichiara Vanessa Ranieri, presidente Wwf Lazio – rischiando così di riportare la regione in fase emergenziale. Ridurre il problema rifiuti alla sola emergenza Malagrotta significa non aver compreso che la unica emergenza reale sia quella della pianificazione e programmazione per l’avvio di una corretta politica della gestione dei rifiuti.
E’ veramente l’ora di accelerare i processi di una corretta gestione dei rifiuti attraverso una politica decisa di riduzione e riuso e di una raccolta differenziata che a Roma soprattutto non esce ancora da balbettii confusi che stanno favorendo di fatto l’avvicinarsi dell’emergenza. I cittadini sono pronti ormai da tempo a fare la loro parte, tocca ora alle amministrazioni (dai cittadini elette) a fare la loro. Chiediamo che venga abbandonata immediatamente da parte delle amministrazioni regionali, comunali e provinciali la logica emergenziale finalizzata esclusivamente all’apertura di nuove discariche e nuovi impianti di incenerimento”.
ACEA ATO 5, I SINDACI DEL PD E ABBRUZZESE PRENDONO LE DISTANZE DA IANNARILLI
La Provincia FR 20.01.11 – di Denise Compagnone
Così come sono le cose ad oggi, il presidente della Provincia Antonello Iannarilli lunedì in conferenza dei sindaci difficilmente avrà la maggioranza sulla sua proposta, ovvero l’avvio del procedimento per la risoluzione del contratto con Acea Ato 5. I sindaci del Pd, infatti, ieri hanno formalizzato la propria posizione contraria: «Se il presidente della Provincia ha responsabilità giuridica, i sindaci hanno la responsabilità economica – scrivono -, per cui mentre invitano ancora il presidente a mettere in atto quanto già deliberato dalle precedenti assemblee, ritengono di non poter prendere decisioni che potrebbero avere pesanti ripercussioni se non supportate da autorevoli pareri al di là delle spettacolari esternazioni del presidente». Sotto accusa ci sono le mancate firme apposte sotto la lunga e complessa relazione con la quale Iannarilli punta il dito contro la transazione del 2007 che riconoscerebbe al gestore quasi 700 milioni di euro di troppo. Stesse motivazioni che sono contenute nella risposta del presidente alla diffida ad adempiere inviata dalla società e in scadenza oggi (il cda di Acea a ore dovrebbe decidere quali mosse far seguire alla mancata ottemperanza della diffida). I sindaci del Pd, in poche parole, e per l’esattezza Marini (Frosinone), Cinelli (Monte San Giovanni), Antonellis (San Donato), Bove (Pofi), Perfetti (Sgurgola), Moretti (Esperia), Volante (Gallinaro), Casinelli (Sora), Duro (Isola Liri) e Fiorletta (Ferentino), non si fidano. Al presidente, così, ufficialmente, hanno chiesto di mettere a disposizione gli studi firmati con particolare riferimento alle possibili negative ricadute economiche sui comuni; il parere della Sto sulla relazione e le consulenze, debitamente firmate e prodotte con assunzioni di responsabilità, che l’hanno ispirata. Al tempo stesso, poi, chiedono l’immediata convocazione della consulta d’ambito per discutere sul da farsi. Il presidente è lapidario: «C’è il parere della Sto, ci sono le firme degli avvocati e sono atti pubblici. Io sto con la coscienza a posto. Se i sindaci lunedì vogliono proporre un’altra cosa e poi votarla facessero, poi se ne assumeranno la responsabilità». Sulla questione è intervenuto anche il presidente del consiglio Mario Abbruzzese, in un certo senso più vicino alle posizioni del centrosinistra che a quelle di Iannarilli: «Sono fermamente convinto del fatto che un contenzioso non farebbe altro che danneggiare gli utenti – ha detto – ma soprattutto danneggerebbe i comuni che subirebbero ricadute in termini finanziari».
ABBRUZZESE, NO AL CONTENZIOSO CON ACEA ATO 5
La Provincia Fr 20.01.11 p.2
«Al di là delle questioni meramente tecniche che stanno interessando il servizio idrico della provincia di Frosinone, e sulle quali non voglio entrare, vorrei piuttosto porre una questione che verte esclusivamente su quanto e come la politica debba adoperarsi quando è in gioco l'interesse supremo della collettività. A coloro che sono chiamati ad amministrare un territorio e quindi a governare gli enti locali è demandato il compito di trovare soluzioni e non certo quello di creare ulteriori problemi, tanto più se parliamo di un servizio che rappresenta un bene primario per le comunità locali».
Così Mario Abbruzzese, presidente del consiglio regionale del Lazio e consigliere provinciale del Popolo delle Libertà.
Rileva: «Sono fermamente convinto del fatto che un contenzioso non farebbe altro che danneggiare gli utenti, come giustamente sostiene anche l'associazione Codici, ma soprattutto danneggerebbe i Comuni che, in virtù della loro responsabilità patrimoniale, subirebbero una serie di ricadute in termini finanziari.
Rispetto alle inadempienze in questione, direi palesi visto che è noto a tutti che chi avrebbe dovuto non ha mai determinato a partire dal 2006 ad oggi le tariffe, in conformità alla vigente normativa di riferimento e dunque il nuovo Piano d'Ambito 2011-2012-2013, ritengo un errore l'eventuale dismissione del servizio fornito da Acea. E ritorno a dire che è la politica che deve avere la forza e la capacità di dialogare perché quando si instaura un contenzioso le responsabilità non sono mai unilaterali. Evidentemente vanno riconosciute sia quelle di Ato5 di cui è presidente oggi Antonello Iannarilli, ieri Scalia che quelle di Acea Spa.
Non è razionalmente possibile chiedere alla società di programmare le attività e di investire risorse, senza un sistema di tariffazione ben determinato, come del resto è contrattualmente previsto e quando poi è proprio l'Ato5 a dover stabilire e comunicare alla società le priorità degli interventi».
Prosegue Mario Abbruzzese: «Ciò non significa cedere rispetto alle eventuali responsabilità anche di Acea, ma rivendicare le proprie ragioni nelle sedi opportune. Significa prima di tutto far sì che l'Autorità d'Ambito stabilisca una volta per tutte le tariffe così che Acea sia nelle condizioni di poter procedere, significa mettere nero su bianco una programmazione ufficiale dalla quale non è possibile disallinearsi. E già solo questo metterebbe nelle condizioni di evitare i reclami da parte dei cittadini utenti, ormai abituali e che rimangono inevasi, motivo per il quale chiedo formalmente ad Acea di intervenire affinchè le richieste vengano processate più celermente possibile. Tutto ciò al fine di ritornare a fornire un servizio idrico degno di essere chiamato tale e una gestione complessivamente più efficiente.
Sarà mia cura portare all'attenzione del Comitato provinciale e regionale del Pdl queste argomentazioni per valutare insieme l'opinione di indirizzo politico da assumere. L'auspicio è che il mio presidente, Antonello Iannarilli, si sforzi nel trovare una soluzione con la società Acea che gratifichi innanzitutto la collettività e che migliori la qualità dei servizi».
LETTERA DEI SINDACI DEL PD A IANNARILLI SU ACEA ATO 5
La Provincia FR 20.01.10 p.5
Gestione del servizio idrico, i sindaci del Partito Democratico prendono una posizione unitaria e si rivolgono al presidente della Provincia Antonello Iannarilli. Un documento firmato da Michele Marini (Frosinone), Antonio Cinelli (Monte San Giovanni), Antonello Antonellis (San Donato Valcomino), Ennio Bove (Pofi), Luciana Perfetti (Sgurgola), Giuseppe Moretti (Esperia), Pietro Volante (Gallinaro), Cesidio Casinelli (Sora), Luciano Duro (Isola del Liri), Piergianni Fiorletta (Ferentino). Più Antonio Galassi, rappresentante del Pd nella Consulta d'Ambito.
Scrivono: «La gestione del servizio idrico da parte di Acea ha creato, nonostante alcune difficoltà obiettive, una serie di problemi e disfunzioni che la società non è stata mai in grado di superare. Il rapporto con gli enti e gli utenti, la fatturazione dei consumi, i mancati e tempestivi interventi di manutenzione, la mancanza di investimenti, la continua sostituzione di dirigenti e personale tecnico, hanno da sempre evidenziato una serie di inadempimenti da parte del gestore che sono stati a lungo all'esame della Consulta e della Conferenza dei Sindaci.
Se con le delibere del 1/09/2006 e del 27/02/2007 si è optato per una transazione piuttosto che per una risoluzione del contratto era perché qualificati consulenti, pur con tutte le cautele del caso, avevano ritenuto che una transazione fosse più conveniente per gli enti rispetto ad un contenzioso dall'esito non prevedibile.
Si ricorda in merito che la decisione era abbastanza condivisa perché nella conferenza dei Sindaci del 01/09/2006 con la delibera n.4/2006 fu esplicitamente autorizzato il presidente "ad adottare il provvedimento di definizione della tariffa da applicare del 1° gennaio 2006 in misura comunque sufficiente a garantire il prescritto equilibrio economico-finanziario della gestione". Tale delibera fu approvata con soli 5 voti contrari.
Con l'insediamento del presidente Iannarilli si è registrato l'avvento della demagogia a danno delle reali azioni di tutela dei consumatori e dei comuni.
L'articolo 4 del regolamento della Consulta prescrive che il Presidente della Provincia convochi la Conferenza dei Sindaci per l'elezione della Consulta entro tre mesi dal suo insediamento.
Il Presidente Iannarilli ha portato in assemblea la nomina della Consulta d'Ambito solo in data 8 aprile 2010, a quasi un anno di distanza dalla sua elezione. Successivamente ha riunito la consulta, nonostante la serietà delle problematiche, solo cinque volte: il 21/05/2010, il 4/06/2010, l'11/06/2010, l'8/11/2010 e il 22/11/2010. I verbali delle sedute dell'8/11/2010 e del 22/11/2010 non risultano ancora depositati.
L'escussione della cauzione è stata già deliberata dalla Conferenza dei Sindaci e mai attuata. Il Presidente ha provveduto a nominare una serie di consulenti di cui non è noto né il costo né il mandato senza che la Consulta sia mai stata informata al riguardo.
La Consulta, con voto unanime, nella seduta dell'11/06/2010, decise di riattivare il tavolo di conciliazione con Acea per verificare la disponibilità a definire la gestione per gli anni 2003/2010 e rideterminare entro il 31/12/2010 il nuovo piano d'Ambito, dando mandato al Presidente di convocare il gestore, unitamente alla Consulta. Non si sono avute notizie a riguardo.
La segreteria tecnica è stata estromessa completamente da ogni istruttoria. Il Presidente ha avuto, al di là della facile demagogia di facciata, sempre comportamenti contraddittori. Nel corso della seduta della Consulta dell'8/11/2010 ha manifestato la volontà di procedere urgentemente alla convocazione dell'assemblea per portare all'approvazione della stessa una nuova proposta di tariffa per il 2010 pari a 1,216 euro.
La nuova tariffa risultava determinata, in accoglimento delle osservazioni del Conviri, di cui alla deliberazione n.39 del 21/07/2010, da un elaborato di uno studio di consulenza. Tanto è vero questo che il presidente predispose una bozza dell'ordine del giorno da portare in assemblea tra cui: proposta tariffaria con pagamento canoni. L'urgente assemblea non fu più convocata e solo il 10/01/2011 si è potuto prendere atto della nuova strategia contenuta nella "lunga relazione del presidente".
Il presidente ha prodotto nella fantasmagorica assemblea del 10 u.s. una relazione e vari allegati, non suffragati da alcun parere tecnico e/o legale, mettendoli a disposizione dei sindaci solo a lavori iniziati.
Se il Presidente della Provincia ha responsabilità giuridica occorre ricordare che i sindaci hanno la "responsabilità economica" in merito ad un possibile esito infausto di un contenzioso instaurato, per cui mentre invitano ancora il presidente a mettere in atto quanto già deliberato dalle precedenti assemblee e quanto è demandato alla sua irripetibile ed unica responsabilità, ritengono di non poter prendere decisioni che potrebbero avere pesanti ripercussioni sulle popolazioni rappresentate se non supportate da autorevoli pareri al di là delle spettacolari esternazioni del presidente.
In anticipo rispetto alla data della prossima assemblea, per poter prendere decisioni così importanti e dai risvolti difficilmente individuabili e quantificabili allo stato (giudizio del Tar in corso, inchiesta della Procura della Repubblica in corso, diffida dell'Acea ai Sindaci in scadenza) si chiede al Presidente di voler mettere a disposizione: 1) elenco dei consulenti nominati e copie dei relativi studi firmati con particolare riferimento alle possibili negative ricadute economiche sui comuni e sulle popolazioni; 2) Verbali della consulta dei Sindaci dell'08/11/2010 e del 22/11/2010; 3) Analitico parere sulla relazione svolta dal Presidente nel corso dell'ultima assemblea da parte della Sto; 4) la consulenza o le consulenze, debitamente firmate e prodotte con assunzioni di responsabilità, che hanno ispirato la relazione del Presidente nell'ultima assemblea.
Al tempo stesso, ai sensi dell'art. 3 comma 3 del regolamento per la costituzione e funzionamento della consulta d'ambito (art. 7 conv. di cooperazione) si chiede l'immediata convocazione, ad horas, della consulta d'ambito per discutere l'odg della conferenza dei Sindaci già prevista per il giorno 24 genaio 2011».
COLLEFERRO, IL CASTELLO DI PIOMBINARA RISCUOTE SUCCESSO SU IMPORTANTI RIVISTE STORICHE
Ecco la notizia quotidiana, 20.01.11
Si trova nell'area prossima al previsto parco fotovoltaico da 71 ettari (ndr)
L’operazione di recupero del Castello di Piombinara, da anni messa in campo dall’Amministrazione comunale, ha attirato l’attenzione di un periodico autorevole del settore come “MedioEvo”. Nell’ultimo numero del giornale in edicola, infatti, la redazione ha dedicato un servizio al Castello di Colleferro e agli scavi che sono stati condotti in questi anni, in particolare in riferimento alle ultime campagne i cui risultati sono stati illustrati il mese scorso in un incontro pubblico. “Si tratta del giusto riconoscimento del lungo e paziente lavoro che stiamo portando avanti da tempo – commenta l’assessore alla Cultura Graziana Mazzoli – e che si è intensificato sempre più nella consapevolezza di avere un patrimonio importante da rivalutare e da far conoscere a tutta la cittadinanza […]
DICHIARAZIONI POST-PRANDIALI DELLA POLVERINI SUL RUOLO DI GAIA E SULLA "FASE OPERATIVA" DEL PIANO RIFIUTI
(ASCA) – Roma, 20 gen – ''Abbiamo concordato di proseguire sulla linea che ho indicato a cominciare dall'ordinanza che vuol mettere a sistema il trattamento dei rifiuti per poi immaginare un sito che pero' non sara', come e' stato detto piu' volte, una Malagrotta 2, perche' si parlera' di un rifiuto trattato e non inquinante come quello di Malagrotta e anche la quantita' sicuramente verra' diminuita. Inoltre si potra' anche immaginare un sistema produttivo che in qualche modo verra' agganciato ai rifiuti trattati. Su questo c'e' la decisione di andare avanti tutti insieme sotto un punto di vista istituzionale. Io i miei passaggi li avevo fatti gia' in Consiglio regionale, li ho fatti ieri con i presidenti delle Province. Era necessario anche questo incontro con il sindaco e con il presidente Zingaretti.
Abbiamo parlato anche di altro, di trasporti, di crisi economica, insomma di tutte le questioni che amministratori che guardano lontano devono affrontare insieme''. Parole del presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al termine del pranzo nel ristorante di Trastevere ''Antica Pesa''.
Quanto ad una nuova discarica, ha spiegato che ''non abbiamo ancora individuato un luogo per una nuova discarica. Da oggi stiamo passando nella fase operativa''. Quanto alla localizzazione della discarica a Roma, PolverinI ha ricordato cio' che ''ha detto il sindaco, lo ha ripetuto anche oggi: che non ha trovato nel Comune di Roma un sito ma ha detto che se la Regione lo individua e' disponibile a discuterne. Non c'e' nessuna preclusione sotto questo punto di vista c'e' pero' da oggi maggiore serenita' per lavorare insieme''. Sul piano dei rifiuti ha precisato che ''i tempi non sono lunghi, oggi stesso l'assessore regionale Pietro Di Paolo e' andato a Bruxelles a presentare il piano. Abbiamo qualche settimana per i rilievi che ci saranno dalla Commissione europea ma abbiamo anche un tempo non larghissimo per mettere in funzione tutti gli impianti. Ci dobbiamo occupare anche della questione di Gaia, ha impianti che sicuramente possono essere impiegati per maggiori quantita' di rifuti. Siamo sulla strada buona. Da oggi, ripeto, siamo nella fase operativa''.