SMOG, PROTESTA AL QUARTIERE SCALO DI FROSINONE, MANIFESTAZIONE SABATO PROSSIMO
Il Messaggero FR 17.1.11 pp.41 (prima) e 44 – di Luciano D'Arpino
Un bus del Cotral che tiene acceso il motore per un’ora e 23 minuti prima di partire. Smog a go-go senza alcuna necessità. E ogni giorno la scena si ripete, magari con tempi di sosta minori ma sempre consistenti, nel deposito dei bus di piazzale Kambo nel quartiere Scalo a Frosinone. Il tutto a poche decine di metri dalla centralina posta dall’Arpa per monitorare la qualità dell’aria.
SMOG, PROTESTA AL QUARTIERE SCALO DI FROSINONE, MANIFESTAZIONE SABATO PROSSIMO
Il Messaggero FR 17.1.11 pp.41 (prima) e 44 – di Luciano D'Arpino
Un bus del Cotral che tiene acceso il motore per un’ora e 23 minuti prima di partire. Smog a go-go senza alcuna necessità. E ogni giorno la scena si ripete, magari con tempi di sosta minori ma sempre consistenti, nel deposito dei bus di piazzale Kambo nel quartiere Scalo a Frosinone. Il tutto a poche decine di metri dalla centralina posta dall’Arpa per monitorare la qualità dell’aria.
Lo ha documentato con tanto di video il blog ”Frosinone bella e brutta” e ora costituisce una delle denunce più efficaci dell’assurdità della situazione che si vive quotidianamente in uno dei quartieri più popolosi del capoluogo. Contro questo stato di cose l’associazione Legambiente-Il Cigno di Frosinone ha organizzato per sabato 29 gennaio una giornata di protesta contro lo smog a Frosinone che si svolgerà proprio in quella piazza alle ore 11. «Chiediamo – dice il presidente del circolo Setale – che: venga allontanato il Deposito Cotral gli autobus in sosta spengano i motori il Comune ponga maggiore attenzione al problema dei PM10 la Salute del cittadino sia più cautelata».
Cresce quindi la mobilitazione per far spostare definitivamente il deposito dei bus Cotral, ma c’è anche un perentorio invito al Comune a essere più incisivo nella lotta alle polveri sottili. Curioso perché è il circolo che critica è proprio quello di cui era presidente fino a poco tempo fa proprio l’attuale assessore all’Ambiente Francesco Raffa. Assessore, ora la criticano anche i suoi amici… «Io dico che il circolo fa bene a protestare e a chiedere interventi più incisivi. Da parte mia posso assicurare che sto proprio lavorando in questo senso».
Il problema vero è che l’ambientalista Raffa è prigioniero di un’ordinanza anti-smog bloccata perché si sta cercando di rispettare la legge (che prevede provvedimenti molto restrittivi per il traffico), non scontentando nessuno. Una quadratura del cerchio praticamente impossibile e finora questo stallo ha solo prodotto un mini-ordinanza che prevede solo il blocco totale del traffico domenica 23 gennaio. «La legge stabilisce – spiega l’assessore – che ci siano due giornate di targhe alterne alla settimana, che comprendano anche le ore di maggior traffico e che abbiano una durata di almeno 12 ore. Noi avremmo scelto il martedì e il venerdì ma, per fare esempio, se decidessimo un orario che va dalle 8 del mattino alle 20 della sera, in pratica bloccheremmo la città. Stiamo allora studiando la possibilità di spezzare l’orario senza penalizzare i lavoratori». Martedì intanto assemblea pubblica in Comune per parlare proprio di questo argomento.
PM 10, IL BLOCCO AL TRAFFICO A CECCANO
Il Messaggero FR 17.01.11 p.44 – di Denise Compagnone
Domenica di disagi ieri a Ceccano in occasione della prima vera domenica di blocco del traffico. Il provvedimento è stato preso dall’amministrazione comunale dopo che la centralina di rilevazione di pm10, ha registrato e continua a registrare sforamenti rispetto ai limiti consentiti, anche elevati (sabato alle 18 registrati 129 mg/mc quando il limite è 50). Così ieri, sin dal primo mattino, transenne e cartelli, sono tornati (dopo domenica 2 gennaio, primo giorno di provvedimento) in mezzo alle strade di accesso alla città per bloccare il transito di vetture inquinanti. Ma l’assenza di qualsiasi mezzo pubblico, la mancata campagna di comunicazione che ha messo i cittadini di Ceccano e del circondario direttamente davanti il fatto compiuto (ovvero la sbarra di divieto di accesso), e soprattutto l’aver esteso il divieto di circolazione su tutta la città (comprese le arterie provinciali) e non solo al centro storico, ha creato non pochi problemi. La situazione è inoltre peggiorata a causa dello scarso personale della Polizia Municipale in servizio: per l’intera giornata sono state in giro due sole pattuglie con tre agenti ognuna, che pur essendosi divisi nelle varie zone della città non sono riusciti a gestire tutte le situazioni di disagio, limitandosi, quindi, a dare indicazioni agli ignari automobilisti. Risultato? Divieti non rispettati, tanto che circolavano ovunque vetture di qualsiasi tipo, e lamentele diffusissime. Provenienti soprattutto dai residenti, che in qualche modo si sono sentiti “prigionieri”, non tanto per quel che riguardava la circolazione all’interno della città, ma nel momento in cui dovevano recarsi altrove. Disagi anche per i cittadini del comprensorio, costretti ad intraprendere percorsi alternativi, e spesso sconosciuti, per raggiungere la località di destinazione senza passare per il centro ceccanese. Il bello è che oggi si replica. E anche oggi il divieto varrà non solo per il centro storico ma anche per tutta la parte bassa della città. Con la differenza, però in negativo, che il lunedì, essendo giorno lavorativo, molte più auto sono in giro rispetto alla domenica. E i disagi di nuovo non mancheranno. Anche oggi infatti possono circolare liberamente solo i veicoli a benzina euro 3, 4 e 5 e i veicoli a gasolio euro 4 e 5, i motoveicoli e i ciclomotori euro 3, nonché i veicoli alimentati a GPL o gas metano, ad alimentazione elettrica o ibridi. Tutti gli altri hanno divieto di accesso in città dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.
ATO 5. VERSO L'ASSEMBLEA DEI SINDACI DI LUNEDI' 24 GENNAIO
La Provincia FR 17.01.11 p.7
di Cesidio Vano
"Senza documenti convincenti, pareri legali e tecnici, non voteremo mai la delibera per la rescissione del contratto con Acea Ato5. Del resto, Iannarilli ha già ricevuto a dicembre 2009 il mandato per valutare e quindi mettere in atto la risoluzione del contratto di gestione. Se il centrodestra ha i voti proceda pure, altrimenti, il presidente può fare ugualmente sulla scorta del mandato ricevuto a dicembre". Con una forte sintesi, dovrebbe essere più o meno questa – o almeno lo è per il momento – la posizione che i sindaci del Pd terranno lunedì prossimo in occasione dell'assemblea dell'Ato di Frosinone. Ma il rischio più grande adesso, in caso di un nuovo "buco nell'acqua" dell'assemblea è che intervenga la regione e commissari l'Ato 5 davanti alle reiterate sedute finite senza numero legale; davanti alle mancate deliberazioni per le tariffe idriche da applicare per gli anni dal 2006 al 2010 e davanti alla mancata predisposizione dello schema di piano d'ambito pluriennale per il 2011-2013. (Tutti addebiti che Acea ha contestato singolarmente – con diffida formalmente ad adempiere entro il 20 gennaio – a tutti i sindaci della Ciociaria coinvolti).
L'assemblea di lunedì
Lunedì 24 gennaio, come noto, i sindaci della Ciociaria torneranno a riunirsi per decidere sulla proposta del presidente della provincia e dell'Ato 5, Antonello Iannarilli, di avviare la procedura per la risoluzione del contratto di gestione del servizio idrico con Acea Ato5 Spa ritenuta inadempiente su diversi punti della Convenzione e del relativo Disciplinare tecnico (Iannarilli ne contesta ben 27).
Lo scorso 10 gennaio, come abbiamo scritto, l'assemblea dei primi cittadini non è riuscita a decidere nulla al riguardo, non riuscendo i sindaci di centrodestra presenti e che premono per la rescissione (altri vicino all'area del Pdl Pallone-Abbruzzese, sono risultati assenti) a garantire il numero legale e quindi la validità delle decisioni. Il centrosinistra, dopo aver chiesto e non ottenuto un rinvio per meglio studiarsi i dati contenuti nella lunga relazione presentata dal presidente, è uscito dall'aula invalidando la seduta.
Ora, tutta la documentazione che dovrebbe servire per assumere una decisione al riguardo, Iannarilli l'ha messa on-line (sul sito http://www.confsindacifr.altervista.org) invitando i primi cittadini a scaricarsela e studiarla in vista del nuovo appuntamento.
La mossa del Pd
La posizione dei sindaci Pd, che per il momento hanno rinviato un primo incontro previsto per analizzare la situazione poiché la Sto non aveva fornito loro i documenti richiesti sulla vicenda, sarebbe comunque quella di non votare la proposta di rescissione senza "convincenti pezze d'appoggio" ovvero pareri tecnici e legali che avvalorino la correttezza della procedura invocata dal centrodestra e soprattutto mettano a riparo loro, i Comuni ed i cittadini, da azioni risarcitorie da parte di Acea (tra l'altro già in atto). Se il centrodestra avrà i voti, bene, altrimenti loro il mandato a Iannarilli lo hanno già dato un anno e mezzo fa, che faccia quello che meglio ritiene.
Pareri, firme e relazioni
Finora dei documenti richiesti dal Pd non si è avuta notizia. Il parere della Sto (con diverse precisazioni e prescrizioni) è relativo solo allo schema di deliberazione proposto mentre la relazione di Iannarilli sul caso (che va dalla contestazione della transazione del 2007 alla contestazione delle inadempienze di Acea) resta solo del "presidente" cioè non porta la firma di alcun advisor dell'Ato. Alla base del documento diffuso da Iananrilli, ci sarebbe un'altra relazione (finora non pubblicata): quella dei due avvocati incaricati dal presidente di dare un parere sul da farsi. Parere che si sarebbe formato sulla scorta delle documentazione fatta avere a Iannarilli dai comitati per l'acqua pubblica. Di questa relazione (o delle firme dei due legali sul docuemnto proposto da Iannarilli), però, ancora non c'è traccia, neanche nei corposi file che sono stati messi on line a disposizione di tutti i cittadini… nessuno escluso, come spesso chiosa il presidente della provincia.
Il Pd non si fida
Per questo il Pd, oltre alla decisione di fare quadrato attorno al loro ex presidente della provincia Francesco Scalia sulla vicenda della transazione, continua a "non fidarsi" degli argomenti proposti da Iannarilli contestando la mancanza di pareri e relazioni tecnico-legali che possano servire da parafulmini davanti alle non affatto imprevedibili azioni risarcitorie del gestore.
Rischio commissariamento
Nel frattempo, dopo ogni assemblea che non decide, dopo ogni mancanza di numero legale che impedisce di fissare tariffe (che pure Iannarilli ha ora indicato: 0,95 euro a metro cubo per il 2010) il rischio che la regione e i superiori organi di controllo intervengano per commissariare l'Ato incapace di decidere in un senso o nell'altro diventa più concreta. Anche se per qualcuno questa eventualità potrebbe essere una buona strategia d'uscita, tanto che nel corso dell'ultima Consulta dei sindaci quest'eventualità sarebbe anche stata apertamente proposta per il voto. L'Acea Ato5, da parte sua, ha già rappresentato a garante, ministero, regione, ecc. lo stato degli inadempimenti di cui ritiene l'Ato responsabile e ha sollecitato i relativi provvedimenti. Non c'è scritto commissariamento, ma non ci sono altre strade da percorrere qualora si decidesse di incamminarsi in quella direzione.
E INTANTO ACEA ATO 5 CHIEDE COLLABORAZIONE AGLI UTENTI PER CAPIRE QUANTO DEVE ESSERE PAGATA
La Provincia FR 17.01.11 p.7
La situazione di incertezza tariffaria per il servizio idrico sta creando diversi problemi all'Acea Ato 5 che ora ha iniziato a chiedere la collaborazione degli utenti per farsi certificare le somme che deve incassare.
Il tutto attraverso una lettera che si sono visti recapitare nei giorni scorsi, ad esempio, alcuni utenti di Acea Ato 5 non in regola con i pagamenti. Non si tratta, come la missiva ben chiarisce, di un sollecito ma di una richiesta di confermare, al fine di consentire la revisione contabile annuale da parte dei consulenti della Spa, «il saldo dell'allegato estratto». Alla nota, infatti, è unito un prospetto con le somme fatturate per l'utenza in riferimento e non pagate, che il cliente è invitato a firmare e rispedire agli stessi revisori: la Reconta Ernst & Young Spa di Roma. La nota precisa chiaramente: «La presente non è un sollecito ma solo una conferma delle nostre risultanze contabili: per questo motivo Vi preghiamo di rispondere in ogni caso, anche se sono interventi pagamenti dopo la data su esposta». Il caso è stato segnalato da alcuni utenti, preoccupati che si trattasse delle diffide ai morosi di cui tanto si parla in questi giorni, ai comitati civici per l'acqua pubblica.
[CV]
COLLEFERRO, CHE FINE HANNO FATTO LE ANALISI SULLA POLVERE NERA?
La Provincia FR 16.01.11 p.23
Poco prima della pausa natalizia un articolo apparso sulla stampa locale riportava di alcune analisi effettuate da privati su polvere nera rinvenuta sui davanzali e sulle macchine nelle zone adiacenti lo Scalo, Corso Garibaldi ecc. Immediata la reazione da più parti con il sindaco a convocare immediatamente i rappresentanti della Asl, Arpa, Italcementi e EP Sistemi e Mobilservice, gestori dei termovalorizzatori.
In quell'occasione le aziende dichiararono di essere in regola e di non avere mai superato i livelli imposti dalla normativa vigente. Tuttavia, il sindaco Cacciotti, considerando l'importanza di tutelare la salute pubblica, non si era accontentato delle rassicurazioni offerte ed aveva chiesto formalmente alle aziende presenti di fargli recapitare subito tutta la documentazione relativa alle emissioni degli ultimi tre mesi "al fine di effettuare una ricognizione aggiornata del periodo intorno al quale si riferisce l'episodio" esternando al contempo l'intenzione di richiedere altrettanti report anche alla Secosvim. Ebbene sono trascorse più di due settimane ma di quelle analisi non sembra siano ancora state fornite le risultanze: come mai?
ANAGNI. DIOSSINA NEGLI ANIMALI, LE CONTRADDIZIONI
La Provincia Fr 17.01.11 p.18
Qualcuno forse ricorderà come, negli anni settanta, un anagnino emigrato in Francia seppe e volle svelare gli arcani di una situazione che, nonostante la pesante omertà, rivelò aspetti inquietanti. Il nostro, dipendente di una grande azienda francese, descrisse con cura e particolari, il cammino della carne suina proveniente dalla Cina, fino sulle nostre tavole; in barba ai severi divieti d'ingresso.
In sintesi, una potente società italiana, fornitrice di macchinari agricoli al paese dei Mandarini, non avendo interesse a ricevere in pagamento la moneta ufficiale del "cliente", a quei tempi senza valore, aveva accettato di scambiare le merci cedute barattandole con enormi quantitativi di carne suina. I maiali e loro derivati, prodotti in maniera massiccia dagli eredi di Mao, non davano alcuna garanzia di igiene, e le autorità italiane ne avevano proibito tassativamente l'importazione. Della serie "fatta la legge, trovato l'inganno", i container di carne suina cinese venivano sbarcati a Marsiglia; alcune fabbriche francesi tranciavano e dividevano, e trasportavano in Italia le carni ormai "francesi". Probabilmente, molte apprezzate marche di prosciutto, a ben vedere, vantavano occhi a mandorla! Arrivati ai giorni nostri, durante la vicenda "Anagni-diossina", prudentemente esternammo il dubbio che gli animali i cui derivati agli esami di laboratorio mostravano tracce di diossina, potessero esserci cibati di mangimi ricchi di quella terribile sostanza. Quanto sta accadendo in Germania e non solo, avvalorerebbe le nostre tesi. Lungi da noi escludere a priori la possibilità che alcune diossine provengano da molto vicino; semplicemente, non godiamo nel mettere alla berlina Tizio o Caio. Gli animali che l'ordinanza Noto voleva uccisi e distrutti, continuano a pascolare sui prati che li ospitano da sempre? E in qualche caso, chi invoca la forca per i fabbricanti di diossina, continua a cibarsi di cibo e uova che dichiara inquinati. Si arriverà mai, a fare chiarezza?
EXTRA VALLE.
COMUNICATO STAMPA SULL'INCHIESTA RIFIUTI A MINTURNO
Peduzzi-Nobile (FdS): “Ricostituire la commissione lavori pubblici ”
“Sulla stampa regionale riemerge con forza un doppio scandalo su cui in molti continuano a tacere: da un lato la richiesta di giudizio immediato del sostituto Procuratore della Repubblica di Latina a carico degli indagati nel caso della truffa rifiuti a Minturno, dall’altro il comportamento di rappresentanti politici del centrodestra che, coinvolti nel processo, non sospendono i loro incarichi pregiudicando la funzionalità e la credibilità delle istituzioni”. E’ quanto dichiarano in una nota congiunta Ivano Peduzzi e Fabio Nobile , consiglieri regionali della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio.
“Ci rivolgiamo –continuano- in primo luogo al sindaco di Minturno. Si dimetta per impedire che il Consiglio continui ad essere presieduto da una persona che presto sarà giudicata con altri per truffa e frode in appalto pubblico”.
“L’altro appello, avanzato con una lettera alla presidente Polverini, riguarda la ricostituzione della commissione lavori pubblici, la cui attività è paralizzata dal giorno dell’arresto del suo presidente e dalle conseguenti dimissioni di tutti i commissari, finalizzate ad escludere dalla presidenza il consigliere regionale inquisito ed in giudizio”.
Ufficio Stampa Fds Regione Lazio
http://www.federazionesinistralazio.it/