COMUNICATO STAMPA
RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO
Valle del Sacco. Cosa c’è da fare dopo la perimetrazione del SIN?
Gli enti pubblici hanno concluso la perimetrazione del nuovo Sito di Interesse Nazionale della Valle del Sacco. In attesa delle osservazioni dei privati coinvolti, le quali potrebbero comportare tempi non brevi, ci si può cominciare a domandare come procedere con la bonifica e soprattutto con quali fondi. Lo stesso Ministero dell’Ambiente non ha nascosto le ristrettezze economiche, che possono indebolire e ritardare le operazioni di bonifica nei SIN.
Dopo un anno e mezzo di stop alle attività di bonifica a causa del declassamento dell’ex SIN, dopo un anno per maturare la perimetrazione del nuovo SIN, ci ritroviamo ancora con la famigerata area ARPA2 del sito industriale di Colleferro da mettere in sicurezza, nonché con i barrieramenti idraulici lasciati nell’abbandono amministrativo. Il depuratore di Anagni, gioiellino finalmente terminato dopo tempi biblici e dispendio faraonico di risorse, non è ancora in funzione a causa del mancato allaccio delle industrie, che non hanno alcuna intenzione di collegarvisi. I terreni agricoli ripariali sono ancora contaminati e l’evidenza sperimentale sinora maturata relativamente all’applicazione di sistemi di fitorimedio può dirsi interessante, ma ben lungi dal poter diventare in tempi brevi operativa e dal prospettarsi come pratica sostenibile economicamente e soprattutto ambientalmente, ovvero non foriera di ulteriori fattori inquinanti.
Per quanto riguarda il residuo di fondi non utilizzati dall’ex Ufficio Commissariale, si tratta di ulteriori 10 milioni di euro circa, da destinare esclusivamente a progetti già approvati, in particolare la bonifica del sito ARPA2.
Ulteriori 10 milioni di euro circa sono parte della dotazione dell’ex Ufficio Commissariale, a titolo di crediti maturati e non ancora liquidati, dovuti soprattutto dagli uffici regionali che gestiscono i fondi comunitari.
- l’avvio del percorso di Messa In Sicurezza di Emergenza della discarica di rifiuti tossici denominata ARPA2, con relativa bonifica;
- lo sblocco dell’autorizzazione allo scarico del sistema di barrieramento idraulico a protezione delle falde nel sito industriale di Colleferro, previe necessarie modifiche strutturali del sistema di collettamento acque;
- la verifica idrologica degli argini del fiume Sacco, con successivo rafforzamento nelle aree a rischio di esondazione, scongiurando nei limiti del possibile e di quanto ambientalmente opportuno il nuovo riversamento sulle fasce ripariali del contaminante beta-HCH persistente nel sedimento fluviale;
- l’aggiornamento della caratterizzazione di tutte le fasce agricole ripariali, ferma al 2008, indispensabile per la ridefinizione dei perimetri di interdizione all’utilizzo agricolo e zootecnico;
- la decontaminazione delle aree agricole ripariali ancora inquinate, con tecniche ad emissioni zero;
- la messa in funzione dell’impianto di depurazione di Anagni, risolvendo la questione del mancato allacciamento delle industrie dell’area ASI;
- la continuazione del servizio di Sorveglianza Epidemiologica territoriale.
Questo in generale. Va però ricordato che il nostro SIN è particolarmente complesso e che, a parte il fiume inquinato come elemento unificante, esso è costituito da una serie di macro e microaree, ognuna delle quali presenta una propria specificità e una propria storia.
Stabilire le relative priorità richiede dunque un lavoro di concertazione e organizzazione, la costituzione di tavoli di lavoro per ogni diversa situazione. Considerato lo stato delle risorse tecniche, umane e finanziarie, nonché le carenze organizzative e la mancanza di coordinamento tra soggetti istituzionali centrali e periferici, è necessaria un’iniziativa che parta dal rapporto tra reti associative e amministrazioni locali. Indispensabile infine che si arrivi all’attivazione di una cabina di regia incentrata sulla massima collaborazione tra Enti e Associazioni ai vari livelli, con un centro di coordinamento che ponga in primo piano la trasparenza e la condivisione delle conoscenze.
Valle del Sacco, 22.12.15
COMUNICATO STAMPA
RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO
Valle del Sacco. Cosa c’è da fare dopo la perimetrazione del SIN?
Gli enti pubblici hanno concluso la perimetrazione del nuovo Sito di Interesse Nazionale della Valle del Sacco. In attesa delle osservazioni dei privati coinvolti, le quali potrebbero comportare tempi non brevi, ci si può cominciare a domandare come procedere con la bonifica e soprattutto con quali fondi. Lo stesso Ministero dell’Ambiente non ha nascosto le ristrettezze economiche, che possono indebolire e ritardare le operazioni di bonifica nei SIN.
Dopo un anno e mezzo di stop alle attività di bonifica a causa del declassamento dell’ex SIN, dopo un anno per maturare la perimetrazione del nuovo SIN, ci ritroviamo ancora con la famigerata area ARPA2 del sito industriale di Colleferro da mettere in sicurezza, nonché con i barrieramenti idraulici lasciati nell’abbandono amministrativo. Il depuratore di Anagni, gioiellino finalmente terminato dopo tempi biblici e dispendio faraonico di risorse, non è ancora in funzione a causa del mancato allaccio delle industrie, che non hanno alcuna intenzione di collegarvisi. I terreni agricoli ripariali sono ancora contaminati e l’evidenza sperimentale sinora maturata relativamente all’applicazione di sistemi di fitorimedio può dirsi interessante, ma ben lungi dal poter diventare in tempi brevi operativa e dal prospettarsi come pratica sostenibile economicamente e soprattutto ambientalmente, ovvero non foriera di ulteriori fattori inquinanti.
Per quanto riguarda il residuo di fondi non utilizzati dall’ex Ufficio Commissariale, si tratta di ulteriori 10 milioni di euro circa, da destinare esclusivamente a progetti già approvati, in particolare la bonifica del sito ARPA2.
Ulteriori 10 milioni di euro circa sono parte della dotazione dell’ex Ufficio Commissariale, a titolo di crediti maturati e non ancora liquidati, dovuti soprattutto dagli uffici regionali che gestiscono i fondi comunitari.
- l’avvio del percorso di Messa In Sicurezza di Emergenza della discarica di rifiuti tossici denominata ARPA2, con relativa bonifica;
- lo sblocco dell’autorizzazione allo scarico del sistema di barrieramento idraulico a protezione delle falde nel sito industriale di Colleferro, previe necessarie modifiche strutturali del sistema di collettamento acque;
- la verifica idrologica degli argini del fiume Sacco, con successivo rafforzamento nelle aree a rischio di esondazione, scongiurando nei limiti del possibile e di quanto ambientalmente opportuno il nuovo riversamento sulle fasce ripariali del contaminante beta-HCH persistente nel sedimento fluviale;
- l’aggiornamento della caratterizzazione di tutte le fasce agricole ripariali, ferma al 2008, indispensabile per la ridefinizione dei perimetri di interdizione all’utilizzo agricolo e zootecnico;
- la decontaminazione delle aree agricole ripariali ancora inquinate, con tecniche ad emissioni zero;
- la messa in funzione dell’impianto di depurazione di Anagni, risolvendo la questione del mancato allacciamento delle industrie dell’area ASI;
- la continuazione del servizio di Sorveglianza Epidemiologica territoriale.
Questo in generale. Va però ricordato che il nostro SIN è particolarmente complesso e che, a parte il fiume inquinato come elemento unificante, esso è costituito da una serie di macro e microaree, ognuna delle quali presenta una propria specificità e una propria storia.
Stabilire le relative priorità richiede dunque un lavoro di concertazione e organizzazione, la costituzione di tavoli di lavoro per ogni diversa situazione. Considerato lo stato delle risorse tecniche, umane e finanziarie, nonché le carenze organizzative e la mancanza di coordinamento tra soggetti istituzionali centrali e periferici, è necessaria un’iniziativa che parta dal rapporto tra reti associative e amministrazioni locali. Indispensabile infine che si arrivi all’attivazione di una cabina di regia incentrata sulla massima collaborazione tra Enti e Associazioni ai vari livelli, con un centro di coordinamento che ponga in primo piano la trasparenza e la condivisione delle conoscenze.
Valle del Sacco, 22.12.15