Rassegna stampa 18.06.11

(RS IN ELABORAZIONE)

BUFERA SUL GIA' INDAGATO EX DIRETTORE ARPA FROSINONE, VINCENZO ADDIMANDI. INDAGINI PER TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI (CAR-FLUFF) E ANCORA SULLA FALSIFICAZIONE DELLE ANALISI DELLE ACQUE AD ANAGNI
Il Messaggero FR 18.06.11, pp. 37 (prima) e 41
di Vittorio Buongiorno

Nuova grana per Vincenzo Addimandi. L’ex direttore facente funzioni dell’Arpa Frosinone si è visto notificare dai carabinieri del Reparto Operativo Nucleo Investigativo del comando provinciale di Frosinone l’«avviso all’indagato della conclusioni delle indagini preliminari», emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, poiché ritenuto responsabile insieme ad altre persone di «traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale».

(RS IN ELABORAZIONE)

BUFERA SUL GIA' INDAGATO EX DIRETTORE ARPA FROSINONE, VINCENZO ADDIMANDI. INDAGINI PER TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI (CAR-FLUFF) E ANCORA SULLA FALSIFICAZIONE DELLE ANALISI DELLE ACQUE AD ANAGNI
Il Messaggero FR 18.06.11, pp. 37 (prima) e 41
di Vittorio Buongiorno

Nuova grana per Vincenzo Addimandi. L’ex direttore facente funzioni dell’Arpa Frosinone si è visto notificare dai carabinieri del Reparto Operativo Nucleo Investigativo del comando provinciale di Frosinone l’«avviso all’indagato della conclusioni delle indagini preliminari», emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, poiché ritenuto responsabile insieme ad altre persone di «traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale».
Gli avvisi sono stati notificati ad altre otto persone. Tra loro anche un altro funzionario dell’Arpa, oltre a dirigenti e dipendenti di una società di Palma Campania, la Ragmetal srl, che dallo scorso anno era stata autorizzata dalla Regione Lazio «a gestire l’impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, sito in località Collecedro nel Comune di Cervaro», sulla scorta di una «autorizzazione all’esercizio di un centro di raccolta, di messa in sicurezza, demolizione, recupero dei materiali e rottamazione dei veicoli a motore e rimorchi», rilasciata dal Comune di Cervaro. In sostanza la ditta avrebbe dovuto bonificare i rottami delle auto per poi avviarli in discarica. Ma le indagini dei carabinieri, con la collaborazione di personale del Nucleo operativo ecologico di Carabinieri di Perugia, hanno permesso di accertare «che la predetta società con sede legale in Napoli e quella operativa in Cervaro, mediante falsa attribuzione del codice C.E.R. (Codice Europeo Rifiuti) smaltiva nella discarica per rifiuti non pericolosi ubicata in Colognola di Gubbio in provincia di Perugia, una ingente quantità di rifiuto cosiddetto car fluff, ritenuto al contrario rifiuto pericoloso». Il car fluff è in sostanza la parte plastica delle carcasse delle auto e in particolare la spugna di cui sono riempiti i sedili, un tipo di rifiuto che la Ciociaria ha imparato a conoscere visto che ad Anagni è stato sperimentato per tre anni un impianto di termovalorizzazione, presso la sede Marangoni, destinato proprio a bruciare questo tipo di materiale.
La ditta che operava a Cervaro è stata autorizzata dalla Regione a gestire l’impianto per dieci anni (a partire dal 6 agosto scorso) e in particolare a oltre settemila carcasse di autoveicoli (oltre a 123 tonnellate annue di rifiuti non pericolori, e 23 tonnellate annue di rifiuti pericolosi). Non è chiaro cosa accadrà adesso dopo la chiusura di questa indagine della Dda.
Ma non è tutto. A Vincenzo Addimandi è stata notificata anche la data di fissazione della udienza preliminare in relazione all’inchiesta della Procura di Frosinone che portò al suo arresto nel settembre dello scorso anno e alla sospensione dall’incarico di direttore facente funzioni dell’Arpa di Frosione. L’indagine era quella sulla ditta di Anagni accusata di aver sversato nel fiume Sacco i reflui della zincatura. Secondo le accuse del pm Adolfo Coletta e degli uomini della Finanza Addimandi avrebbe attestato falsamente la regolarità delle analisi effettuate dopo il prelievo dell’acqua del fiume, quando in realtà la presenza di valori inquinanti era clamorosamente al di là dei limiti fissati per legge. L’udienza preliminare si terrà presso il Tribunale di Frosinone il prossimo 26 ottobre.

ANCORA ODORI NAUSEABONDI SULLA MOROLENSE, STAVOLTA FINO A PATRICA E DINTORNI. SERRATE INDAGINI DELLA COMPAGNIA DEI CARABINIERI DI ANAGNI

Il Messaggero Fr 17.06.11 pp. 43 (prima) e 45
Ieri mattina è tornato l’allarme per gli odori nauseabondi sulla via Morolense. Stavolta la puzza è stata però percepita anche qualche centinaia di metri oltre la zona industriale di Ferentino dove c’era stato l’allarme qualche settimana fa. Si è infatti arrivati fino al confine tra Patrica e Supino. Un’area vasta che preoccupa non poco carabinieri ed Arpa Lazio che ieri hanno dato vita ad un tour de force per risalire alle cause dei cattivi odori.
I militari della Compagnia di Anagni, diretti dal capitano Costantino Airoldi hanno avviato controlli a tappeto nelle industrie tra Ferentino, Morolo e Sgurgola e continueranno a farli anche nei prossimi giorni, mentre i carabinieri di Supino hanno concentrato le attenzioni su Patrica e Supino in particolare sui ruscelli affluenti del fiume Sacco. Sono durati più di sette ore i controlli con prelievi di acqua da un ruscello.
Strumenti sofisticati hanno analizzato la qualità dell’aria e le emissioni in atmosfera. Difficile capire le sostanze, ci vorrà ancora qualche giorno. Un fatto è certo, gli odori nauseabondi registrati ieri non sono da collegare con quelli di alcune settimane fa a Ferentino. «Si tratta di due tipi di odori diversi su cui stiamo indagando. Per quanto riguarda oggi (ieri,ndr) ci siamo concentrati soprattutto su una fabbrica di Patrica già monitorata. C’è un’informativa, vedremo le decisioni della Procura. Si tratta di fanghi industriali», hanno spiegato dall’Arpa Lazio.
Oggi le analisi continueranno. Anche il Comune di Patrica si è mosso. «La situazione sta diventando insopportabile, i cittadini sono esasperati. Riceviamo decine di telefonate al giorno. Come amministrazione stiamo cercando di trovare la soluzione anche in collaborazione con i vigili urbani. Sarà tolleranza zero per tutte le fabbriche. Non si può vivere di puzze ed inquinamento», ha spiegato il consigliere comunale di maggioranza, Enrico Palmegiani.
Intanto per quanto riguarda la zona di Ferentino l’Arpa Lazio ha comunicato al sindaco Piergianni Fiorletta che si può sospendere l’ordinanza che vietava l’accesso all’area dell’Alabro, affluente del Sacco, nonché il divieto a prelevare acqua, come forma cautelativa per la salute dei cittadini. Gli odori nauseabondi sono spariti, ma è ancora tutta chiarire l’origine della puzza.
Ora si attendono le risposte dell’Arpa Lazio sui campioni di acqua prelevati ieri e che saranno analizzate nelle prossime ore.