Roma come Fukushima?

Roma come Fukushima?

In caso di incidente grave nella ipotetica centrale nucleare di
Montalto, 600 mila persone evacuate tra la Tuscia, Roma e la Sabina. 3,5
milioni se catastrofe avvenisse a Borgo Sabotino tra Latina, Frosinone e
la stessa Roma.

Esplosivo dossier, con tutti i numeri e gli effetti della tragedia
giapponese, applicati al caso di Roma e del Lazio.*

*Legambiente Lazio: numeri agghiaccianti, impensabile il rischio nucleare*
*Appello a votare SÌ ai referendum del 12 e 13 giugno*

*Quasi 600 mila persone evacuate fino alle porte di Roma e alla Sabina,
un danno irreparabile alla vita di decine di centinaia di migliaia di
famiglie, studi interrotti nelle 51 istituzioni scolastiche presenti e
suddivise in oltre 200 plessi, lavoro perso per quasi tutti, agricoltura

Roma come Fukushima?

In caso di incidente grave nella ipotetica centrale nucleare di
Montalto, 600 mila persone evacuate tra la Tuscia, Roma e la Sabina. 3,5
milioni se catastrofe avvenisse a Borgo Sabotino tra Latina, Frosinone e
la stessa Roma.

Esplosivo dossier, con tutti i numeri e gli effetti della tragedia
giapponese, applicati al caso di Roma e del Lazio.*

*Legambiente Lazio: numeri agghiaccianti, impensabile il rischio nucleare*
*Appello a votare SÌ ai referendum del 12 e 13 giugno*

*Quasi 600 mila persone evacuate fino alle porte di Roma e alla Sabina,
un danno irreparabile alla vita di decine di centinaia di migliaia di
famiglie, studi interrotti nelle 51 istituzioni scolastiche presenti e
suddivise in oltre 200 plessi, lavoro perso per quasi tutti, agricoltura
in ginocchio per le 38.115 aziende del territorio che coltivano 280.596
ettari, 3,5 milioni di capi abbattuti tra bovini, suini, ovini e pollame
vario nelle 7 mila aziende, attività produttive e servizi cancellati,
nella sola Tuscia 522 strutture ricettive da chiudere oltre a 288
agriturismi, 21 campeggi, 48 stabilimenti balneari e 590 ristoranti,
decretando l'ovvia fine del turismo. "Roma come Fukushima?" è il titolo
dell'esplosivo dossier, realizzato a pochi giorni dal voto dei
referendum per fare chiarezza sul significato del pericolo nucleare:
oltre le pittoresche tute bianche, le maschere e le sirene che in questi
giorni stanno affollando le piazze italiane, è questo il possibile
scenario post incidente atomico in una ipotetica centrale nucleare a
Montalto di Castro (Vt), che Legambiente Lazio ha voluto sbattere in
faccia ai cittadini, in modo crudo e argomentato, per poter comprendere
bene il concreto rischio che si ha di fronte.*

"*E' un futuro sul quale non avremmo proprio mai voluto nemmeno
riflettere, eppure è esattamente quanto sta tragicamente vivendo la
popolazione giapponese e quanto da venticinque anni si sta protraendo a
Cernobyl, un disastro che non deve mai più avvenire e che nello scenario
di Roma e del Lazio è agghiacciante, fa tremare al solo pensiero
*-afferma *Lorenzo Parlati*, presidente di Legambiente Lazio-. Altro che
sciacallaggio, stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone in
carne e ossa strappate dalla loro vita in Giappone, dai loro affetti,
dalle loro abitudini, dal loro lavoro. E' forse la cosa più tragica che
può accadere, un forzoso esodo di massa verso un'esistenza senza senso,
con l'impossibilità di rientrare nella propria casa e di mantenere la
vita nella propria comunità. Il nucleare dopo Cernobyl purtroppo ancora
una volta in Giappone ha evidenziato questi inaccettabili rischi
concreti, questo sporco futuro deve essere fermato dai cittadini votando
Sì ai referendum del 12 e 13 giugno."

Nel caso di Fukushima, il governo giapponese ha dapprima fissato un
raggio di 20 chilometri dalla centrale entro la quale sono stati
evacuati tutti, esteso poi a 30 chilometri, mentre si parla proprio in
questi giorni di un'estensione a 60 chilometri, a seguito delle misure
di radioattività effettuate. *L'Ambasciata Americana ha, invece, subito
prontamente consigliato ai propri concittadini che si trovavano
nell'area di Fukushima di allontanarsi ad almeno 80 chilometri dalla
centrale, in modo cautelativo.*Non esiste, in realtà, una distanza di
sicurezza entro la quale non esistano danni, anzi nel caso
dell'incidente di Cernobyl molte autorevoli fonti hanno evidenziato
incrementi tumorali anche in Francia e in Gran Bretagna a migliaia di
chilometri, ma per questa stima non ne abbiamo voluto tener conto,
prendendo in esame il raggio minimo di 80 chilometri proposto dagli
americani. Con risultati agghiaccianti.

*Se la centrale, poi, dovesse essere a Borgo Sabotino (Lt)*,*lo scenario
in caso di un incidente sarebbe ancora peggiore: la città di Latina è
nel raggio dei 20 chilometri, quello più stretto dove la radioattività
perdurerebbe per centinaia di anni. E il raggio più allargato di 80
chilometri vede pienamente dentro anche la Capitale oltre ai Castelli
romani e a Frosinone con quasi l'intera provincia, con uno scenario
impensabile*. In questo caso sono oltre 3,5 milioni le persone evacuate
negli 80 chilometri fin dentro Roma, mille istituzioni scolastiche
bloccate, agricoltura in ginocchio per 100 mila aziende, tralasciando
attività produttive, servizi e attività turistico ricettive distrutte
con numeri e storie allucinanti.

"*Nemmeno se fosse l'unica alternativa possibile si potrebbe scegliere
il rischio del nucleare, e non lo è visto che efficienza risparmio
energetico e fonti rinnovabili stanno già cogliendo obiettivi pure
superiori a quelli dell'atomo, i cittadini mettano una croce sul SÌ ai
referendum per bloccare questa assurdità *-afferma *Cristiana Avenali*,
direttrice di Legambiente Lazio-. Non lo dice nessuno ai romani, ai
viterbesi, agli abitanti di Frosinone, Latina e Rieti che dovrebbero
essere evacuate decine di migliaia di ettari del Lazio, nel caso ci
fosse un incidente come quello di poche settimane fa in Giappone nelle
ipotetiche centrali di Montalto di Castro o di Borgo Sabotino.
Impossibile, purtroppo no, la vecchia tecnologia è in sostanza la stessa
e il nostro territorio delicato e sismico come abbiamo tristemente
verificato a L'Aquila, con possibili tsunami come quello che nel 1908 ha
distrutto Messina e Reggio alto 13 metri, quasi come quello dell'11
marzo scorso a Fukushima che è stato di 14 metri. *Basta chiacchiere,
tutti al voto, è ora di parlare di cose serie, di puntare i tanti soldi
che i cittadini pagano ogni anno in bolletta sulle rinnovabili,
l'efficienza e il risparmio e non su dannosi e costose centrali nucleari.*"

*Non finisce certo qui la mobilitazione di Legambiente Lazio verso i
referendum per l'acqua bene comune e per fermare il nucleare*. Nel
pomeriggio dalle 15 nuovo *banchetto informativo nel Municipio 8*, a via
dei Colombi, e partecipazione al *dibattito "Ragioniamo di acqua"*,
presso la Federazione Nazionale della stampa a Corso Vittorio Emanuele.
Domani, *9 giugno*, dalle 16 alle 19 *volantinaggio lungo la Metro A*,
da Furio Camillo ad Anagnina; dalle 17 alle 21 partecipazione alla
*festa dell'acqua a piazza Augusto Lorenzini*.

/Ufficio stampa Legambiente Lazio/
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