Rassegna stampa 21.08.11-23.08.11

Interporto Frosinone: considerazioni lapalissiane di Forisenno TV (Eco della Rete)

Biomasse e fotovoltaico ancora in pista per il risanamento agro-ambientale della Valle del Sacco
Il Messaggero Fr 23.08.11, p. 31 (prima) e 34 – di Denise Compagnone
Biomasse per la bonifica ed il rilancio della Valle del Sacco, si può fare. Bocciata l’idea una prima volta qualche anno fa dall’Enea, a causa delle ripercussioni che avrebbe comunque avuto sull’ambiente atmosferico l’incenerimento delle stesse per la produzione di energia, stavolta a riaprire le porte a questa strada è l’Università di Viterbo della Tuscia, su incarico dell’Ufficio Commissariale per la Valle del Sacco.

Interporto Frosinone: considerazioni lapalissiane di Forisenno TV (Eco della Rete)

Biomasse e fotovoltaico ancora in pista per il risanamento agro-ambientale della Valle del Sacco
Il Messaggero Fr 23.08.11, p. 31 (prima) e 34 – di Denise Compagnone
Biomasse per la bonifica ed il rilancio della Valle del Sacco, si può fare. Bocciata l’idea una prima volta qualche anno fa dall’Enea, a causa delle ripercussioni che avrebbe comunque avuto sull’ambiente atmosferico l’incenerimento delle stesse per la produzione di energia, stavolta a riaprire le porte a questa strada è l’Università di Viterbo della Tuscia, su incarico dell’Ufficio Commissariale per la Valle del Sacco.
«Quello dell’Enea non si poteva considerare uno studio esaustivo – ha detto ieri l’assessore all’ambiente della Provincia Fabio De Angelis – poiché si basava solo sulla letteratura scientifica, non essendo disponibili dati analitici».
Da qui l’incarico alla facoltà di Agraria della Tuscia: i tecnici hanno studiato la fattibilità, analizzando in particolare il rischio di contaminazione durante la combustione delle sostanze tossiche assorbite dalle colture e hanno indicato quali possono essere le colture più indicate (mais, soia….) da sviluppare per la fitodepurazione di metalli pesanti e beta hch. Qualche giorno fa hanno dato il via libera: si può fare. «In attesa di conoscere quali saranno le iniziative, se ci saranno, della Regione Lazio e della Società per il Distretto Agroenergetico – così De Angelis -, questo è un passo importante verso la realizzazione di una filiera agro-energetica».
«Lo studio e con esso le opportunità offerte dalla produzione di bioenergie verranno presentate a Frosinone ai primi di settembre» aggiunge l’assessore provinciale Fabio De Angelis. E in quell’occasione saranno coinvolte tutte le associazioni di categoria.
In verità a disposizione ci sarebbero già, o almeno così dichiarò il commissario Pierluigi Di Palma qualche mese fa, un milione e mezzo di euro pronti per essere investiti per la fase di start up. Diretti protagonisti, secondo quel progetto, sono i contadini e gli allevatori proprietari di quei terreni oggi interdetti: l’ufficio commissariale fornirà loro uno spettro di sementi per la produzione no food da acquistare e poi gli rimborserà le spese sostenute. Saranno gli stessi contadini, dopo la raccolta, ad essere messi in contatto con i presidi di trasformazione bioenergetica esistenti sul territorio, quindi a vendere i propri prodotti e a trarre guadagno dalla vendita. «Una filiera che riguarderebbe anche il fotovoltaico e l’idroelettrico – prosegue De Angelis -. In particolare, insieme al Commissario Di Palma ed al G.S.E., all’inizio del mese di agosto abbiamo proposto alla Presidenza del Consiglio un percorso derogatorio ai limiti del Quarto Conto Energia per la Valle del Sacco che è fondamentale che per realizzare il progetto integrato per avviarne la bonifica».

Incendi in Ciociaria, 50 ettari in fumo
Il Messaggero FR 23.08.11, pp. 31 (prima) e 33 – di Emiliano Papillo
Le alte temperature registrate ieri in tutta la ciociaria con punte oltre i 40°, hanno causato decine di malori tra gli anziani e favorito il propagarsi degli incendi sia al Nord che al Sud della Provincia. Per quanto riguarda i malori nel week-end se ne sono registrati almeno venti nella zona del cassinate, una quarantina invece nel frusinate con diversi interventi da parte dei sanitari.
Ma sono stati gli incendi ieri a farla da padrone. Sono continuati a bruciare i boschi nel Monte Calvario nel territorio del comune di Falvaterra. L’incendio che era partito domenica pomeriggio, dopo qualche ora aveva distrutto ben 25 ettari tra bosco ceduo e conifere costringendo una decina di persone a lasciare le proprie abitazioni. Ieri mattina tutto sembrava risolto con i 10 cittadini tornati a casa e l’incendio spento, ma di tanto in tanto si accendevano focolai che creavano preoccupazione. Altri roghi a Porciano e ad Esperia.
Le alte temperature registrate ieri in tutta la ciociaria con punte oltre i 40°, hanno causato decine di malori tra gli anziani e favorito il propagarsi degli incendi sia al Nord che al Sud della Provincia. Per quanto riguarda i malori nel week-end se ne sono registrati almeno venti nella zona del cassinate, una quarantina invece nel frusinate con diversi interventi da parte dei sanitari. Le fontane sono state prese d’assalto dai cittadini in cerca di un po’ di refrigerio. Montagne affollate, mentre piazze quasi tutte deserte. Ma secondo i meteorologi le temperature bollenti dureranno fino alla fine del mese. Termometri anche superiori ai 40 gradi ci terranno compagnia per tutta la settimana. Tra lunedì e giovedì apice del supercaldo, poi lento ritorno alla normalità a partire dal Nord, ancora gran caldo al CentroSud. Sull’80% del territorio pianeggiante le massime continueranno ad essere comprese tra i 35 e i 38 gradi. Fino a Giovedì temperature sino a 40/41 gradi saranno possibili a Ferrara, Firenze, Arezzo e Prato, 39/40 a Bologna, Siena e Frosinone. Ad aggravare la situazione l’umidità alle stelle in pianura, nei fondovalle e lungo i litorali, che accentuerà la sensazione di afa. Le temperature percepite dal nostro organismo potranno per questo motivo essere anche superiori ai 40/43 gradi.
Ma sono stati gli incendi ieri a farla da padrone. Sono continuati a bruciare i boschi nel Monte Calvario nel territorio del comune di Falvaterra. L’incendio che era partito domenica pomeriggio, dopo qualche ora aveva distrutto ben 25 ettari tra bosco ceduo e conifere costringendo una decina di persone a lasciare le proprie abitazioni. Ieri mattina tutto sembrava risolto con i 10 cittadini tornati a casa e l’incendio spento, ma di tanto in tanto si accendevano focolai che creavano preoccupazione. «La situazione fortunatamente è sotto controllo. Le persone sono tornate a casa e, tranne qualche focolaio non abbiamo particolari problemi. I danni sono stati ingenti. Si tratta della zona della provinciale che porta a Pastena. Qui in media ogni due anni si verificano incendi di grandi dimensioni. Grazie al lavoro dei vigili del fuoco, carabinieri, protezione civile, Forestale e volontari, abbiamo evitato il peggio» ha spiegato ieri pomeriggio il sindaco di Falvaterra, Antonio Lancia.
Le fiamme da Falvaterra si sono spostate a Pastena e Castro Dei Volsci dove sono andati in fumo altre decine di ettari di bosco. Sono intervenuti i mezzi aerei ed i vigili del fuoco con la Forestale hanno dovuto lavorare fino al tardo pomeriggio di ieri per spegnere le fiamme. Situazione molto difficile ieri mattina anche a Ferentino in località Porciano. Intorno alle ore 10, è scoppiato un vasto incendio di natura dolosa che si è subito protratto per alcuni ettari. Le fiamme hanno lambito alcune abitazioni. Gli abitanti sono stati allontanati dalle case, ma fortunatamente sono potuti rientrare poco dopo. L’enorme schieramento di Forestale, carabinieri, pompieri e Protezione Civile con l’ausilio dei canadair ha permesso lo spegnimento delle fiamme dopo circa quattro ore. Ma la zona di Pastena e Porciano non sono state le uniche a preoccupare. Un vasto incendio si è sviluppato all’ora di pranzo in località Monticelli di Esperia. Anche qui duro lavoro per pompieri e Forestale. Oltre venti gli ettari bruciati. Interventi anche a Vallecorsa, Anagni, Patrica e San Giorgio a Liri. Gli incendi non hanno risparmiato neanche il cassinate, in particolare Monte Caira e la zona di Piedimonte San Germano. Fortunatamente in questi casi non si sono registrati particolari problemi.
Dopo un inizio estate tranquillo con assenza di incendi, ora le fiamme stanno creando non pochi problemi ai vigili del fuoco ed alla Forestale. Ed è caccia ai piromani. Nel 90% dei casi infatti gli incendi sono di origine dolosa. La Forestale invita i cittadini a chiamare il numero verde 1515 in caso di avvistamento di incendi. Si prevedono tempi duri per i piromani. Ma in due giorni oltre 50 ettari in tutta la ciociaria sono andati bruciati.

Zeppieri: tagliamo le spese unificando Consorzio ASI e Cosilam
Il Messaggero Fr 21.08.11, pp. 35 (prima) e 37
Ridurre la spesa pubblica è il diktat in questi tempi di crisi. E a lanciare la sfida, per primo, è il presidente dell’Asi, Arnaldo Zeppieri, che dice: «Cominciamo dagli enti intermedi, e, in particolare, dai Consorzi industriali».
In Ciociaria i Consorzi industriali sono due: c’è l’Asi per l’area Centro-Nord, e c’è il Cosilam nato nel 2004 (su pressioni degli amministratori cassinati) per rappresentare comuni ed imprese del Sud, in primis, naturalmente, quelle che ruotano attorno all’indotto Fiat.
Due consorzi industriali significano due presidenti, due vicepresidenti, due direttori, due vice-direttori, due consigli di amministrazioni (cinque membri per l’Asi e tre per il Cosilam), due collegi sindacali (due membri e un presidente per l’Asi e quattro per il Cosilam): insomma spese quasi raddoppiate (solo il direttore ha un compenso che oscilla tra gli 80 e i 90 mila euro lordi l’anno) rispetto all’eventualità di avere un solo ente, considerando che per ognuno degli incarichi in questione è prevista un’indennità che, nel caso dei due presidenti, è pari a quella del sindaco di Frosinone (per l’Asi) e del sindaco di Cassino (per il Cosilam): circa 2.500 euro netti al mese (ossia 30 mila euro l’anno).
Per i membri del Cda, invece, l’indennità si attesta sui 1.500 euro netti al mesi, ossia 18 mila l’anno. Dunque per l’Asi (5 membri) la spesa complessiva è di 90 mila euro l’anno, mentre per il Cosilam (3 membri) è di 54 mila euro l’anno.
«Certo non risolveremo i problemi finanziari di una provincia – ha spiegato il presidente dell’Asi – ma sicuramente sarebbe un segnale importante, anche considerando l’affinità dei due enti che lavorano entrambi per lo stesso scopo». E cioè quello di rivitalizzare il comparto industriale della provincia, migliorandone le infrastrutture e potenziandone i servizi a disposizione. È per questo scopo che nel corso degli anni ai due enti sono arrivati diversi milioni di euro di finanziamento da investire sul territorio: l’ultimo in ordine cronologico, ad esempio, sono gli 8,4 milioni di euro che la Regione ha stanziato per il Cosilam (guidato da Golini Petrarcone) per la realizzazione di infrastrutture di logistica avanzata per le linee ad elevata flessibilità presso il Polo della Logistica, di cui soggetto proponente è l’Università degli studi di Cassino in collaborazione con il Centro ricerche Fiat: seconda tranche questa, di un finanziamento complessivo di oltre 23 milioni di euro.
E a Frosinone? A Frosinone poco o nulla, negli ultimi anni, nonostante l’area fortemente industriale della zona di Ferentino e Anagni.
Segno che la politica, anche in questo caso, ci ha messo lo zampino visto che il presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese, ha, evidentemente, una sensibilità maggiore per il Cassinate piuttosto che per il capoluogo.
Ecco, allora, che la proposta di Zeppieri trova consensi, a cominciare da Marcello Pigliacelli, vicepresidente regionale di Unindustria che l’ha giudicata come «un’ottima idea. Un bel segnale di riduzione dei costi della pubblica amministrazione».
Di tutt’altro parere, invece, è Giuseppe Golini Petrarcone, sindaco di Cassino ed eletto, il 10 giugno, anche presidente del Cosilam. «Non sono favorevole a questa iniziativa – dice – perchè il bacino d’utenza del Lazio meridionale ha una sua peculiarità specifica in rapporto alle produzione e agli insediamenti. Credo invece che sul contenimento dei costi bisogna incidere in altro modo: con una sana amministrazione, riducendo gli sprechi». Anche sui finanziamenti ottenuti Petrarcone mette un accenno polemico: «Certo, sulla carta il Cosilam ha ottenuto molti stanziamenti, ma ancora aspettiamo dalla Regione Lazio l’erogazione materiale pur avendo in mano già mandati di pagamento emessi».

Scalia: aboliamo pure l'ASI e decida tutto la Provincia
Il Messaggero Fr 22.08.11 pp. 29 (prima) e 31
Un Consorzio industriale invece di due? Sì, ben venga. La proposta di Arnaldo Zeppieri, presidente dell’Asi, di tornare ad unire Asi a Cosilam, risparmiando sulle spese per i doppi apparati amministrativi, lanciata ieri dalle pagine de Il Messaggero, ha trovato non pochi consensi. I primi ad esprimere parere positivo, contrariamente al presidente del Cosilam Giuseppe Golini Petrarcone, su posizioni contrarie, sono stati gli industriali. Ieri ha assentito anche il consigliere provinciale Antonio Salvati (Pdl): «Si tratta soltanto di spese inutili e speculari. In molte province esiste un solo Consorzio industriale e, addirittura, le cose funzionano molto meglio che da noi». Il consigliere regionale Francesco Scalia (Pd), va addirittura oltre: i consorzi non solo vanno accorpati, ma addirittura aboliti completamente. «Ritengo più utile – dice – che non uno solo, ma tutti i consorzi industriali della Regione vengano cancellati e che le loro funzioni vengano trasferite alle province». Il riferimento di Scalia è anche a tutti gli enti intermedi (Ater, Consorzi di bonifica, ecc) che, a suo dire, con una semplice legge regionale, potrebbero essere soppressi attribuendone le competenze alle Province. «Queste, invece – ricorda Scalia – poiché previste dalla Costituzione, per essere cancellate avrebbero bisogno di un’apposita riforma costituzionale. L’abolizione dei numerosi enti dalle funzioni a volte sovrapposte, porterebbe invece alla concentrazione di competenze in mano alle Province e alla cancellazione di costosi organismi paralleli». Dunque restino le Province: un punto sul quale curiosamente Scalia si ritrova, dopo oltre due anni di conflitti, a convenire con Antonello Iannarilli, attuale presidente della Provincia, il quale ha più volte affermato di non condividere la manovra del Governo della cui maggioranza pure fa parte come deputato. A convenire con Scalia è anche il consigliere provinciale Andrea Amata (Pdl), che ieri ha ricordato come «gli organi politici provinciali costano 93 milioni di euro l’anno, contro i 6,5 miliardi di costo dell’intera macchina politica nazionale. Eliminando gli oltre 7000 Consorzi, Aziende, Società che oggi occupano 24 mila persone nei loro Cda e che si occupano di materie che la Costituzione assegna a Province e Comuni, si risparmierebbero miliardi di euro».
Intanto Iannarilli, se su un fronte è impegnato a tener testa al Governo sull’abolizione delle Province e sull’accorpamento dei comuni sotto i mille abitanti, sull’altro è chiamato a muoversi in fretta sulla ricomposizione della Giunta, attesa da oltre un mese: l’opposizione accusa, alcuni consiglieri di maggioranza scalpitano, arrivando in qualche caso (vedi Tagliaferri) ad entrare in aperto conflitto con il Presidente, mentre gli assessori continuano ad essere tali anche senza le deleghe ritirate loro subito dopo l’approvazione del bilancio. E mentre il consigliere di maggioranza Giuseppe Patrizi invita tutti alla calma parlando di questo momento come una «operazione tecnica assolutamente ordinaria», per martedì è atteso un vertice che potrebbe essere tra i decisivi: le sostituzioni dovrebbero essere poche (dovrebbe entrare Gianni Celli, esponente del gruppo dei tre al posto di Ernesto Tersigni neosindaco di Sora), preferendo invece la redistribuzione delle deleghe. Una scelta quasi obbligata: trovare un nuovo equilibrio tra le tante anime che compongono la maggioranza sta risultando davvero difficile.