Ferentino, l'operazione Pestilentia
COMUNICATO STAMPA
RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO
L’operazione Pestilentia a Ferentino

Quale sarebbe stato il ruolo dello stabilimento LEM di Ferentino, già sequestrato all’inizio dell’ottobre scorso dai Carabinieri per irregolarità nelle autorizzazioni relative alle emissioni in atmosfera? Sottoprodotti illeciti di origine animale ritirati in Sardegna, comprese carcasse di ovini morti a causa di blue-tongue e destinati al centro di distruzione più vicino al focolaio accertato (non è escluso neppure l’utilizzo di maiali deceduti per peste suina), venivano trasportati a Caivano (Napoli) per la frantumazione, infine a Ferentino per la definitiva trasformazione in farine, oli o grassi destinati al mercato dei mangimi.
Va sottolineato il ruolo esercitato sul territorio in questa e in tante vicende analoghe da una “rete bianca” di associazioni, comitati, cittadini, solerti tecnici e forze dell’ordine, che agevola l’operato di queste ultime. Un pensiero va anche agli amministratori della città di Ferentino, a chi ha sempre seguito la questione con attenzione e a chi sostanzialmente ha fatto finta di niente.
Un ultimo pensiero ai 70 lavoratori dello stabilimento LEM di Ferentino. Vittime di un sistema che illude e violenta la Valle del Sacco, dove si continua a considerare normale il baratto tra ambiente-salute e posti di lavoro. Inaccettabili, ad esempio, le recenti dichiarazioni del presidente della SAF, che auspica il trattamento di ulteriori 200 tonnellate al giorno di rifiuti solidi urbani provenienti da Roma per salvaguardare i livelli occupazionali e rendere possibile l’assunzione di 15 nuovi dipendenti. Un ciclo virtuoso dei rifiuti, come un diverso modello di sviluppo, ne creerebbe molti di più, senza compromettere la qualità della vita della popolazione.
Francesco Bearzi – Coordinatore Frosinone
Alberto Valleriani – Presidente
Valle del Sacco, 10.12.14
Compostaggio Ferentino, TGR Lazio 10 maggio 2014
TGR Lazio del 10 maggio 2014
Servizio di Claudio Fiorensoli
Mobilitazione sull'impianto di Compostaggio
Ferentino, impianto compostaggio continua la mobilitazione
Sistema di trattamento dei rifiuti per il compostaggio di Ferentino, continua la mobilitazione dei cittadini!

Dopo aver protocollato le osservazioni corredate da circa mille firme agli uffici Ambiente della Regione Lazio e della Provincia di Frosinone , le azioni, contro l’insediamento del suddetto impianto, si sono intensificate non solo nel territorio comunale ma anche nei Comuni limitrofi.
Attualmente è in corso una petizione popolare che in pochi giorni ha già superato le duemila firme, numeri che crescono giorno dopo giorno , a dimostrazione della volontà dei cittadini di partecipare ed evitare ulteriori aggravi sul territorio della Valle del Sacco.
Le osservazioni e la petizione in corso si concentrano su aspetti reali che rendono il progetto presentato insostenibile in particolare:
1) La mancata trasparenza e partecipazione dei cittadini nella procedura in corso.
2) Dubbi sull’ idoneità urbanistica, infatti, il sito è a pochi metri da centri abitati e dalla stazione ferroviaria, luogo “affollato” da pendolari.
3) Mancata chiarezza sul bacino di utenza dei rifiuti. Vista l’enorme mole si presume che i rifiuti provengano da altri territori esterni dal bacino comunale e provinciale.
4) Preoccupazioni sull’emissioni atmosferiche e sul percolato prodotto.
4) L’area in oggetto è inserita nel bacino fluviale del Fiume Sacco, già noto alle cronache come una delle aree più inquinate d’ Italia.
5) Un impianto di tali dimensioni rischia di danneggiare il paesaggio con forti ripercussioni su settori economici come il turismo .
Al contrario pensiamo necessaria un’azione di monitoraggio e bonifica del nostro territorio che punti alla riconversione degli apparati industriali verso la green economy e al rilancio delle risorse naturali.
Stiamo lavorando in modo continuo sul territorio e nel confronto con l’amministrazione comunale che ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per evitare tale sito industriale per il trattamento dei rifiuti. Nel frattempo la questione si è diffusa anche sui social network, come Facebook, dove è nato il gruppo “NO impianto di rifiuti da 50mila t/a a Ferentino” che in 3 giorni ha raggiunto quasi 600 iscritti.
Il coinvolgimento di tanti ci potrà permettere di giungere al risultato desiderato e far annullare un progetto che avrebbe la sola funzione di andare ad aggravare ancora di più le già preoccupanti situazioni socio-ambientali-sanitarie della Valle del Sacco.
Ferentino, 9 maggio 2014
Ferentino, osservazioni impianto compostaggio
COMUNICATO STAMPA
RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO

La risposta della cittadinanza è stata stupefacente con circa 1000 firme raccolte in soli 2 giorni e già presentate all’ ufficio di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione Lazio e le stesse verranno presentate all’ ufficio ambiente della Provincia di Frosinone .
Ringraziamo i circa 1000 firmatari che hanno contribuito a questo primo risultato, a testimonianza di una tematica molto sentita tra i cittadini di Ferentino, evidentemente stanchi di vedere il proprio territorio maltrattato dall'inquinamento e nella costante preoccupazione di non avere certezze per la salute propria e quella dei propri cari, amici e vicini. Molti cittadini, pur avendo richiesto di firmare, non è stato possibile raggiungerli per evidenti esigenze logistiche e di tempo. Nei prossimi giorni chiederemo anche il loro supporto e tutti saremo coinvolti nelle prossime iniziative.
Questo risultato è stato possibile grazie al contributo di diverse persone impegnate fin da subito e in prima linea contro l'installazione dell'impianto di trattamento di rifiuti e per la tutela del nostro territorio. Ringraziamo a tal proposito i tecnici e gli avvocati che hanno stilato il documento delle osservazioni volontariamente, i consiglieri comunali che hanno partecipato attivamente, tutti i membri dei Comitati di Zona della Stazione e della Cartiera, i ragazzi di “SEL Ferentino” e tutti quelli che hanno sacrificato il proprio tempo, togliendolo alla famiglia ed al lavoro, per raggiungere questo importante obiettivo.
Abbiamo cosi cominciato un percorso, che continueremo nei prossimi giorni con altre iniziative sul tema, sperando in primis di bloccare un progetto, secondo noi e secondo i tecnici che lo hanno analizzato, senza i requisiti ambientali e urbanistici e assolutamente nocivo per il nostro territorio, già pesantemente compromesso da un inquinamento acuto che si estende su tutta la Valle del Sacco, con evidenti ripercussioni sulla salute dei cittadini.
Tra le prossime iniziative ci sarà un incontro con i cittadini di Ferentino per illustrare le osservazioni presentate alla Regione Lazio, corredate da quasi 1000 firme e la sottoscrizione di una petizione popolare che inizierà il 1° maggio in Piazza Matteotti.
Cogliamo l’occasione per annunciare l’attivazione del nodo RETUVASA di Ferentino, argomento oggetto di riunioni dei cittadini nei giorni scorsi.
Il percorso è tracciato già da tempo e la strada è obbligata: difendere e tutelare il nostro territorio, il nostro ambiente e la nostra salute insieme a tanti cittadini che ci supporteranno, in attesa che finalmente qualcuno inizi a pensare seriamente ad un progetto di bonifica di quest'area dopo tanti vani annunci.
Ferentino, 30 aprile 2014
CS su aeroporto Frosinone - 27.09.13
COMUNICATO STAMPA
RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO
Inchiesta della Procura su aeroporto di Frosinone
Il nostro precedente comunicato stampa sull’aeroporto di Frosinone risale al 31 maggio scorso. Ricordammo in tale occasione che, a distanza di anni, le ragioni tecniche, economiche e ambientali dell’insostenibilità del progetto di un aeroporto di Frosinone, a più riprese formalizzate dalla nostra associazione (supportata in varie occasioni dal Comitato no aeroporto Frosinone e da diverse associazioni nazionali), venivano finalmente denunciate da senatori ed europarlamentari gravitanti sul territorio. Osservammo che non era mai troppo tardi per ravvedersi, anche se il movente non sembrava, almeno in alcuni casi, così trasparente.
Condividemmo gli inviti allo scioglimento del cda di AdF, che non aveva evidentemente più alcuna ragion d’essere, già oggetto delle note indagini della Corte dei Conti. Indagini relative in particolare al periodo del governo provinciale del centrosinistra. Ma il centrodestra raccolse l’inopportuna eredità e, ad oggi, la società AdF è ancora operante.
In riferimento al progetto eliportuale, allora rilanciato da alcuni politici e ripreso anche recentemente, osservammo che sembrava chiaro che, a prescindere dalla problematica convivenza con la scuola elicotteristica di volo del 72.o stormo - unica nell’ala rotante in Italia nonché nota per la sua eccellenza -, la sua reale funzione fosse quella di una sorta di trojan horse per l’aeroporto, con il forte rischio di potenziali speculazioni edilizie innescate dalla Variante aeroportuale intermodale. Ci chiedevamo e ci chiediamo in particolare: perché AdF e il Consorzio ASI, se intendevano limitarsi alla realizzazione dell’eliporto, non avevano ancora ritirato la colossale Variante, che esproprierebbe 300 ettari di territorio?
Conclude il coordinatore provinciale della Rete per la Tutela della Valle del Sacco, Francesco Bearzi: “Attendiamo con fiducia l’esito delle indagini della Procura. Una cosa è certa: quanto avviene è il risultato della pervicacia della società AdF, del Consorzio ASI, delle istituzioni provinciali e regionali, nel perseguire un progetto che appare del tutto privo di utilità pubblica per ragioni tecniche, economiche e ambientali. Si chiuda con un rigetto l’iter regionale della Variante aeroportuale intermodale e si sciolga la società AdF, da cui si ritirino subito i singoli soci”.
Francesco Bearzi - Coordinatore Provincia Frosinone
Valle del Sacco, 27.09.2013
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