Bonifica SIN Bacino del fiume Sacco, aggiornamento agosto 2020.


Comunicato Stampa Retuvasa

Bonifica SIN “Bacino del fiume Sacco”, aggiornamento agosto 2020

 

L’Accordo di Programma (AdP) “per la realizzazione degli interventi di Messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale Bacino del Fiume Sacco” è stato stipulato dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Lazio il 12 marzo 2019 (approvato con Decreto n. 51 del 10/04/2019 e DGR n. 119 del 06/03/2019) . Nell’ambito dell’accordo la Regione Lazio è stata individuata come  Responsabile Unico dell’Attuazione (RUA) degli interventi e di conseguenza responsabile del controllo e del monitoraggio delle attività per l’attuazione delle stesse.

L’AdP, il cui valore complessivo ammonta ad 53.626.188,68 euro, individua interventi di immediata attuazione e le relative fonti di finanziamento, fissando la data  del 31 dicembre 2023 per il loro completamento, fatto salvo un ulteriore periodo di 24 mesi legato a singole specificità afferenti alla fase di bonifica.

L’AdP fissa inoltre ulteriori termini per le varie fasi degli interventi che, allo stato attuale, registrano un leggero ritardo anche all’emergenza Covid -19, che ha determinato come noto un rallentamento di tutte le attività nel nostro paese. In particolare si registra un lieve ritardo nell’affidamento ed esecuzione dei piani di monitoraggi delle acque, dell’indagine epidemiologica e della caratterizzazione delle aree ripariali.

In ogni caso, si rileva dagli atti oggetto di pubblicazione che, dalla stipula dell’Accordo, la Regione si è attivata sin da subito affinché siano gli enti tecnici di riferimento per ogni tipologia di intervento. Ciò ovviamente ha comportato dei tempi maggiori per il confronto ed il coordinamento, ma ha permesso di avviare forme di collaborazione interistituzionale attraverso la stipula di convenzioni; esse consentiranno l’esecuzione direttamente da parte della regione Lazio -in collaborazione con gli enti tecnici di riferimento a livello regionale e nazionale- di alcuni interventi individuati nell’AdP ovvero di specifiche attività all’interno degli stessi.

Procediamo in ordine cronologico.

La sorveglianza epidemiologica.

Il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale (DEP) ha elaborato un “Programma di valutazione epidemiologica” della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) Valle del Sacco.

Detto programma, avente durata biennale, prevede la realizzazione di un sistema di valutazione epidemiologica della popolazione basato su un programma di lunga durata in grado di fornire alle amministrazioni ed alla popolazione informazioni sullo stato di salute, sui fattori di rischio e sui possibili cambiamenti attraverso un potenziamento degli interventi di prevenzione e promozione della salute in un’ area a forte pressione ambientale.

La Convenzione interesserà 1.200 residenti della valle del Sacco, un campione ancora più rappresentativo delle precedenti indagini per un importo totale di 960.000 euro.

Le attività vanno dai prelievi del sangue (ASL RM5), alla Sorveglianza epidemiologica e sanitaria della popolazione residente/Coorte longitudinale/Monitoraggio MMG e PLS/ Studio epidemiologico sugli effetti sulla salute degli inquinanti attraverso consumo di acque e alimenti (DEP, ASL RM5), alla collaborazione con il CNR di Pisa per la valutazione dell’incidenza cardiovascolare (DEP, CNR Pisa), alle analisi effettuate presso il laboratorio Kuopio ad Helsinki (DEP, Health Institute Kuopio), al Coordinamento del Progetto (DEP).

Un programma che necessita sicuramente di una complessa attività di coordinamento e che il DEP Lazio ha già assolto nel passato con estrema professionalità, tenendo conto che i tempi di realizzazione dovranno fare i conti con le norme anti-Covid.

Detto programma, rispetto a quello già approvato nel 2017 e mai avviato per assenza di fondi, è stato aggiornato e rielaborato anche alla luce delle diverse esigenze del territorio e della popolazione coinvolta nell’indagine, in particolare è stata eliminata, all’esito di specifica valutazione tecnico-sanitaria, la previsione di realizzazione di un PRESSA (Presidio Sanitario Ambientale).

Detto programma sarà attuato dal Dipartimento di Epidemiologia all’esito del perfezionamento di apposita convenzione ex art. 15 L.n. 241/1990.
Con determinazione n.417408 del 12.12.2019 è stato approvato lo schema di convenzione per la realizzazione in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio – ASL ROMA 1 del “Programma di valutazione epidemiologica”, relativamente ai requisiti tecnici, della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Valle del Sacco – D.M. n. 321/2016.

Con successiva determinazione n. G06907 del 13 giugno 2020 è stata rettificata la Determinazione n. G17408 del 12 dicembre 2019 ed è stato approvato un nuovo schema di convenzione, ex art. 15 L. n. 241/1990 s.m.i per la realizzazione, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia, del “Programma di valutazione epidemiologica”, relativamente ai requisiti tecnici, della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Bacino del Fiume Sacco – D.M. n. 321/2016. La rettifica della precedente determinazione n. G17408/19 si è resa necessaria a causa di sopravvenute esigenze tecniche ed economiche del Dipartimento che hanno comportato la necessità di modificare il documento tecnico, il quadro economico e lo schema di convenzione approvato in precedenza.

La Caratterizzazione delle aree agricole ripariali.

Mentre per la sorveglianza epidemiologica si può procedere con un background legislativo ben definito da tempo, per la caratterizzazione delle aree agricole ripariali si deve fare riferimento al nuovo regolamento sugli interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d'emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento (DM n. 46 del 1 marzo 2019).

L’intervento è finanziato con fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) per 4 milioni di euro.

Per l’attuazione dell’intervento sono stati coinvolti coinvolti l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Sperimentale Zooprofilattico per il Lazio e la Toscana (IZSLT). 

Con DGR n. 140 del 31 marzo 2020 è stato approvato il documento relativo alla “Caratterizzazione delle aree agricole ripariali”, comprensivo dell’allegato tecnico elaborato da ISS e IZSLT.  Il suddetto documento oltre a una descrizione dell’intervento e dell’area interessata dallo stesso contiene una dettagliata individuazione delle motivazioni dell’intervento e dei soggetti che saranno coinvolti nell’attuazione. L’intervento di caratterizzazione riguarderà tutte le aree agricole ripariali oggetto di interdizione con i provvedimenti commissariali ricadenti nei territori dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano, Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo, Supino, Frosinone, Patrica, Ceccano, Castro dei Volsci, Pofi, Ceprano e Falvaterra.

Contestualmente alla caratterizzazione dei suoli agricoli si procederà al biomonitoraggio animale e dei vegetali, in considerazione del fatto che durante la fase emergenziale si erano acquisite evidenze di contaminazione da fitofarmaci nel latte e nei foraggi oltreché nel suolo. 

L’area soggetta a caratterizzazione interessa circa 54 Km di asta fluviale a partire dal limite nord dell’Area c.d. interdetta in corrispondenza della sorgente inquinante (area industriale di Colleferro). La fusione delle aree c.d. interdette con una fascia di buffer estesa a 100 m in riva destra e in riva sinistra del Fiume Sacco e le aree esondabili con pericolosità P3 ha generato un poligono esteso circa 1730 ha.

L’intervento sarà realizzato sui siti ricadenti in tali aree.

L’articolazione di dettaglio relativa alle fasi operative, la localizzazione dei punti di campionamento, la calendarizzazione dei campionamenti, le procedure tecniche di esecuzione del campionamento dei suoli e delle matrici vegetali ed animali, nonché la tracciabilità e trasmissione dei campioni e di gestione dei flussi informativi saranno contenuti nel piano di caratterizzazione che sarà elaborato dall’ISS.

Il tempo previsto per l’attuazione dell’intervento è stimato in circa 20 mesi.

C’è da precisare che anche in questo caso c’è il background derivante dalle attività dell’ex Ufficio Commissariale che negli anni dal 2005 al 2012 ha effettuato analisi su acque e terreni in fasi diverse, tuttavia  l’introduzione del nuovo Regolamento e relativi parametri induce a procedere con necessità ed  urgenza ad una caratterizzazione definitiva con una valutazione del rischio sui principali bersagli (vegetali-animali-uomo) e avviare, eventualmente, ulteriori misure interdittive ovvero a rivedere le misure cautelari già in atto anche attraverso una revoca o ulteriore limitazione delle stesse.

Contestualmente alla caratterizzazione dei suoli agricoli, si procederà al biomonitoraggio animale e vegetale, in considerazione dei dati pregressi che hanno già evidenziato durante la fase emergenziale evidenze di contaminazione da fitofarmaci nel latte e nei foraggi oltreché nel suolo.

La caratterizzazione sarà svolta, tenendo conto dei dati pregressi, in due lotti territoriali.

Il primo lotto riguarderà il settore Nord (Anagni, Colleferro, Ferentino, Gavignano, Morolo, Paliano, Segni, Sgurgola, Supino) delle Aree agricole ripariali soggette ad interdizione.
Il secondo lotto riguarderà il settore Sud (Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Falvaterra, Frosinone, Patrica, Pofi) delle aree agricole ripariali soggette ad interdizione Sud, in quanto in detta risulta minore e più frammentario lo stato delle conoscenze pregresse.
Nell’ambito di ciascun lotto territoriale (NORD e SUD), individuato nell’ambito dell’Area soggetta a caratterizzazione, saranno individuate ulteriori sub-aree omogenee, che saranno progressivamente sottoposte a caratterizzazione.
Alla conclusione dei campionamenti completi dei terreni e dei vegetali di una sub-area sarà dato inizio ai campionamenti della sub-area adiacente e così via sino a completamento, dapprima del segmento NORD e successivamente del segmento SUD.

Per la realizzazione dell’intervento la Regione Lazio collaborerà con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Lazio e la Toscana nella progettazione del piano di caratterizzazione, nella redazione del piano di campionamento, nella validazione e valutazione dei dati nonché nel biomonitoraggio animale e vegetale attraverso la definizione di un accordo tra pubbliche amministrazioni, che allo stato attuale risulta in via di definizione.

Solo l’attività di campionamento ed analisi dei suoli agricoli verrà affidata ad un operatore esterno.

Senza scendere in ulteriori particolari c’è da sottolineare che il lavoro da svolgere è enorme. Il nostro SIN è uno dei più complessi in Italia, ma questo tipo di attività ci restituirà sicuramente una fotografia aggiornata e omogenea che avrà la funzione di eliminare aree che risulteranno non contaminate o applicare misure interdittive più stringenti.

Riteniamo che per questa fase occorra una stretta collaborazione degli Enti locali in particolare per facilitare l’accesso alle aree in esame.

Il monitoraggio acque per uso irriguo, potabile e domestico.

L’esigenza di monitorare le acque ad uso potabile ed irriguo nasce dalla necessità di approfondire i dati analitici, raccolti nel corso della fase emergenziale, in modo da descrivere e valutare la qualità della matrice indagata, definire e valutare il grado di contaminazione della falda all’interno del perimetro del Sito di Interesse Nazionale, monitorare l’evoluzione dell’inquinamento delle acque, per verificare l’efficacia degli interventi di contenimento e/o di bonifica, acquisire dati utili al fine di un loro possibile utilizzo per l’avvio di un successivo studio sulla determinazione dei Valori di Fondo per le acque sotterranee.

Così è scritto nell’introduzione della Deliberazione di Giunta regionale n.225 del 30.04.2020 con la quale è stato approvato il documento relativo al monitoraggio delle acque per uso potabile, irriguo e domestico.

L’intervento sarà realizzato dalla Regione Lazio in collaborazione con l’ Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio, le Aziende Sanitarie locali, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), attraverso la stipula di convenzione che prevederà per i suddetti enti solo un rimborso delle spese effettivamente sostenute e rendicontate.  

Per l’attuazione dell’intervento è stato previsto un finanziamento di circa 1,7mln di euro.

L’intervento di monitoraggio delle acque per uso potabile, irriguo e domestico riguarderà l’intero territorio ricadente nel SIN del fiume Sacco. L’attuazione dell’intervento è prevista in fasi definite sulla base delle risultanze analitiche pregresse riguardanti sia la matrice acqua che altre matrici.

In una prima fase il campionamento sarà prevalentemente concentrato nell’area nord del SIN. Invero, saranno oggetto di azione: i pozzi realizzati dall’Ufficio Commissariale nelle aree agricole interdette e i pozzi a servizio della città di Colleferro, localizzati sia all’interno del comprensorio industrial ex SNIA – BPD sia a margine dello stesso, già campionati da ISS nel 2012.

Successivamente, come si legge nella DGR, “si procederà al campionamento dei pozzi censiti da ISPRA e inseriti nell’archivio nazionale sulle indagini nel sottosuolo ai sensi della legge n. 464/1984 e i pozzi del Catasto delle Province. Complessivamente i punti oggetto di indagine, da una prima previsione, saranno circa 200 punti. Inoltre, è prevista la realizzazione di nuovi pozzi di monitoraggio per coprire le zone non indagabili altrimenti.

Anche in questo caso trattasi di un intervento mirante a determinare lo stato della qualità delle acque in particolare quelle ad uso umano o per agricoltura. L’intervento di monitoraggio delle acque ad uso potabile irriguo e domestico consentirà infatti di giungere ad una conoscenza definitiva dei livelli di inquinanti presenti nelle acque sotterranee, fornendo così la possibilità di attuare ogni possibile azione di mitigazione del rischio ambientale e sanitario a tutela della collettività.

Conclusioni

Pensiamo di aver fornito un quadro della complessità delle azioni necessarie a caratterizzare e bonificare le aree del SIN. Agli interventi previsti nell’accordo di programma si aggiungono le istruttorie per le caratterizzazioni che nascono da richieste di soggetti privati, incardinate presso il Ministero dell’Ambiente, la cui durata necessariamente è di alcuni mesi e che procedono parallelamente alle attività descritte.

Il SIN del Fiume Sacco, nel panorama dei SIN a livello nazionale si può considerare un caso ‘fortunato’ visto l’Accordo di Programma ed i fondi stanziati, nonché l’azione di bonifica avviata nel sito Arpa 2 di Colleferro dopo un fermo amministrativo di ben 7 anni. Ciò non ostante, se confrontiamo le risorse tecniche e finanziare messe a disposizione, con la complessità delle azioni da svolgere su un’area estesa per ben 7.300ha, caratterizzata da una varietà straordinaria di fenomeni di contaminazione, se ne deduce che esse dovranno essere incrementate, soprattutto se si vogliono abbreviare in modo significativo i tempi di bonifica. A livello nazionale risultano sino ad ora inadeguate le risorse che lo stato centrale impiega per progettare e pianificare la bonifica dei SIN e più in generale dei territori contaminati, con l’obiettivo di prevenire efficacemente una ulteriore contaminazione delle matrici ambientali.

A proposito di risorse che si renderanno disponibili nei prossimi mesi dobbiamo fare riferimento ai capitali messi a disposizione dal Recovery Fund e dal bilancio europeo: lo European Green Deal ha trovato il suo spazio all’interno del Next Generation EU (denominazione del Recovery Fund), il nuovo strumento presentato alla Commissione europea che propone di destinare almeno 100 miliardi su 750 verso la transizione ecologica. Anche il 25% del nuovo bilancio dell’Unione europea 2021-2027 dovrà essere speso nei programmi europei per mobilitare gli investimenti sostenibili: circa 275 miliardi di euro in sette anni. Totale 375 miliardi di euro.

Deve essere chiaro che non esiste alcuna possibilità di progettare un nuovo modello di sviluppo per il nostro paese, di avviare effettivamente un percorso di riconversione ecologica verso un modello di economia circolare, senza una azione profonda, capillare e diffusa bonifica dei territori inquinati e di trasformazione dei processi produttivi, di modifica degli assetti urbani e territoriali, responsabili dei fenomeni di inquinamento che affliggono il nostro paese.

Tutta la documentazione disponibile al momento sulle azioni di caratterizzazione e bonifica del Sin del fiume Sacco si può trovare al link http://www.regione.lazio.it/rl_bonificadeisitiinquinati/ 
 
Valle del Sacco, 17.09.2020
 


Comunicato Stampa Retuvasa

Bonifica SIN “Bacino del fiume Sacco”, aggiornamento agosto 2020

 

L’Accordo di Programma (AdP) “per la realizzazione degli interventi di Messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale Bacino del Fiume Sacco” è stato stipulato dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Lazio il 12 marzo 2019 (approvato con Decreto n. 51 del 10/04/2019 e DGR n. 119 del 06/03/2019) . Nell’ambito dell’accordo la Regione Lazio è stata individuata come  Responsabile Unico dell’Attuazione (RUA) degli interventi e di conseguenza responsabile del controllo e del monitoraggio delle attività per l’attuazione delle stesse.

L’AdP, il cui valore complessivo ammonta ad 53.626.188,68 euro, individua interventi di immediata attuazione e le relative fonti di finanziamento, fissando la data  del 31 dicembre 2023 per il loro completamento, fatto salvo un ulteriore periodo di 24 mesi legato a singole specificità afferenti alla fase di bonifica.

L’AdP fissa inoltre ulteriori termini per le varie fasi degli interventi che, allo stato attuale, registrano un leggero ritardo anche all’emergenza Covid -19, che ha determinato come noto un rallentamento di tutte le attività nel nostro paese. In particolare si registra un lieve ritardo nell’affidamento ed esecuzione dei piani di monitoraggi delle acque, dell’indagine epidemiologica e della caratterizzazione delle aree ripariali.

In ogni caso, si rileva dagli atti oggetto di pubblicazione che, dalla stipula dell’Accordo, la Regione si è attivata sin da subito affinché siano gli enti tecnici di riferimento per ogni tipologia di intervento. Ciò ovviamente ha comportato dei tempi maggiori per il confronto ed il coordinamento, ma ha permesso di avviare forme di collaborazione interistituzionale attraverso la stipula di convenzioni; esse consentiranno l’esecuzione direttamente da parte della regione Lazio -in collaborazione con gli enti tecnici di riferimento a livello regionale e nazionale- di alcuni interventi individuati nell’AdP ovvero di specifiche attività all’interno degli stessi.

Procediamo in ordine cronologico.

La sorveglianza epidemiologica.

Il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale (DEP) ha elaborato un “Programma di valutazione epidemiologica” della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) Valle del Sacco.

Detto programma, avente durata biennale, prevede la realizzazione di un sistema di valutazione epidemiologica della popolazione basato su un programma di lunga durata in grado di fornire alle amministrazioni ed alla popolazione informazioni sullo stato di salute, sui fattori di rischio e sui possibili cambiamenti attraverso un potenziamento degli interventi di prevenzione e promozione della salute in un’ area a forte pressione ambientale.

La Convenzione interesserà 1.200 residenti della valle del Sacco, un campione ancora più rappresentativo delle precedenti indagini per un importo totale di 960.000 euro.

Le attività vanno dai prelievi del sangue (ASL RM5), alla Sorveglianza epidemiologica e sanitaria della popolazione residente/Coorte longitudinale/Monitoraggio MMG e PLS/ Studio epidemiologico sugli effetti sulla salute degli inquinanti attraverso consumo di acque e alimenti (DEP, ASL RM5), alla collaborazione con il CNR di Pisa per la valutazione dell’incidenza cardiovascolare (DEP, CNR Pisa), alle analisi effettuate presso il laboratorio Kuopio ad Helsinki (DEP, Health Institute Kuopio), al Coordinamento del Progetto (DEP).

Un programma che necessita sicuramente di una complessa attività di coordinamento e che il DEP Lazio ha già assolto nel passato con estrema professionalità, tenendo conto che i tempi di realizzazione dovranno fare i conti con le norme anti-Covid.

Detto programma, rispetto a quello già approvato nel 2017 e mai avviato per assenza di fondi, è stato aggiornato e rielaborato anche alla luce delle diverse esigenze del territorio e della popolazione coinvolta nell’indagine, in particolare è stata eliminata, all’esito di specifica valutazione tecnico-sanitaria, la previsione di realizzazione di un PRESSA (Presidio Sanitario Ambientale).

Detto programma sarà attuato dal Dipartimento di Epidemiologia all’esito del perfezionamento di apposita convenzione ex art. 15 L.n. 241/1990.
Con determinazione n.417408 del 12.12.2019 è stato approvato lo schema di convenzione per la realizzazione in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio – ASL ROMA 1 del “Programma di valutazione epidemiologica”, relativamente ai requisiti tecnici, della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Valle del Sacco – D.M. n. 321/2016.

Con successiva determinazione n. G06907 del 13 giugno 2020 è stata rettificata la Determinazione n. G17408 del 12 dicembre 2019 ed è stato approvato un nuovo schema di convenzione, ex art. 15 L. n. 241/1990 s.m.i per la realizzazione, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia, del “Programma di valutazione epidemiologica”, relativamente ai requisiti tecnici, della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Bacino del Fiume Sacco – D.M. n. 321/2016. La rettifica della precedente determinazione n. G17408/19 si è resa necessaria a causa di sopravvenute esigenze tecniche ed economiche del Dipartimento che hanno comportato la necessità di modificare il documento tecnico, il quadro economico e lo schema di convenzione approvato in precedenza.

La Caratterizzazione delle aree agricole ripariali.

Mentre per la sorveglianza epidemiologica si può procedere con un background legislativo ben definito da tempo, per la caratterizzazione delle aree agricole ripariali si deve fare riferimento al nuovo regolamento sugli interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d'emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento (DM n. 46 del 1 marzo 2019).

L’intervento è finanziato con fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) per 4 milioni di euro.

Per l’attuazione dell’intervento sono stati coinvolti coinvolti l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Sperimentale Zooprofilattico per il Lazio e la Toscana (IZSLT). 

Con DGR n. 140 del 31 marzo 2020 è stato approvato il documento relativo alla “Caratterizzazione delle aree agricole ripariali”, comprensivo dell’allegato tecnico elaborato da ISS e IZSLT.  Il suddetto documento oltre a una descrizione dell’intervento e dell’area interessata dallo stesso contiene una dettagliata individuazione delle motivazioni dell’intervento e dei soggetti che saranno coinvolti nell’attuazione. L’intervento di caratterizzazione riguarderà tutte le aree agricole ripariali oggetto di interdizione con i provvedimenti commissariali ricadenti nei territori dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano, Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo, Supino, Frosinone, Patrica, Ceccano, Castro dei Volsci, Pofi, Ceprano e Falvaterra.

Contestualmente alla caratterizzazione dei suoli agricoli si procederà al biomonitoraggio animale e dei vegetali, in considerazione del fatto che durante la fase emergenziale si erano acquisite evidenze di contaminazione da fitofarmaci nel latte e nei foraggi oltreché nel suolo. 

L’area soggetta a caratterizzazione interessa circa 54 Km di asta fluviale a partire dal limite nord dell’Area c.d. interdetta in corrispondenza della sorgente inquinante (area industriale di Colleferro). La fusione delle aree c.d. interdette con una fascia di buffer estesa a 100 m in riva destra e in riva sinistra del Fiume Sacco e le aree esondabili con pericolosità P3 ha generato un poligono esteso circa 1730 ha.

L’intervento sarà realizzato sui siti ricadenti in tali aree.

L’articolazione di dettaglio relativa alle fasi operative, la localizzazione dei punti di campionamento, la calendarizzazione dei campionamenti, le procedure tecniche di esecuzione del campionamento dei suoli e delle matrici vegetali ed animali, nonché la tracciabilità e trasmissione dei campioni e di gestione dei flussi informativi saranno contenuti nel piano di caratterizzazione che sarà elaborato dall’ISS.

Il tempo previsto per l’attuazione dell’intervento è stimato in circa 20 mesi.

C’è da precisare che anche in questo caso c’è il background derivante dalle attività dell’ex Ufficio Commissariale che negli anni dal 2005 al 2012 ha effettuato analisi su acque e terreni in fasi diverse, tuttavia  l’introduzione del nuovo Regolamento e relativi parametri induce a procedere con necessità ed  urgenza ad una caratterizzazione definitiva con una valutazione del rischio sui principali bersagli (vegetali-animali-uomo) e avviare, eventualmente, ulteriori misure interdittive ovvero a rivedere le misure cautelari già in atto anche attraverso una revoca o ulteriore limitazione delle stesse.

Contestualmente alla caratterizzazione dei suoli agricoli, si procederà al biomonitoraggio animale e vegetale, in considerazione dei dati pregressi che hanno già evidenziato durante la fase emergenziale evidenze di contaminazione da fitofarmaci nel latte e nei foraggi oltreché nel suolo.

La caratterizzazione sarà svolta, tenendo conto dei dati pregressi, in due lotti territoriali.

Il primo lotto riguarderà il settore Nord (Anagni, Colleferro, Ferentino, Gavignano, Morolo, Paliano, Segni, Sgurgola, Supino) delle Aree agricole ripariali soggette ad interdizione.
Il secondo lotto riguarderà il settore Sud (Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Falvaterra, Frosinone, Patrica, Pofi) delle aree agricole ripariali soggette ad interdizione Sud, in quanto in detta risulta minore e più frammentario lo stato delle conoscenze pregresse.
Nell’ambito di ciascun lotto territoriale (NORD e SUD), individuato nell’ambito dell’Area soggetta a caratterizzazione, saranno individuate ulteriori sub-aree omogenee, che saranno progressivamente sottoposte a caratterizzazione.
Alla conclusione dei campionamenti completi dei terreni e dei vegetali di una sub-area sarà dato inizio ai campionamenti della sub-area adiacente e così via sino a completamento, dapprima del segmento NORD e successivamente del segmento SUD.

Per la realizzazione dell’intervento la Regione Lazio collaborerà con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Lazio e la Toscana nella progettazione del piano di caratterizzazione, nella redazione del piano di campionamento, nella validazione e valutazione dei dati nonché nel biomonitoraggio animale e vegetale attraverso la definizione di un accordo tra pubbliche amministrazioni, che allo stato attuale risulta in via di definizione.

Solo l’attività di campionamento ed analisi dei suoli agricoli verrà affidata ad un operatore esterno.

Senza scendere in ulteriori particolari c’è da sottolineare che il lavoro da svolgere è enorme. Il nostro SIN è uno dei più complessi in Italia, ma questo tipo di attività ci restituirà sicuramente una fotografia aggiornata e omogenea che avrà la funzione di eliminare aree che risulteranno non contaminate o applicare misure interdittive più stringenti.

Riteniamo che per questa fase occorra una stretta collaborazione degli Enti locali in particolare per facilitare l’accesso alle aree in esame.

Il monitoraggio acque per uso irriguo, potabile e domestico.

L’esigenza di monitorare le acque ad uso potabile ed irriguo nasce dalla necessità di approfondire i dati analitici, raccolti nel corso della fase emergenziale, in modo da descrivere e valutare la qualità della matrice indagata, definire e valutare il grado di contaminazione della falda all’interno del perimetro del Sito di Interesse Nazionale, monitorare l’evoluzione dell’inquinamento delle acque, per verificare l’efficacia degli interventi di contenimento e/o di bonifica, acquisire dati utili al fine di un loro possibile utilizzo per l’avvio di un successivo studio sulla determinazione dei Valori di Fondo per le acque sotterranee.

Così è scritto nell’introduzione della Deliberazione di Giunta regionale n.225 del 30.04.2020 con la quale è stato approvato il documento relativo al monitoraggio delle acque per uso potabile, irriguo e domestico.

L’intervento sarà realizzato dalla Regione Lazio in collaborazione con l’ Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio, le Aziende Sanitarie locali, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), attraverso la stipula di convenzione che prevederà per i suddetti enti solo un rimborso delle spese effettivamente sostenute e rendicontate.  

Per l’attuazione dell’intervento è stato previsto un finanziamento di circa 1,7mln di euro.

L’intervento di monitoraggio delle acque per uso potabile, irriguo e domestico riguarderà l’intero territorio ricadente nel SIN del fiume Sacco. L’attuazione dell’intervento è prevista in fasi definite sulla base delle risultanze analitiche pregresse riguardanti sia la matrice acqua che altre matrici.

In una prima fase il campionamento sarà prevalentemente concentrato nell’area nord del SIN. Invero, saranno oggetto di azione: i pozzi realizzati dall’Ufficio Commissariale nelle aree agricole interdette e i pozzi a servizio della città di Colleferro, localizzati sia all’interno del comprensorio industrial ex SNIA – BPD sia a margine dello stesso, già campionati da ISS nel 2012.

Successivamente, come si legge nella DGR, “si procederà al campionamento dei pozzi censiti da ISPRA e inseriti nell’archivio nazionale sulle indagini nel sottosuolo ai sensi della legge n. 464/1984 e i pozzi del Catasto delle Province. Complessivamente i punti oggetto di indagine, da una prima previsione, saranno circa 200 punti. Inoltre, è prevista la realizzazione di nuovi pozzi di monitoraggio per coprire le zone non indagabili altrimenti.

Anche in questo caso trattasi di un intervento mirante a determinare lo stato della qualità delle acque in particolare quelle ad uso umano o per agricoltura. L’intervento di monitoraggio delle acque ad uso potabile irriguo e domestico consentirà infatti di giungere ad una conoscenza definitiva dei livelli di inquinanti presenti nelle acque sotterranee, fornendo così la possibilità di attuare ogni possibile azione di mitigazione del rischio ambientale e sanitario a tutela della collettività.

Conclusioni

Pensiamo di aver fornito un quadro della complessità delle azioni necessarie a caratterizzare e bonificare le aree del SIN. Agli interventi previsti nell’accordo di programma si aggiungono le istruttorie per le caratterizzazioni che nascono da richieste di soggetti privati, incardinate presso il Ministero dell’Ambiente, la cui durata necessariamente è di alcuni mesi e che procedono parallelamente alle attività descritte.

Il SIN del Fiume Sacco, nel panorama dei SIN a livello nazionale si può considerare un caso ‘fortunato’ visto l’Accordo di Programma ed i fondi stanziati, nonché l’azione di bonifica avviata nel sito Arpa 2 di Colleferro dopo un fermo amministrativo di ben 7 anni. Ciò non ostante, se confrontiamo le risorse tecniche e finanziare messe a disposizione, con la complessità delle azioni da svolgere su un’area estesa per ben 7.300ha, caratterizzata da una varietà straordinaria di fenomeni di contaminazione, se ne deduce che esse dovranno essere incrementate, soprattutto se si vogliono abbreviare in modo significativo i tempi di bonifica. A livello nazionale risultano sino ad ora inadeguate le risorse che lo stato centrale impiega per progettare e pianificare la bonifica dei SIN e più in generale dei territori contaminati, con l’obiettivo di prevenire efficacemente una ulteriore contaminazione delle matrici ambientali.

A proposito di risorse che si renderanno disponibili nei prossimi mesi dobbiamo fare riferimento ai capitali messi a disposizione dal Recovery Fund e dal bilancio europeo: lo European Green Deal ha trovato il suo spazio all’interno del Next Generation EU (denominazione del Recovery Fund), il nuovo strumento presentato alla Commissione europea che propone di destinare almeno 100 miliardi su 750 verso la transizione ecologica. Anche il 25% del nuovo bilancio dell’Unione europea 2021-2027 dovrà essere speso nei programmi europei per mobilitare gli investimenti sostenibili: circa 275 miliardi di euro in sette anni. Totale 375 miliardi di euro.

Deve essere chiaro che non esiste alcuna possibilità di progettare un nuovo modello di sviluppo per il nostro paese, di avviare effettivamente un percorso di riconversione ecologica verso un modello di economia circolare, senza una azione profonda, capillare e diffusa bonifica dei territori inquinati e di trasformazione dei processi produttivi, di modifica degli assetti urbani e territoriali, responsabili dei fenomeni di inquinamento che affliggono il nostro paese.

Tutta la documentazione disponibile al momento sulle azioni di caratterizzazione e bonifica del Sin del fiume Sacco si può trovare al link http://www.regione.lazio.it/rl_bonificadeisitiinquinati/ 
 
Valle del Sacco, 17.09.2020