Rassegna stampa 25-27.10.11

Rinvio a giudizio per Vincenzo Addimandi, Codici e Retuvasa parti civili
Il Messaggero FR 27.10.11, p. 37 (prima), di Aldo Simoni

Abuso d’ufficio e falso: sono le imputazioni dalle quali si dovrà difendere, in Tribunale, l’ex direttore dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) Vincenzo Addimandi. Ieri il Gup del Tribunale di Frosinone, accogliendo la richiesta della Procura, ha rinviato a giudizio l’ex direttore provinciale, fissando la prima udienza, in aula, per il 5 aprile del prossimo anno.
Nel frattempo il Codici, Retuvasa e altre associazioni ambientaliste si sono costituite parte civile tramite l’avvocato Vittorina Teofilatto.

Rinvio a giudizio per Vincenzo Addimandi, Codici e Retuvasa parti civili
Il Messaggero FR 27.10.11, p. 37 (prima), di Aldo Simoni

Abuso d’ufficio e falso: sono le imputazioni dalle quali si dovrà difendere, in Tribunale, l’ex direttore dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) Vincenzo Addimandi. Ieri il Gup del Tribunale di Frosinone, accogliendo la richiesta della Procura, ha rinviato a giudizio l’ex direttore provinciale, fissando la prima udienza, in aula, per il 5 aprile del prossimo anno.
Nel frattempo il Codici, Retuvasa e altre associazioni ambientaliste si sono costituite parte civile tramite l’avvocato Vittorina Teofilatto.
Contro Addimandi venne eseguito, nel settembre dello scorso anno, un ordine di custodia cautelare ai domiciliari, a seguito di una inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta. Secondo l’accusa, Addimandi avrebbe falsificato i risultati di alcune analisi in materia ambientale. «Consentendo – spiegarono gli inquirenti nel momento dell’arresto – alle società coinvolte, di non rispondere a livello penale della violazione della normativa». Di fatto, secondo la Procura, le analisi effettuate dall’Arpa erano state taroccate.
In particolare, Addimandi avrebbe abusato del suo ufficio, modificando il valore dello zinco nel corso di verifiche inerenti lo scarico di acque reflue dell’impianto Eurozinco Spa. Avrebbe, quindi, alterato il «Registro dei risultati» riportando al parametro «zinco» il risultato do 0,49 mg/l in luogo di quello effettivamente accertato che era di 1,490 mg/l.
«Il fatto è estremamente grave – commenta Alessandra De Giorgi, del Codici – perchè superare il limite di 0,5 mg/l equivale a commettere un reato punibile con l’arresto; inoltre, il fatto che proprio chi sia deputato ai controlli possa alterare le carte (ma al momento, sia ben chiaro, è solo una ipotesi della Procura, ndR), venendo meno al suo ruolo pubblico di tutela dell’ambiente e della pubblica salute, lascia francamente sgomenti. Rimane tuttavia sorprendente l’assenza dell’Arpa e la sua mancata costituzione come parte civile».
Ben diversa, invece, la tesi di Addimandi, assistito dall’avvocato Marco Pizzutelli il quale precisa che la cancellazione risulta da una fotocopia di un registro che il direttore non custodiva e che, dunque, era nella disponibilità di più persone. In altre parole – sostiene la difesa – non era certo il direttore ad eseguire le analisi che, invece, competevano ai tecnici.
La notizia del rinvio a giudizio di Addimandi non coglie di sorpresa il neo assessore provinciale all’Ambiente, Massimo Ruspandini: «Ora valuteremo, come Ente Provincia, se costituirci come parte civile nel processo che inizierà ad aprile. Di sicuro saremo sempre particolarmente attenti alle procedure e ai controlli che solleciteremo sempre più in maniera incisiva per la tutela del nostro territorio».